Il colloquio conoscitivo è il primo step che un candidato deve affrontare nel momento in cui un’azienda manifesta interesse nei suoi confronti. Si tratta di un momento molto importante, in cui entrambe le parti iniziano a valutare se esiste un reale potenziale di collaborazione: l’azienda cerca di capire se il candidato possiede motivazioni e caratteristiche adatte al ruolo, mentre il candidato può farsi un’idea più concreta della realtà aziendale e delle opportunità offerte.
indice dei contenuti:
punti chiave da ricordare:
- il colloquio conoscitivo è il primo incontro tra candidato e azienda, finalizzato a valutare attitudini, motivazioni e compatibilità reciproca
- allenati a raccontarti in modo sintetico e autentico, raccogli informazioni sull’azienda, impara a gestire l’ansia con esercizi mirati e cura l’outfit per fare una buona impressione
- le domande più frequenti mirano ad indagare aspetti personali, motivazione, obiettivi futuri e conoscenza dell’azienda
- rispondi applicando la regola delle 3C: chiarezza (vai dritto al punto), coerenza (collega le risposte al ruolo e all’azienda) e concretezza (porta esempi reali)
- un colloquio conosciuto dura in media di 20-45 minuti e si articola in tre fasi
cosa vuol dire colloquio conoscitivo?
Essendo uno dei primissimi step nel percorso di recruiting di un’azienda, il colloquio conoscitivo non entra nel merito tecnico del posto di lavoro e non prevede assessment o test attitudinali.
Il colloquio conoscitivo è un incontro in cui i responsabili delle risorse umane, attraverso delle domande mirate, cercano di raccogliere qualche informazione in più rispetto a quelle contenute nel curriculum vitae, mentre il candidato prova ad approfondire ulteriormente i contenuti della job description dell’offerta di lavoro per la quale si sta candidando.
È finalizzato principalmente a farsi un’idea generale del candidato, valutandone personalità, attitudini e ambizioni, attraverso il racconto delle pregresse esperienze lavorative e formative.
Bisogna tenere presente, però, che non ci si deve limitare a ripetere pedissequamente quanto contenuto all’interno del proprio CV, che i recruiter avranno sicuramente già letto. Ciò che viene preso in considerazione è la capacità espositiva del candidato, l’autoconsapevolezza e la disinvoltura con la quale è in grado di portare avanti il colloquio.
Come per qualsiasi altro tipo di colloquio, non bisogna farsi sopraffare dall’ansia. Essere convocato per un incontro conoscitivo è la prova che l’azienda ha intravisto qualcosa di interessante nel tuo profilo: il colloquio è l’occasione giusta per dimostrare il tuo potenziale.
come ci si prepara al colloquio conoscitivo di lavoro?
Come prepararsi ad un colloquio conoscitivo? Nonostante non sia ancora un colloquio tecnico durante il quale vengono indagate in particolare le competenze professionali acquisite (le cosiddette hard skills), bisogna essere pronti ad affrontare vari tipi di scenari e a rispondere ad alcune domande.
Ecco perché ogni dettaglio va curato al meglio e una buona preparazione a casa può essere la chiave per fare una buona impressione e aumentare le probabilità di accedere ad un secondo colloquio.
L’errore da non commettere è quello di prendere sotto gamba questo appuntamento credendo di poter improvvisare.
Ecco allora qualche consiglio per scongiurare questa evenienza.
la preparazione a casa.
Prepararsi a casa per un colloquio conoscitivo significa dedicare tempo a riflettere su come presentarti in modo chiaro, convincente e autentico. Non basta sapere “chi sei”: devi imparare a comunicarlo in maniera efficace.
Un ottimo punto di partenza è allenarsi a rispondere alla classica domanda “mi parli di lei”. Può sembrare semplice, ma la sfida è riuscire a raccontare in pochi minuti il tuo percorso, le competenze acquisite e gli obiettivi futuri, evitando sia di essere troppo prolisso sia di risultare troppo generico.
Questa non è un’esercitazione narcisistica, ma un’occasione per imparare a selezionare gli aspetti della tua personalità e del tuo background che possono realmente incuriosire il recruiter. Per esempio, puoi partire da una breve introduzione sul tuo percorso di studi o sulle tue prime esperienze lavorative, per poi mettere in risalto una competenza chiave o un tratto del tuo carattere che ti rende adatto al ruolo.
