Tra i principali obiettivi dei responsabili HR c’è quello di attrarre  e fidelizzare i migliori talenti all’interno del proprio team. Non si tratta di un semplice slogan, ma di un aspetto fondamentale per ottenere vantaggi competitivi nei confronti delle aziende concorrenti.

Come dimostra l’Employer Brand Research 2022 di Randstad, tra i fattori più attrattivi, in particolare per generazioni come quella dei millennials, ci sono sicuramente i benefit aziendali che un’organizzazione è in grado di offrire ai propri dipendenti.

La ricerca sottolinea come un'interessante offerta di benefit, insieme ad una retribuzione adeguata, siano considerate tra i tre criteri più importanti nella scelta di un datore di lavoro. Un dato che conferma il trend già ben evidenziato nello stesso studio del 2021. Più importanti dei benefit, infatti, troviamo solo un'atmosfera di lavoro piacevole e un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata (leggi anche: perché i dipendenti scelgono di restare in un’azienda?).

Dalle modalità di lavoro flessibili alle risorse investite per il benessere e la salute mentale, passando per la formazione e lo sviluppo, andiamo a scoprire quali sono i benefit più apprezzati dai lavoratori italiani.

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retribuzione e benefit: come attrarre e trattenere i talenti.

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cosa sono i benefit aziendali?

Con benefit aziendale si intende un insieme di beni e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti al di fuori della busta paga. Rappresenta, quindi, un compenso erogato in forme alternative alla mera retribuzione in denaro.

benefit, significato e importanza per l’azienda.

Con l’erogazione di benefit aziendali un datore di lavoro intende migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti in termini di benessere psicofisico. Ciò consente di innescare un circolo virtuoso che aumenta i loro livelli di soddisfazione, engagement e, di conseguenza, la produttività sul lavoro

Con work engagement, infatti, si definisce uno stato mentale positivo nei confronti del proprio lavoro che porta a tutta una serie di vantaggi di cui sia il dipendente sia l’azienda possono beneficiare. 

Alimentare l’engagement, dunque, costituisce un aspetto di fondamentale importanza per il successo di un’impresa perché porta alla costruzione di un team motivato e coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.

alcuni esempi di benefit aziendali.

I benefit aziendali, come anticipato, sono beni e servizi che vengono erogati ai dipendenti al di fuori della busta paga. Si possono tradurre, ad esempio, in diverse forme di assistenza e welfare per i lavoratori. 

Tra i benefit solitamente più apprezzati ci sono, ad esempio, assistenza sanitaria integrativa, risorse da spendere per il benessere e la salute mentale, sostegno alla famiglia o, ancora, assistenza all’infanzia.

I benefit possono essere declinati anche in varie forme di sconti o convenzioni con centri benessere, palestre o, ancora, store aziendali, ma anche in una maggiore flessibilità negliorari di lavoro.

i benefit aziendali in base a generazioni, mansioni e livello di istruzione.

Per impostare una strategia di employer branding efficace, è importante considerare come le esigenze - in termini di benefit e welfare - cambino di generazione in generazione e a seconda della posizione occupata in azienda. 

Secondo quanto emerso dall’indagine, la qualità dei benefit ha un peso maggiore per chi rientra nella fascia di età tra i 25 e 34 anni (ovvero i cosiddetti millennials).

Differenze si riscontrano anche in base al livello di istruzione.  Per i lavoratori che hanno un livello di istruzione medio, la presenza di benefit interessanti nell’offerta di lavoro ha un peso maggiore rispetto a quanto avviene per chi ha un grado di istruzione elevato o basso.

Anche la mansione di lavoro è indicativa. Gli impiegati (62%) sono in media più attenti, rispetto agli operai (59%), nel valutare il peso dei benefit quando si tratta di prendere in considerazione un’opportunità lavorativa.

È interessante notare, infine, che i benefit sono un parametro più rilevante nella scelta di un’azienda per chi ha mantenuto il proprio datore di lavoro nella seconda metà del 2021, i cosiddetti stayers, che li hanno indicati nel 62% dei casi, rispetto agli switchers (57%), ossia colore che, al contrario, hanno cambiato azienda nella seconda metà del 2021.

i benefit aziendali più richiesti.

Entrando nel merito dei benefit più apprezzati, dall’analisi delle azioni del datore di lavoro che possono migliorare il work life balance è emerso che quella più apprezzata, per quasi un intervistato su due (42%), sarebbe una maggiore flessibilità delle modalità di lavoro, ancor prima che generici benefit erogati oltre allo stipendio (34%).

Tra gli altri beni e servizi apprezzati, gli intervistati hanno anche indicato:

  •  sostegno a famiglie e assistenza all’infanzia (27%)
  • risorse per il benessere e la salute mentale 
  • opportunità di formazione e sviluppo (26%) 
  • prestazioni sanitarie (23%).

Anche nella cosiddetta “nuova normalità”, dunque, la flessibilità sul lavoro si conferma un elemento imprescindibile. 

Nonostante in Italia il lavoro da remoto sia sceso dal 50% del 2021 al 37% del 2022, il 96% degli attuali smartworker  si aspetta di continuare a beneficiare di questa modalità di lavoro in futuro, anche se solo parzialmente. Mentre il 78% degli intervistati ha dichiarato di aspettarsi forme di lavoro misto, in remoto e in presenza.

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