Tra i principali obiettivi dei responsabili HR c’è quello di attrarre e fidelizzare i migliori talenti all’interno del proprio team. Non si tratta di un semplice slogan, ma di un aspetto fondamentale per ottenere vantaggi competitivi nei confronti delle aziende concorrenti.

Come dimostra il Randstad Workmonitor, tra i fattori considerati non negoziabili ci sono i benefit aziendali che un’organizzazione è in grado di offrire ai propri dipendenti. La ricerca sottolinea come un’interessante offerta di benefit, insieme ad una retribuzione adeguata, siano tra i criteri più importanti nella scelta di un datore di lavoro.

Vediamo dunque quali sono i benefit aziendali più richiesti dai lavoratori e come influiscono sulle loro scelte professionali.

cosa sono i benefit aziendali.

Con benefit aziendali (fringe benefit e flexible benefit) si intende un insieme di beni e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti al di fuori della busta paga. Rappresentano, quindi, una forma di compenso erogata congiuntamente alla retribuzione in denaro che i dipendenti possono sfruttare in vario modo.

Attraverso l’erogazione di benefit aziendali un datore di lavoro intende migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti, ma anche valorizzare il loro impegno e la loro professionalità. Un aspetto fondamentale, nell’attuale mercato del lavoro, che consente di incrementare l’attrattività dell’azienda, aumentare la soddisfazione e l’engagement delle proprie persone e, di conseguenza, innescare un circolo virtuoso positivo per la produttività e la crescita a lungo termine dell’azienda.

Con work engagement, infatti, si definisce uno stato mentale positivo nei confronti del proprio lavoro che porta a tutta una serie di vantaggi di cui sia il dipendente sia l’azienda possono beneficiare. 

Tra i benefit più apprezzati ci sono, ad esempio, l’assistenza sanitaria integrativa, risorse da spendere per il benessere e la salute mentale, congedi parentali e sostegno alla famiglia o, ancora, un sistema di welfare aziendale  e assistenza all’infanzia.

I benefit possono essere declinati anche in varie forme di sconti o convenzioni con centri benessere, palestre o, ancora, store aziendali, buoni pasto, auto aziendale o contributi per i mezzi pubblici, ma anche in percorsi di formazione e sviluppo, in una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e nei giorni di ferie a disposizione.

Randstad Workmonitor 2024.

scopri i dati del Randstad Workmonitor, l’indagine sulle trasformazioni del mercato del lavoro condotta in oltre 30 Paesi che dimostra come i benefit aziendali siano tra i fattori considerati non negoziabili dai lavoratori.

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1. worklife balance: il benefit aziendale per eccellenza.

Per impostare una strategia di employer branding efficace è importante considerare tra i fattori più rilevanti nel lavoro per gli italiani ci sono principalmente l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata (94%) e la retribuzione (93%). 

La flessibilità, sia in termini di orari che di luogo di lavoro, emerge come un fattore cruciale, tanto che più di un terzo dei lavoratori sarebbe disposto a non accettare una proposta nel caso in cui dovesse mancare. La spiegazione si può individuare nel fatto che una scarsa flessibilità potrebbe impattare sul worklife balance (51%) e potrebbe precludere la possibilità di godersi appieno la vita (34%). 

Secondo i dati globali, la generazione Z (nati tra il  1997 e il  2005)  è particolarmente sensibile verso questi aspetti: il 51% predilige le aziende che assicurano maggiore flessibilità, soprattutto quando è alla ricerca di un nuovo impiego. Questa tendenza risulta meno pronunciata nelle generazioni precedenti, come i Gen X (nati tra il 1965 e il 1980) e i Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964) dove:

  • solo il 32% della generazione X rifiuterebbe un ruolo per mancanza di flessibilità sul lavoro 
  • il 35% dei baby boomer si preoccupa della possibilità di orari di lavoro flessibili.

2. stipendio adeguato.

La retribuzione continua ad essere un fattore rilevante nella scelta di un’azienda: come rilevato dall’indagine Workmonitor  il compenso è al secondo posto (93%) tra i fattori rilevanti nel lavoro, attuale e futuro, per gli italiani.  

Naturalmente, trovare un equilibrio tra retribuzione e benefit è fondamentale per soddisfare le esigenze professionali e personali dei lavoratori, e contribuire così a creare un ambiente lavorativo positivo con elevati livelli di motivazione e soddisfazione.

3. benefit per la famiglia.

I benefit legati al sostegno alla famiglia rientrano tra i fattori più importanti per i lavoratori, soprattutto quando si tratta di genitori, caregiver o persone che desiderano creare una famiglia nel breve periodo.