Per acquisire scioltezza e sicurezza, è utile simulare il colloquio in anticipo. Puoi esercitarti davanti allo specchio per osservare il linguaggio del corpo, registrarti per riascoltare il tono e la chiarezza delle risposte oppure chiedere a un amico di farti da “recruiter” in una simulazione.
Questi esercizi ti aiuteranno a ridurre l’ansia, migliorare la gestione dei tempi e arrivare più preparato al vero incontro.
Leggi anche: come prepararsi ad un colloquio: 5 consigli pratici.
trovare informazioni sull'azienda.
Uno degli errori più comuni in un colloquio conoscitivo è arrivare impreparato sull’azienda. Prima di presentarti, dedica tempo a raccogliere informazioni sull’organizzazione: è un segnale chiaro di interesse, professionalità e proattività.
Da dove iniziare? Il sito ufficiale è la tua prima fonte: analizza la sezione “Chi siamo”, i valori dichiarati, la mission e la vision. Molto utili sono anche le aree dedicate alle news o al blog aziendale, che ti permettono di capire come l’azienda comunica e quali progetti ha sviluppato di recente.
Non trascurare i social: LinkedIn, in particolare, offre una panoramica sul posizionamento aziendale, sulle iniziative attuali e spesso anche sui profili delle persone che potresti incontrare al colloquio. Sapere chi saranno i tuoi interlocutori ti permette di preparare domande mirate e di stabilire un contatto più autentico.
Se si tratta di un brand conosciuto, cerca articoli o notizie apparse su media di settore: dimostrare di essere aggiornato su un progetto, una campagna o un recente traguardo può fare la differenza. Mostrerai non solo di aver fatto i compiti a casa, ma anche di avere una visione più ampia del contesto in cui l’azienda opera.
gestione dell’ansia.
Può capitare che prima o durante l’incontro conoscitivo ci si senta sopraffatti dell’ansia (leggi anche: ansia da colloquio di lavoro: come gestirla al meglio). Si tratta di una reazione assolutamente normale e fisiologica che, però, va gestita al meglio per evitare che comprometta le proprie performance.
Una tecnica molto efficace in questo senso è quella di concentrarsi sulla respirazione diaframmatica, rilassando i muscoli dell’addome. Attraverso dei respiri profondi in serie potrai riacquistare la calma necessaria per affrontare il colloquio.
Prima dell’incontro con il recruiter, invece, può essere utile alleggerire la tensione dedicandosi alla routine. Ad esempio, studiando il percorso migliore per arrivare al colloquio, impostando la sveglia o preparando i vestiti.
l’outfit: come vestirsi per un colloquio conoscitivo.
Anche l’abbigliamento è un aspetto da non trascurare. Contribuisce, infatti, a fornire una buona prima impressione.
Come presentarsi ad un colloquio conoscitivo? Per non sfigurare, si può provare a consultare l’apposita sezione “Chi siamo” del sito che, solitamente, presenta il team di lavoro, in modo da cercare di capire se è richiesto un outfit più informale o elegante, eccentrico o più sobrio (leggi anche: cosa indossare ad un colloquio di lavoro).
In ogni caso, l’aspetto più importante da valutare resta quello di sentirsi a proprio agio il giorno del colloquio.
domande colloquio conoscitivo: le più frequenti.
Come abbiamo detto, l’obiettivo dei selezionatori durante un colloquio conoscitivo è quello di raccogliere informazioni sulla personalità, le attitudini del candidato e la consapevolezza dei propri mezzi (leggi anche: domande al colloquio di lavoro: quali sono le più frequenti).
A tal proposito, ecco una lista delle domande più frequenti che possono essere poste dai recruiter durante un incontro professionale di tipo conoscitivo:
- “Mi parli di lei”. È la classica domanda di apertura. Serve a rompere il ghiaccio e capire come ti presenti, quali aspetti scegli di mettere in evidenza e quanto riesci a sintetizzare la tua esperienza.
- “Quali sono i suoi punti di forza e debolezza?”. Qui l’attenzione è rivolta all’autoconsapevolezza. I selezionatori vogliono capire se sai riconoscere i tuoi limiti e valorizzare i tuoi punti forti.
- “Perché dovremmo assumere proprio lei?”. È una domanda che misura il livello di motivazione e la capacità di distinguersi dagli altri candidati.
