Da qualche decennio, il termine "mobbing" è diventato sempre più rilevante anche in Italia. Esso identifica una forma di violenza psicologica che, purtroppo, può insidiarsi silenziosamente nei luoghi di lavoro. 

Ma qual è esattamente il significato di "mobbing"? E quali sono i comportamenti che lo caratterizzano?

Comprendere la natura e i segnali di questo fenomeno è cruciale, sia per le vittime che si trovano a subire questa spiacevole realtà, sia per i datori di lavoro, che hanno il dovere di garantire un ambiente sicuro e rispettoso. Riconoscere i segni del mobbing e capire come intervenire non è solo una questione di benessere individuale, ma un elemento fondamentale per il clima aziendale e la produttività.

In questo articolo, esploreremo il mobbing in tutte le sue sfaccettature, dal significato originario ai suoi vari aspetti pratici. Analizzeremo il fenomeno da un punto di vista giuridico e forniremo strategie concrete per lavoratori e aziende, per riconoscerlo, affrontarlo e prevenirlo in modo efficace.

colleghi parlano di mobbing sul posto di lavoro
colleghi parlano di mobbing sul posto di lavoro

che cos’è il mobbing? significato.

Il termine "mobbing" ha origine dall'inglese "to mob", che significa "attaccare o assalire in massa". Inizialmente utilizzato in ambito psicologico già alla fine dell'Ottocento, ha poi assunto una connotazione specifica legata al mondo del lavoro. Oggi, il mobbing è inteso come una serie di comportamenti sistematici, aggressivi e vessatori posti in essere da colleghi o superiori con l'intento di emarginare e isolare la vittima.

Questi comportamenti possono includere la sottrazione di responsabilità e l'assegnazione di compiti umilianti, spostamenti continui di ufficio, calunnie e provocazioni verbali, rimproveri pubblici ingiustificati e l'esclusione dalle comunicazioni aziendali. L'obiettivo dei persecutori è chiaro: indurre un annientamento psicologico e professionale della vittima, spesso portando alla sua uscita dall'azienda, volontaria o forzata.

Le conseguenze sul lavoratore colpito possono essere profonde e durature. Si va dal disagio e dall'insicurezza iniziali a disturbi psicosomatici, emozionali e comportamentali più gravi. La vittima può soffrire di sintomi fisici quali: 

  • cefalea
  • tachicardia
  • problemi gastrici
  • insonnia e ansia. 

Nei casi più seri, il mobbing può sfociare in disturbi depressivi, manie, dipendenza da farmaci, e persino incidere negativamente sulle relazioni sociali e familiari del soggetto.

Riconoscere il fenomeno e intervenire tempestivamente è quindi fondamentale per preservare il benessere psicologico e professionale dei lavoratori, e per mantenere un ambiente lavorativo sano e produttivo.

quali sono i casi di mobbing?

Il mobbing sul lavoro può manifestarsi in due forme principali: orizzontale e verticale. Entrambe le tipologie possono avere un impatto devastante sulla salute mentale e sul benessere dei lavoratori, nonché sull'ambiente aziendale in generale.

mobbing orizzontale.

Il mobbing orizzontale si verifica tra colleghi che operano sullo stesso livello gerarchico o occupano posizioni simili all'interno dell'azienda. Questa forma del fenomeno può essere molto insidiosa, in quanto coinvolge individui che normalmente dovrebbero collaborare come pari.

Tra le manifestazioni più comuni del mobbing orizzontale rientrano:

  • sabotaggio professionale, che include azioni volte a ostacolare il lavoro altrui;
  • diffamazione, pettegolezzi e isolamento sociale, mirati a danneggiare la reputazione e le relazioni interpersonali della vittima;
  • manipolazione delle informazioni, creando intenzionalmente incomprensioni o disinformazione;
  • comportamenti ostili aperti o sottili, che possono deteriorare il clima di lavoro.

mobbing verticale.

A differenza del mobbing orizzontale, il mobbing verticale si manifesta attraverso l'abuso di potere esercitato da figure gerarchicamente superiori, quali datori di lavoro, supervisori o manager, nei confronti di dipendenti subordinati. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante in quanto sfrutta la disparità di potere all'interno dell'organizzazione.

