Il 2023 è stato un anno di transizione per il mercato del lavoro. Ad oggi, i mercati globali rimangono caratterizzati da particolari turbolenze e la talent scarcity, così come il bisogno di competenze qualificate, continuano a rimanere una sfida per le aziende. 

Nel frattempo, le aspettative dei talenti sono cambiate. Vogliono qualcosa di più di una buona retribuzione. Ad esempio: opportunità di apprendimento, senso di appartenenza e equilibrio tra lavoro e vita privata. Richieste che i datori di lavoro dovranno riuscire a soddisfare, capendo cosa motiva realmente i propri dipendenti, se intendono mantenere il proprio vantaggio competitivo.

Da considerare anche i trend che caratterizzeranno il settore HR nel 2024 come, ad esempio, l'intelligenza artificiale e l'aumento della domanda per ruoli altamente qualificati. Il tutto in un contesto di incertezza economica globale e di conflitti geopolitici. 

Quali, dunque, le previsioni per il mercato del lavoro nel 2024? E in che modo le aziende potranno affrontare con successo questi cambiamenti?

Vediamolo attraverso le parole di Sander van ‘t Noordende, CEO di Randstad.

1. human capital e AI: l’intelligenza artificiale cambierà il mondo del lavoro. 

Se c'è una tendenza che ha catturato l'attenzione del mondo quest'anno, è l'intelligenza artificiale. Il 2023,infatti, è stato l'anno in cui l'AI generativa (generative AI) è diventata mainstream.

È presumibile, dunque, che anche in questo 2024 questo tema rimarrà al centro dell’attenzione dei governi, del dibattito pubblico e delle strategie aziendali per le risorse umane. 

E non è un caso: secondo le stime del WEF, le nuove tecnologie potrebbero svolgere fino al 48% di tutte le attività entro il 2025. Questa tecnologia, dunque, sarà destinata a rivoluzionare il mondo del lavoro, in modi che non abbiamo ancora immaginato, e presto sarà possibile vederne i benefici sul mondo del lavoro, nella gestione del personale e negli approcci di talent management. 

Come per altre rivoluzioni tecnologiche, porterà con sé sconvolgimenti ma anche opportunità di crescita. 

Uno dei vantaggi sarà quello di ridurre le sfide dettate dalla carenza di lavoratori e competenze. L'aumento dell'uso dell'AI, infatti, contribuirà all'aumento della produttività e dell'efficienza, a sopperire a ruoli difficili da reperire nel mercato e ad aumentare l'innovazione.

Allo stesso tempo, le aziende inizieranno a investire in modo significativo nelle opportunità di apprendimento e sviluppo legate all’'intelligenza artificiale, di cui c'è grande bisogno: secondo un recente studio di Randstad quasi un quarto dei lavoratori (22%) dichiara di volere un supporto di apprendimento e sviluppo per l'utilizzo dell'AI, ma al momento solo il 13% ha dichiarato di averlo ricevuto negli ultimi 12 mesi.

intelligenza artificiale e risorse umane: l'impatto dell'AI sul mondo del lavoro.

scopri il report

2. aumento della domanda per ruoli lavorativi e skill altamente qualificati.

L'innovazione tecnologica e il progredire dell’AI cambieranno senza dubbio la forma stessa della forza lavoro. Da un lato, generando nuovi posti di lavoro, dall’altro eliminando totalmente alcuni ruoli.

Ciò significa che nei prossimi anni, in alcuni casi, assisteremo a un forte spostamento dei lavoratori da ruoli operativi verso posizioni più altamente qualificate. Un fenomeno che potrebbe essere accelerato anche da un un nuovo approccio all’assunzione, maggiormente basato sulle competenze (vedi: skill based hiring). 

Il WEF, in questo senso, prevede che la crescita dei posti di lavoro sarà trainata dalla tecnologia, dalla digitalizzazione e dalla sostenibilità: ecco perché ruoli come gli specialisti di AI e di machine learning occuperanno i primi posti nell'elenco dei ruoli in più rapida crescita.

Un cambiamento che deve essere visto come un vantaggio per i talenti, che verranno progressivamente liberati da compiti amministrativi o ripetitivi, per concentrarsi piuttosto sulle relazioni e sugli aspetti "umani" . Un modo per esplorare carriere più interessanti e soddisfacenti.

in-demand skill report: le competenze lavorative più richieste dalle aziende nel 2024.

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3. un approccio personalizzato per un mercato del lavoro in evoluzione. 

In questo momento i talenti scarseggiano e le competenze richieste sono sempre più difficili da trovare. Ciò comporta un aumento delle richieste da parte delle aziende, siano esse PMI o grandi multinazionali.  

In questo contesto, si rendono sempre più necessarie competenze specifiche e partner specializzati che sappiano comprendere e affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro. 

I nostri clienti, ad esempio, cercano tutti la stessa cosa. Vogliono servizi e soluzioni che li aiutino ad affrontare le grandi sfide HR, come la flessibilità, l'agilità e una pipeline sostenibile di talenti con le giuste competenze.

Ecco perché ci siamo posti l'obiettivo di diventare la talent company  più equa e specializzata al mondo.

