Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi a come sarà il lavoro del futuro? Fabbriche piene di robot? Uffici sempre più “smart”? Lavori nel metaverso?  Insomma, se il futuro non si può prevedere, oggi è anche più difficile immaginarlo.

Viviamo, infatti, in un’era di accelerazioni del destino e di situazioni che impattano sulle nostre vite private, sociali e professionali. Una cosa è certa: il mondo del lavoro sta cambiando e per affrontare al meglio le sfide del domani dobbiamo essere pronti. 

Parlare del futuro del lavoro significa costruire una prospettiva informata su come potrebbe essere il mercato del lavoro domani. Da una parte, le tendenze che le aziende non possono non considerare, come la trasformazione digitale o l’importanza dei valori per le nuove generazioni. Dall’altra parte, le nuove competenze e abilità che saranno richieste ai talenti per i lavori del futuro. 

Guardare al futuro richiede capacità di visione, e anche un po’ di creatività, ed è quello che proveremo a fare in questo articolo.

un uomo che illustra risultati a un gruppo di lavoro
un uomo che illustra risultati a un gruppo di lavoro

Che cosa ha reso il futuro del lavoro meno prevedibile ma più veloce ed impattante?

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un'accelerazione senza precedenti del progresso tecnologico e scientifico che ha fatto sì che il domani fosse sempre più vicino e, paradossalmente, più imprevedibile di quanto ci aspettassimo. Ma cerchiamo di capire come sarà il futuro del lavoro.

Sebbene sia sempre più difficile immaginarlo, questo sta già influenzando le nostre vite con nuovi modi di pensare al lavoro stesso. Sempre più ricerche, infatti, dimostrano come “lavorare” non sia più solo una questione economica o funzionale, bensì faccia parte del proprio progetto di vita. In quanto tale, è essenziale che generi benessere emotivo e abbia un impatto positivo sulle persone.

ll mondo è diventato così interconnesso, globale e diversificato che siamo costantemente esposti a nuove idee, prospettive, flussi di informazioni, stimoli e influenze culturali. Se da un lato questa trasformazione ci pone davanti a nuove opportunità, in alcuni casi, l’aumento della competizione, stimola le nostre certezze e ci porta a rivalutare i nostri piani, mettere in discussione le nostre decisioni e ad uscire dalla nostra comfort zone. 

E il lavoro non è escluso. Quante volte hai sentito parlare di great resignation? Il fenomeno globale per cui sempre più persone decidono di lasciare il proprio lavoro per svariate ragioni dimostra come nuovi bisogni e consapevolezze impattano il futuro del lavoro.

Per le imprese, ciò significa confrontarsi con un mercato del lavoro più complesso ed esigente: attrarre i migliori talenti e cercare di trattenerli all’interno dell’azienda è la nuova sfida. 

Dall’altra parte, la facilità e la velocità con cui circolano beni ed idee hanno portato ad un aumento della concorrenza globale. Questo significa che ci sono sempre più persone competenti che cercano di accedere alle stesse opportunità di carriera. In questo caso, la formazione continua e un buon personal brand saranno essenziali per consentire ai candidati di accedere alle migliori posizioni.

Quindi, come prepararsi al meglio per il futuro del lavoro?

Il ruolo della formazione continua per stare al passo con il destino accelerato.

In questo contesto è normale considerare il futuro del lavoro come un’opportunità. La rapidità del cambiamento ci spinge a riconsiderare le nostre certezze, studiare di più, mettersi in gioco più spesso ed essere più flessibili. Ciò implica che dobbiamo essere in grado di adattarci ai cambiamenti del mercato del lavoro, delle tecnologie emergenti e delle tendenze sociali. 

Per rimanere al passo con il mondo in rapida evoluzione dobbiamo essere disposti a imparare continuamente, ad abbracciare nuove abitudini.

Upskilling, reskilling e attività di networking sono tre pilastri indispensabili per affrontare il futuro del lavoro. Mantenere una mentalità aperta all'apprendimento continuo, investire nella propria formazione e sviluppare relazioni professionali solide sono condizioni essenziali per rimanere competitivi e immaginare il proprio ruolo nei lavori del futuro con più self-confidence.

Per le aziende che vogliono distinguersi sul mercato, la qualità della formazione aziendale avrà un ruolo cruciale. Investire sulle persone con percorsi di apprendimento e sviluppo professionale e personale, permetterà ai datori di lavoro di raggiungere un vantaggio competitivo di lungo termine.

È inevitabile, quindi, che nel futuro del lavoro, la celerità con la quale le aziende capiranno dove concentrare gli sforzi e le attività formative delle risorse interne diventerà un fattore sempre più strategico.

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Per il lavoro del futuro, appartenenza e identità saranno elementi chiave.  

Rinnovati contesti sociali ed economici hanno fatto emergere l’importanza di nuovi valori. La qualità del tempo, la felicità e la soddisfazione sono fattori a cui le persone non vogliono più rinunciare, anche nella vita professionale. Difatti, non si tratta più solo di questioni economiche: i talenti cercano appartenenza e identità verso la realtà organizzativa in cui sono inseriti.

Questo mindset ci accompagnerà per tutta la vita. Come articolato da Mario Calabresi, giornalista, scrittore e fondatore di Chora media, questa accelerazione non è destinata ad interrompersi dopo aver raggiunto l’apice e porterà maggior benessere e occupazione.

Intervenuto in qualità di guest speaker al Randstad Future Talk, l’ex direttore de La Stampa e di Repubblica ha correlato questa accelerazione del destino al fenomeno delle grandi dimissioni. Secondo Calabresi, oggi i lavoratori non scelgono solo di far parte di un’azienda, bensì ambiscono a sentirsi parte di una comunità. Scelgono di lavorare presso un’organizzazione perché essa incarna o rappresenta dei valori in cui si crede. Sono soprattutto le nuove generazioni a guidare questo trend, per cui orari flessibili, possibilità di smart working, prospettive di crescita e arricchimento professionali sono alcuni degli elementi indispensabili per accettare un’offerta di lavoro. 

Il futuro del lavoro sembra, quindi, dipendere anche dalla capacità del datore di lavoro di risultare attrattivo. Secondo la Randstad Employer Brand Research, tra i driver più importanti nella scelta di un lavoro rientrano un buon equilibrio fra vita lavorativa e vita privata, un’atmosfera di lavoro piacevole, retribuzione e benefit interessanti. Questi dati ci dicono che, sebbene il futuro del lavoro sia sempre più complesso da immaginare, l’importanza dell’employer branding e delle strategie per ingaggiare e motivare i propri lavoratori è una delle poche certezze su cui le aziende possono costruire un futuro sostenibile.

Durante il suo intervento, Calabresi ha anche spiegato che per molte persone oggi ci sia meno disponibilità ad accettare dei compromessi.

Poiché il futuro del lavoro non si può prevedere, possiamo però scegliere su cosa costruirlo. In un contesto di grandi cambiamenti, ha concluso Calabresi, il futuro migliore si può costruire sulle cose e sulle situazioni che hanno un senso, un significato intimo e che diano valore anche a situazioni ordinarie come una semplice cena tra amici veri. 

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