Le modalità con cui il mobbing verticale può presentarsi includono:

  • critiche costanti e non costruttive, volte a sminuire professionalmente e personalmente il lavoratore
  • umiliazioni pubbliche o private, atte a demoralizzare la vittima
  • assegnazione di compiti irrealistici o impossibili, creando la prospettiva di un fallimento programmato
  • discriminazione aperta o velata, che può basarsi su età, genere, origine o altre caratteristiche personali;
  • minacce, sia esplicite che implicite, che instaurano un clima di paura e insicurezza.

Le ripercussioni sulle vittime sono comparabili a quelle del mobbing orizzontale, con effetti devastanti sulla salute mentale, l'autostima e il rendimento professionale.

La formazione dei manager e la sensibilizzazione su queste tematiche sono passi fondamentali per costruire una cultura aziendale basata sul rispetto reciproco e la collaborazione.

mobbing e straining, punti di unione e principali differenze.

Mobbing e straining sono due concetti che, pur riguardando situazioni negative in ambito lavorativo, presentano differenze sostanziali nel loro impatto e nelle loro manifestazioni. 

Il mobbing si focalizza su comportamenti molestanti e aggressivi tra colleghi o tra superiori e subordinati. Lo straining, invece, si concentra sulle condizioni di lavoro e sullo stress ad esse associato. Questo termine si riferisce a situazioni in cui i dipendenti sono sottoposti a eccessivi livelli di pressione lavorativa, spesso dovuti a carichi di lavoro insostenibili o aspettative irrealistiche da parte dei superiori.

Nonostante le differenze, entrambi i fenomeni condividono la caratteristica di creare un ambiente lavorativo ostile. Entrambi possono incidere negativamente sul benessere psicofisico dei lavoratori, portando a conseguenze serie come stress lavoro-correlato, ansia, depressione e altri disturbi legati al lavoro.

qual è il mobbing più frequente?

Identificare la più frequente delle diverse tipologie di mobbing è complesso, in quanto può presentarsi in molteplici forme e contesti. La natura del mobbing è infatti caratterizzata da una varietà di comportamenti che possono differire ampiamente a seconda dell'ambiente lavorativo e delle dinamiche interpersonali.

Spesso, nel mobbing non si verifica una singola forma di molestia, ma piuttosto una combinazione di diversi tipi di comportamenti ostili. 

La percezione del mobbing può inoltre variare da individuo a individuo. Ciò che una persona può considerare un semplice disaccordo o una pressione lavorativa normale, un'altra potrebbe percepirlo come un chiaro atto di mobbing. Questo dipende da molti fattori, tra cui la sensibilità personale, le esperienze passate e il contesto specifico del luogo di lavoro.

Le circostanze e le dinamiche personali giocano un ruolo cruciale nel determinare come un comportamento venga percepito e vissuto. Fattori come la cultura aziendale, le relazioni interpersonali e la posizione gerarchica possono influenzare sia la manifestazione del mobbing che la sua percezione.

mobbing: i riferimenti normativi.

Nonostante l'assenza di una normativa specifica in Italia riguardante il mobbing, esistono riferimenti normativi che possono essere utilizzati per tutelare i lavoratori.

La Costituzione Italiana fornisce la base per la tutela della dignità della persona, elemento chiave nella lotta contro il mobbing. Articoli costituzionali che enfatizzano il rispetto dei diritti umani e la dignità personale sono applicabili in contesti di lavoro ostili, offrendo una protezione indiretta contro questa pratica.

Il Codice Penale italiano contempla diverse fattispecie che possono essere ricondotte al mobbing. In particolare, il concetto di tutela della salute del lavoratore, intesa come stato di completo benessere psicofisico, è centrale. Azioni legali contro il mobbing possono quindi basarsi sulla violazione di questo principio fondamentale.

In assenza di leggi specifiche, la giurisprudenza ha un ruolo cruciale nel definire i contorni legali del fenomeno. Le sentenze e le decisioni dei tribunali contribuiscono a chiarire i casi di mobbing e a stabilire precedenti per la tutela dei lavoratori.

il risarcimento danni.

Recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno chiarito che i dipendenti vittime di mobbing possono avere diritto a un indennizzo dall'INAIL per disturbi come ansia e depressione causati dal fenomeno. Tuttavia, è essenziale che la vittima dimostri il nesso di causalità tra l'ambiente lavorativo e l'insorgere della patologia per poter accedere a questo tipo di risarcimento.

qual è la procedura per richiedere il risarcimento?