- “Per quale motivo vorrebbe lavorare per noi?”. In questo caso il recruiter cerca di capire se hai compreso i valori e le caratteristiche dell’azienda e se c’è una reale affinità tra le tue aspirazioni e l’organizzazione.
- “Quali sono i suoi obiettivi professionali a medio e lungo termine?”. Serve a valutare ambizioni, visione del futuro e stabilità e a capire se cerchi un lavoro di passaggio o un percorso di crescita.
- “Qual è stata la sua più grande soddisfazione personale o professionale?”. Una domanda utile per capire quali esperienze ti motivano e quali valori ti guidano.
- “Come gestisce le situazioni di stress?”. Il recruiter vuole testare la tua resilienza, ossia come reagisci quando sei sotto pressione.
- “Ha mai avuto difficoltà a lavorare in gruppo?”. Questa domanda punta a valutare le tue competenze relazionali e la capacità di collaborare.
- “Quali sono le sue aspettative economiche?”. Anche nei colloqui conoscitivi, questa domanda può emergere per sondare il livello di allineamento tra le tue richieste e le possibilità dell’azienda.
- “Cosa sa della nostra azienda?”. Una verifica immediata sul livello di preparazione. Dimostra se hai fatto ricerca o se ti presenti in modo superficiale.
Queste domande, prese singolarmente, possono sembrare semplici, ma nel complesso servono a delineare il tuo profilo a 360 gradi: non solo le competenze, ma anche il carattere, le motivazioni e il modo in cui immagini il tuo futuro professionale.
come rispondere ad un colloquio conoscitivo?
Cosa dire ad un colloquio conoscitivo e come rispondere alla domande del recruiter? Tieni conto che il punto di partenza sarà sempre il curriculum. I selezionatori, con buone probabilità, partiranno da lì. Per cui è importante cercare di prevedere quali potrebbero essere le domande sul CV e allenarsi a elaborare possibili risposte.
Un plus, come anticipato, è rappresentato da una buona conoscenza dell’azienda, che può senza dubbio impressionare positivamente i selezionatori.
Per quanto riguarda le domande passate in rassegna nel paragrafo precedente, ecco alcuni suggerimenti pratici su come rispondere:
- “Mi parli di lei”. Prepara una sorta di mini-narrazione della tua storia professionale e personale, mettendo in evidenza esperienze e competenze che hanno un legame diretto con il ruolo per cui ti candidi;
- “Quali sono i suoi punti di forza e debolezza?”. Evita risposte banali e fai degli esempi. Per i punti di forza sottolinea ciò che ti ha già aiutato a raggiungere risultati, per i punti deboli mostra come ti stai impegnando a migliorare.
- “Per quale motivo vorrebbe lavorare per noi?”. Collega la tua motivazione agli elementi distintivi dell’azienda. Usa le informazioni raccolte sull’organizzazione come leva per dimostrare che hai fatto i compiti a casa.
Un consiglio per rispondere in modo efficace è seguire la regola delle 3C: chiarezza (non divagare); coerenza (collega le risposte al ruolo e all’azienda); concretezza (fornisci esempi reali e non informazioni generiche).
quanto dura un colloquio conoscitivo?
Un colloquio di lavoro conoscitivo si articola generalmente in 3 fasi:
- fase di apertura
- fase centrale o conduzione
- fase di chiusura e congedo
L’incontro può andare da un minimo di 20 ad un massimo di 45 minuti.
Spesso, ci si concentra maggiormente sull’apertura e sulla parte centrale, ma anche la chiusura del colloquio è importante. Si tratta dell’ultima immagine che si dà di sé, che è anche quella che rimane più vivida nella memoria del selezionatore.
Un ottimo modo per concludere il colloquio potrebbe essere, ad esempio, quello di fare domande, mostrandosi proattivi e realmente interessati alla posizione per cui ci si sta candidando. Entusiasmo e curiosità sono, senza dubbio, qualità molto apprezzate dalle aziende.
È importante mostrarsi cordiali, positivi e decisi (“È stato davvero un incontro interessante”, “Grazie per il tempo che mi avete dedicato”). Vanno assolutamente evitate, invece, formule che fanno trasparire debolezza o indecisione (“Spero di essere andato bene”, “Resto in attesa di un vostro riscontro”).
Ogni fase del colloquio va ponderata con attenzione, perché anche un piccolo dettaglio che può sembrare trascurabile può determinarne l’esito finale. Al netto di ciò che si può controllare, è importante lasciare al caso meno margine possibile.