 A tal fine, ci stiamo organizzando attraverso quattro specializzazioni, ognuna delle quali avrà una propria strategia e un proprio obiettivo di crescita. 

Le specializzazioni porteranno concentrazione e distinzione, consentendo a Randstad di crescere più velocemente e di offrire risultati migliori ai nostri clienti e ai nostri talenti. Una strategia ci aiuterà a realizzare le nostre ambizioni.

4. flessibilità: un nuovo imperativo per soddisfare le richieste dei talenti.

Nel 2023 abbiamo assistito a un disallineamento tra lavoratori e datori di lavoro in relazione al tema del lavoro flessibile

Molti professionisti considerano ormai il remote work e il lavoro ibrido la norma e hanno cambiato la loro vita in base a questa convinzione. D’altro canto, le aziende stanno cercando di individuare la soluzione ideale per i propri team.

Il motivo principale risiede nelle preoccupazioni della leadership e degli HR leader rispetto alla produttività del lavoro e alla convinzione per cui il lavoro da remoto possa portare a una diminuzione della capacità d’innovazione. O, ancora, per i lavoratori più giovani, la necessità della presenza in ufficio per crescere e imparare al meglio all’inizio della loro carriera. 

D'altra parte, è innegabile che il lavoro a distanza abbia portato notevoli vantaggi, sia alle aziende che ai lavoratori. 

  • Da un lato, aprendo le porte a un bacino di talenti globale e più diversificato e consentendo un risparmio sui costi del personale e delle strutture. 
  • Dall’altro, migliorando il work-life balance dei dipendenti. Un aspetto che, per molti, non è più negoziabile: secondo i dati del Randstad Workmonitor, infatti, più di tre quarti (78%) dei lavoratori ha dichiarato di avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata e la maggioranza non accetterebbe un nuovo lavoro se questo avesse un impatto negativo.

In questo contesto, pertanto, la domanda di flessibilità lavorativa non mostrerà segni di rallentamento. 

Ciò significa che nel 2024 i datori di lavoro dovranno cercare di capire meglio perché la flessibilità è così importante per i talenti e riconoscere che essa ha un significato diverso per persone diverse.

Le aziende che sapranno promuovere questo tipo di flessibilità e rispondere alle esigenze delle proprie persone, saranno probabilmente quelle che avranno maggior successo, in termini di employer branding, attraction e employee engagement.

5. l'equità sul posto di lavoro: un punto di attenzione per i leader hr.

Quest'anno la carenza di talenti ha reso l'equità un imperativo strategico per le aziende. Ma la realtà è che molte persone continuano ad avere un accesso limitato al mercato del lavoro, all'istruzione e all'aggiornamento professionale. 

In un periodo di forte talent scarcity, questo è un aspetto su cui porre grande focus. Nel 2024, pertanto, sarà necessario assicurarsi di creare un ambiente di lavoro equo per tutti i talenti. Non solo perché è la cosa giusta, ma anche perché diventerà sempre più un imperativo per il business.  

Oltre ad aprire nuovi bacini di talenti, l'equity potrà anche portare a una forza lavoro più innovativa, efficace e produttiva. Quando tutti si sentono accolti e hanno pari opportunità, infatti, possono contribuire con le proprie prospettive e idee uniche, portando a risultati migliori per l'organizzazione. Un aspetto particolarmente vero per i lavoratori più giovani, con oltre la metà (54%) che dichiara che lascerebbe un lavoro se non sentisse un “senso di appartenenza”.

Ma i datori di lavoro non saranno gli unici a porre maggiore attenzione a questi temi. Anche i talenti, infatti, saranno sempre più attenti ai valori legati a diversità e inclusione e chiederanno ai datori di lavoro un maggiore allineamento e azioni concrete sulle questioni che stanno loro a cuore.

il mercato del lavoro: dati e trend 2024.

Comprendere il mercato del lavoro è fondamentale per affrontare con successo le sfide HR. 

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conclusioni: trend HR 2024.

Per quanto riguarda il 2024, possiamo aspettarci che le turbolenze dei mercati globali continuino, così come continuerà a crescere la necessità di talenti qualificati e l'evoluzione delle motivazioni dei dipendenti.

In questo contesto, i leader di successo saranno quelli che comprendono veramente le priorità e le aspettative delle loro persone. Questo aiuterà le aziende a rispondere alle tendenze emergenti in continua evoluzione, mitigando gli effetti negativi.

l'autore.
Sander van ‘t Noordende
Sander van ‘t Noordende

Sander van ‘t Noordende

chief executive officer, randstad

I am the Chief Executive Officer of Randstad, the world’s largest talent company and a workplace equity advocate. Throughout my career, as a business leader, I have advocated for true equity in the workplace. The world of work is changing rapidly and with talent in the driving seat, employers must adapt to meet the growing demands for a more tailored, flexible and purpose-driven approach to work. Through our insights, such as our flagship Workmonitor report, and our ambition to be the most equitable and specialized talent company, we are well-positioned to help both talent and clients navigate the ever-changing global labor market. Prior to joining Randstad, I spent 30 years at Accenture most recently serving as Group Chief Executive of the Products Operating Group and have been featured by Fortune, CNBC, BBC, Bloomberg and the Wall Street Journal discussing the world of work.

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