Per avviare la procedura di risarcimento, la vittima di mobbing deve presentare una denuncia e consultare consulenti legali e professionisti del settore, come avvocati specializzati in diritto del lavoro o associazioni sindacali. È importante agire tempestivamente per far valere i propri diritti.

quali danni possono essere risarciti?

Il risarcimento può coprire una varietà di danni subiti dalla vittima, tra cui costi per trattamenti psicoterapeutici, spese mediche e acquisto di farmaci. Ogni caso di mobbing ha le sue peculiarità e deve essere valutato individualmente, tenendo conto delle circostanze specifiche e dell'impatto del mobbing sulla vita della vittima.

Attualmente non esiste una normativa specifica che regolamenti in modo dettagliato il risarcimento per mobbing. Pertanto, le decisioni sui risarcimenti vengono prese caso per caso, basandosi sui principi generali del diritto e sulle sentenze della giurisprudenza.

Le vittime di mobbing devono essere consapevoli dei loro diritti e delle possibilità di ottenere un risarcimento per i danni subiti. Consultare professionisti esperti è un passo fondamentale per affrontare il processo legale e ottenere l’eventuale risarcimento cui si avrebbe diritto.

chi è tipicamente oggetto di mobbing?

Il mobbing sul lavoro può colpire qualsiasi individuo, ma certi fattori possono aumentare il rischio di diventare vittime di questa forma di violenza psicologica. Comprendere chi è più comunemente bersaglio del mobbing può aiutare le organizzazioni a sviluppare strategie preventive più efficaci.

  • dipendenti in posizioni subalterne: Individui in ruoli meno autorevoli o con minor potere decisionale sono spesso più esposti al mobbing, in quanto possono essere percepiti come obiettivi più facili.
  • diversità e discriminazione: Persone che si distinguono per età, genere, etnia, orientamento sessuale o altre caratteristiche possono essere bersagli di pregiudizi e discriminazioni, quindi più vulnerabili al fenomeno del mobbing.
  • valutazioni di prestazione: Dipendenti le cui prestazioni sono percepite come eccessivamente alte o basse rispetto alle norme del gruppo possono diventare bersagli, sia per invidia sia perché percepiti come carenti a livello di competenza.
  • caratteristiche personali: Timidezza, introversione o una diversità di pensiero possono essere erroneamente interpretate come debolezze o minacce, aumentando il rischio di diventare vittime di comportamenti aggressivi.
  • situazioni personali difficili: Dipendenti che attraversano periodi difficili, come problemi familiari o di salute, possono apparire più vulnerabili e quindi diventare obiettivi di mobbing.
  • conflitti interpersonali e competizione: Situazioni di tensione, competizione o conflitti non risolti possono degenerare in episodi di mobbing.

Tuttavia è fondamentale riconoscere che il mobbing non è limitato a specifiche categorie di lavoratori. Può colpire chiunque in qualsiasi posizione. La causa scatenante non deve essere quindi fatta ricadere sulle vittime, ma sullo specifico contesto aziendale e/o culturale che potrebbe aver favorito la sua comparsa. 

come capire se si è vittima di mobbing? 10 segnali da considerare.

Capire se si è vittime di mobbing può non essere immediato, poiché le forme di molestia possono essere sottili o manifestarsi in diversi modi. È tuttavia importante essere consapevoli di alcuni segnali che possono indicare la presenza di un comportamento molesto sistematico:

  1. Se noti una frequente esposizione a comportamenti negativi, offensivi o aggressivi da parte di colleghi o superiori, potrebbe trattarsi di mobbing
  2. Essere deliberatamente esclusi da attività di gruppo, riunioni o notare un cambiamento nell'atteggiamento degli altri nei tuoi confronti potrebbe essere un segno di isolamento intenzionale.
  3. Cambiamenti significativi nel proprio comportamento, la comparsa di ansia, depressione, insonnia o stress eccessivo, possono essere indotti da un ambiente lavorativo tossico.
  4. ricevi critiche costanti, anche su questioni insignificanti o non correlate al lavoro, che minano la tua autostima;
  5. Se sei oggetto di umiliazioni pubbliche o commenti offensivi, potresti essere vittima di mobbing.
  6. La mancanza di assistenza o sostegno da parte di colleghi o superiori in situazioni necessarie potrebbe indicare un tentativo di isolamento.
  7. La rimozione ingiustificata da ruoli di responsabilità o la negazione di opportunità professionali senza una spiegazione valida può essere un segnale di mobbing.
  8. Essere vittima di menzogne o distorsioni della verità volte a danneggiare la reputazione o il lavoro è un'altra forma di mobbing.
  9. Se l'ambiente di lavoro è percepito come ostile e competitivo, potrebbe essere indice di una cultura lavorativa malsana.
  10. Discriminazioni, molestie sessuali o altre violazioni dei diritti sul posto di lavoro sono spesso componenti del mobbing.

come si fa a dimostrare il mobbing?