Le politiche di congedo parentale, ad esempio,  vengono apprezzate dal 70% dei lavoratori.  

Un benefit molto apprezzato è anche il numero di giorni di ferie annuali: il 79% lo reputa determinante per l’equilibrio tra vita e lavoro.

4. benefit per la salute mentale.

I benefit per la salute mentale sono sempre più importanti: figli di una crescente attenzione per il work-life balance, i lavoratori sentono il bisogno di lavorare in aziende dove le esigenze legate alla salute e al benessere personale siano tutelate.

Su scala globale l’83% degli intervistati per la ricerca l  Workmonitor di Randstad considera la salute mentale un aspetto rilevante e richiede al datore di lavoro iniziative in tale senso. Un dato che viene ampiamente riconfermato anche dalle numerose iniziative nazionali, e non, come quelle prese dal Governo Italiano, vedi il Bonus psicologo.

5. formazione e sviluppo.

La formazione, intesa come sviluppo o aggiornamento di competenze, è un requisito imprescindibile per i lavoratori, con un 79% degli italiani che la considera importante per il proprio lavoro attuale e solo il 7% che non è interessato ad un’eventuale opportunità di apprendimento. 

Anche a livello globale, oltre un terzo degli intervistati (36%) afferma di ritenerla così prioritaria da considerarla un fattore determinante nella scelta di un'offerta di lavoro, al punto da rifiutare un lavoro che non preveda tali possibilità. Allo stesso tempo, il 29% considererebbe la possibilità di licenziarsi se il datore di lavoro non offrisse percorsi di formazione e crescita.

Tra i diversi bisogni di apprendimento, gli italiani mettono indiscutibilmente al primo posto la formazione sull’intelligenza artificiale: ben il 34% si sente impreparato su questo tema e vorrebbe un percorso dedicato. Dopo, ma a distanza, è ricercata formazione su benessere e mindfulness (26%), alfabetizzazione informatica e tecnologica (23%), gestione dei progetti software (19%), programmazione, competenza di gestione e leadership (18%), scienza e analisi dei dati (17%), a dimostrazione di una predominanza di bisogni di competenze in campo ICT. 

6. assistenza sanitaria.

L'assistenza sanitaria come benefit aziendale è un elemento sempre più valutato dai lavoratori nella scelta e nella valutazione di un impiego. In un contesto lavorativo in cui l'equilibrio tra vita professionale e personale è diventato cruciale, le prestazioni sanitarie offerte dai datori di lavoro assumono un ruolo significativo. Questi servizi, apprezzati dal 75% degli intervistati, non solo migliorano la qualità della vita dei dipendenti, ma rappresentano anche un fattore chiave nella loro decisione di rimanere in un'azienda o accettare un nuovo ruolo.

La propensione dei lavoratori a privilegiare le offerte di lavoro che includono un'assicurazione sanitaria o altre prestazioni legate alla salute psico-fisica evidenziano come questo aspetto sia ormai considerato indispensabile nel pacchetto complessivo dei benefit aziendali. Inoltre, la disponibilità di opportunità di questo tipo all'interno delle politiche aziendali può contribuire significativamente alla percezione di un datore di lavoro come responsabile e attento alle esigenze dei propri dipendenti.

conclusioni: alcuni esempi e vantaggi dei benefit aziendali.

I dati del  Workmonitor  di Randstad evidenziano una marcata predilezione per i benefit aziendali volti al miglioramento dell'ambiente lavorativo, allo sviluppo professionale, ad una maggiore flessibilità nella gestione del tempo lavorativo e personale e alla promozione di uno stile di vita sano e incentrato sul benessere.

Al vertice delle priorità troviamo infatti 

  • l’equilibrio tra lavoro e vita privata (94%)
  • la retribuzione (93%) 
  • la sicurezza del lavoro (90%)
  • la flessibilità di orario (80%)
  • il numero di giorni di ferie (79%)
  • la formazione (79%)
  • l’assicurazione sanitaria (75%)
  • la politica sui congedi parentali (70%)
  • la possibilità di lavorare da remoto e in smart working (67%).

Esigenze, queste, che le aziende devono impegnarsi a soddisfare con politiche HR a tutto tondo, tenendo conto dei bisogni dei lavoratori sempre più complessi e articolati. Un aspetto fondamentale per poter riuscire ad attrarre e trattenere i migliori talenti e permettere ai dipendenti di raggiungere una piena soddisfazione.

illustrazione grafica di una coccarda

retribuzione e benefit: come attrarre e trattenere i talenti.

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