Dimostrare il mobbing in un contesto lavorativo può essere particolarmente difficile; spesso i comportamenti sono sottili e non sempre evidenti. Tuttavia, adottare un approccio metodico può aumentare le possibilità di fornire prove concrete. Ecco alcune strategie da considerare:

  • Mantieni un diario dettagliato di tutti gli incidenti rilevanti, annotando data, ora, luogo e una descrizione precisa di ciò che è accaduto. Questo registro può essere un elemento chiave per dimostrare la sistematicità dei comportamenti molesti.
  • Conserva ogni forma di comunicazione scritta, come e-mail, messaggi di testo o note, che possano attestare il comportamento moleste. Documenta anche eventuali cambiamenti nelle tue responsabilità lavorative o nella valutazione delle prestazioni che potrebbero essere correlati al mobbing.
  • identifica testimoni degli episodi di mobbing: chiedi a colleghi, amici o altri che hanno assistito a comportamenti inappropriati di rendere dichiarazioni o di fornire il loro supporto se necessario.
  • Segnala la situazione al dipartimento delle risorse umane. Molte aziende hanno linee guida e procedure specifiche per affrontare le denunce di mobbing. Documenta anche tutte le comunicazioni con l'HR relative al caso.
  • In alcuni casi, può essere necessario ricorrere a consulenza legale specializzata per valutare le opzioni e preparare una potenziale azione legale.
  • Se il mobbing ha avuto un impatto sulla tua salute fisica o mentale, raccogli documentazione medica che possa dimostrare il collegamento tra le tue condizioni di salute e il mobbing subito.
  • Se la situazione non viene risolta internamente, potrebbe essere necessario rivolgersi a enti esterni come ispettorati del lavoro o sindacati.

chi rilascia il certificato per mobbing?

Non esiste un "certificato per mobbing" come tale. Tuttavia, la documentazione medica e psicologica gioca un ruolo cruciale nel sostenere una denuncia di mobbing. Ecco come procedere per raccogliere tali documenti:

  1. referti e relazioni mediche: È essenziale raccogliere referti e relazioni mediche dal tuo medico curante o da eventuali specialisti consultati. Questi documenti possono essere fondamentali per dimostrare l'impatto del mobbing sulla tua salute fisica e mentale.
  2. valutazione dello psicologo del lavoro: Questi può fornire una relazione dettagliata che attesti le condizioni psicologiche legate al contesto lavorativo.
  3. conservare le prove raccolte (e-mail, messaggi, comunicazioni): Questi possono essere utilizzati per supportare la denuncia di mobbing, sia nelle fasi interne di gestione del caso (ad esempio, con il dipartimento HR), sia in eventuali procedimenti legali.
  4. consultazione legale: In alcuni casi, può essere necessario richiedere una consulenza legale per capire meglio come utilizzare la documentazione in un contesto giuridico.

quando si può denunciare per mobbing?

La decisione di denunciare un caso di mobbing dipende dalla situazione specifica, ma generalmente, è possibile considerare la denuncia quando si verificano le seguenti condizioni:

  • persistenza del comportamento
  • ripetitività
  • impatto sulla salute e sul lavoro
  • violazione di politiche aziendali
  • testimonianze e prove documentate
  • permanenza del problema nonostante le segnalazioni.

Prima di procedere con la denuncia, può essere utile consultare le politiche aziendali, cercare supporto sindacale e, se necessario, consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro. La denuncia di mobbing è una decisione seria, e le persone coinvolte dovrebbero cercare di raccogliere prove prima di intraprendere azioni legali.

chi risponde di mobbing? responsabilità e gestione dei casi di mobbing.

La gestione di un caso di mobbing dipende dalla figura o dalle figure responsabili del comportamento vessatorio e può richiedere un approccio collaborativo tra diversi reparti all'interno dell'organizzazione. Tra cui:

  1. dipartimento HR: il reparto delle risorse umane svolge un ruolo cruciale nel gestire le segnalazioni di mobbing, indagare sugli episodi segnalati e implementare le azioni appropriate in risposta.
  2. sindacati o associazioni di categoria: queste organizzazioni possono fornire supporto e consulenza, e in alcuni casi rappresentare i dipendenti nelle procedure legate al mobbing.

A prescindere da chi risponda, è fondamentale che l'azienda abbia politiche e procedure chiare e trasparenti per affrontare i casi di mobbing. Queste politiche dovrebbero essere ben comunicate a tutti i dipendenti e applicate in modo coerente ed equo.

Allo stesso tempo, la mera esistenza di politiche non è sufficiente. È essenziale che queste siano attuate e che vi sia un impegno da parte della direzione aziendale nel garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso. 

cosa deve fare un datore di lavoro in caso di mobbing?

In caso di sospetti o segnalazioni di mobbing all'interno dell'azienda, il datore di lavoro ha il dovere di agire in modo proattivo e responsabile. Ecco alcune misure chiave da adottare:

  • procedure standard di prevenzione e gestione: Assicurarsi che l'azienda disponga di procedure ben definite per la prevenzione e la gestione del mobbing. Questo include canali di segnalazione chiari, procedure di indagine imparziali e azioni correttive efficaci.
  • formazione e sensibilizzazione: Fornire formazione regolare a tutti i dipendenti, compresi supervisori e dirigenti, sulla prevenzione del mobbing e sulle modalità di gestione dei conflitti sul posto di lavoro.
  • canali di segnalazione sicuri: Creare sistemi di segnalazione che garantiscono la sicurezza e la confidenzialità, permettendo ai dipendenti di segnalare casi di mobbing senza timore di ritorsioni.
  • indagini imparziali: Condurre indagini tempestive ed equilibrate in risposta a segnalazioni di mobbing, garantendo un approccio imparziale e professionale.
  • intervento rapido: Se l'indagine conferma la presenza di mobbing, intervenire immediatamente per fermare i comportamenti molesti e proteggere le vittime.
  • supporto alle vittime: Fornire assistenza alle vittime di mobbing, che può includere accesso a servizi di consulenza, concessione di permessi retribuiti e altre forme di supporto.
  • misure correttive a lungo termine: Implementare azioni volte a prevenire la ripetizione di episodi di mobbing, migliorando la cultura aziendale e le politiche interne.
  • conformità legale: Assicurarsi che tutte le azioni siano in linea con le leggi e le normative antidiscriminazione vigenti.
  • comunicazione trasparente: Mantenere i dipendenti informati sui risultati delle indagini e sulle misure adottate, promuovendo la trasparenza e la fiducia all'interno dell'organizzazione.

cosa fare per difendersi dal mobbing?

Il primo passo per uscire dal ruolo di vittima è chiedere aiuto. Aiuto da ricercare al tempo stesso in due diversi ambiti: psicologico e giuridico.

Intraprendere un percorso psicoterapeutico può aiutare a recuperare l'autostima, a gestire lo stress emotivo e a rafforzare la resilienza di fronte alla violenza psicologica. Un professionista può offrire strategie per affrontare la situazione mantenendo la calma e la chiarezza mentale. Inoltre, il supporto di uno psicologo può aiutare anche a trovare il coraggio di denunciare gli atteggiamenti all’interno dell’azienda.

È importante far sentire la propria voce all'interno dell'azienda. Inizia con il parlare apertamente degli episodi di mobbing con i colleghi e, successivamente, con i superiori. La segnalazione ai responsabili delle risorse umane o alla direzione aziendale può avviare un'indagine interna.

Nel caso in cui l'azienda disponga di canali interni per la gestione del mobbing, come una linea di assistenza o un ufficio dedicato, sfrutta queste risorse.

Se le azioni interne non portano a una soluzione potrebbe essere opportuno valutare l'assistenza legale. Un avvocato specializzato in diritto del lavoro può fornire consulenza sulle opzioni disponibili, inclusi il risarcimento danni o la reintegra nel posto di lavoro. Esistono associazioni, sportelli di mobbing presso le ASL e sindacati che possono offrire supporto e orientamento. Queste risorse possono anche assisterti nel percorso legale e nell'ottenere giustizia.

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