Con il termine employee experience si intende l’esperienza lavorativa dei dipendenti nella sua totalità. Dalle prime fasi di contatto con l’azienda, all’assunzione, all’esperienza lavorativa quotidiana, fino all’eventuale uscita del lavoratore.

Questo concetto rientra in una visione strategica della gestione del talento che individua l’esperienza del dipendente, intesa come ogni interazione tra quest’ultimo e l'azienda, come uno dei fattori più importanti per riuscire ad attrarre e trattenere i migliori professionisti

In quest’ottica, l’esperienza del dipendente viene trattata e ottimizzata al pari di quella del cliente (customer experience) per garantire che in ogni fase dell'employer journey il lavoratore si senta gratificato, appagato e soddisfatto del proprio lavoro e dell’ambiente in cui si trova ad operare ogni giorno. 

Garantendo ai lavoratori un ambiente di lavoro positivo, un buon work-life balance, un sistema che premia il merito, benefit, formazione e ascolto, infatti, le aziende possono far fronte alla carenza di competenze e lavoratori qualificati. Con vantaggi immediati e riscontrabili in termini di performance e fidelizzazione dei dipendenti.

Scopriamo dunque cos’è l’ employee experience, quali sono le fasi che la compongono, perché è importante migliorare l’esperienza dei dipendenti e quali strumenti da utilizzare.

una ragazza sorridente in primo piano, seduta vicino ad una finestra - employee experience

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employee experience cos’è: significato e traduzione.

L’employee experience è, letteralmente, l’esperienza del dipendente in azienda.. Può essere definita come la somma di eventi, sensazioni e percezioni che una persona sperimenta nel corso della sua permanenza all'interno dell'organizzazione. 

Come avviene per la customer experience, l’attenzione viene posta sulla creazione di un’esperienza positiva, che talvolta sia in grado di superare le aspettative e che, in ogni caso, sia in grado di adattarsi e fornire risposta ad esigenze e desideri specifici della persona. 

Se la customer experience fa riferimento all'esperienza di acquisto del cliente, l’employee experience si focalizza invece sul vissuto del dipendente nel posto di lavoro, dalle primissime fasi del recruiting (si parla in questo caso di candidate experience) sino all’ultima interazione prima dell’uscita dall’azienda.

Nonostante il diverso target, dunque, il concetto di base rimane il medesimo: la centralità della persona e la ricerca di una costante soddisfazione dei suoi bisogni.

Per questo motivo, nella pratica, l’employee experience include tutti quegli aspetti che incidono sulla quotidianità del dipendente in azienda e sulla sua relazione con il datore di lavoro. Gli elementi che fanno sì che l’esperienza sul posto di lavoro sia positiva possono essere diversi: 

Occuparsi dell’employee experience vuol dire tenere conto di tutti questi aspetti in modo integrato. Ponendo attenzione a tutti i punti di contatto esistenti tra l’azienda e i propri lavoratori.

l'esperienza in azienda come un viaggio, l'employee journey.

E’ importante sottolineare che l’esperienza del dipendente non ha un andamento lineare, né va considerata come statica. Le sensazioni e il vissuto dei lavoratori possono infatti cambiare nel tempo. Per questo motivo si tratta di un aspetto che va costantemente analizzato e perfezionato. 

Non a caso si parla anche di employee journey. La metafora del viaggio è infatti quella più indicata per descrivere il percorso di un dipendente in azienda. Una storia fatta di incontri, relazioni, crescita, gratificazioni ed emozioni. 

Per ottimizzare l’esperienza delle proprie persone l’azienda deve essere in grado di identificare e mappare ogni punto di contatto e momento di interazione con i propri dipendenti, al fine di identificare le aree e gli aspetti su cui agire.

Questo, in concreto, si potrebbe tradurre:

  • in un’esperienza di assunzione semplice e fluida
  • in un inserimento in azienda supportato da un piano di onboarding personalizzato in relazione a ruolo e necessità formative del neoassunto
  • nella proposta di benefit che favoriscano la conciliazione tra vita privata e professionale
  • nella possibilità di accedere a percorsi di skilling volti alla crescita o all’aggiornamento professionale
  • in servizi di accompagnamento e ricollocamento per i dipendenti in uscita
  • e molto altro ancora

Ogni azienda, a seconda delle caratteristiche della propria realtà e delle proprie persone, avrà il compito di strutturare un'esperienza personalizzata e di valore che sia in grado di  contribuire a creare un ambiente di lavoro piacevole, aumentare la motivazione personale e l’employee engagement.

una ragazza sorridente in primo piano, seduta vicino ad una finestra - employee experience
una ragazza sorridente in primo piano, seduta vicino ad una finestra - employee experience

i momenti della employee experience.

Possiamo dire che l’employee experience ha inizio dal primo momento in cui il candidato viene a conoscenza dell’azienda e si sviluppa nel corso del tempo. Da prima durante il processo di candidatura e selezione e, successivamente, durante il percorso professionale in azienda.

Nello specifico, all’interno del concetto di employee experience si possono individuare due momenti principali:

  • candidate experience
  • talent experience

candidate experience.

Il “viaggio” del lavoratore ha inizio ancora prima dell’assunzione e dovrebbe essere fin da subito il più positivo e ingaggiate possibile. 

Affinché il brand e l’immagine aziendale conservino attrattività ed autorevolezza, infatti, è fondamentale che chiunque si approcci all’azienda rimanga positivamente colpito. 

Anche nel caso in cui la sua esperienza non dovesse proseguire e il percorso di selezione non si concludesse con l’assunzione.

talent experience.

L’esperienza prosegue ed entra nel vivo quando il candidato viene assunto in azienda e diventa a tutti gli effetti un dipendente.

Ecco quindi che i responsabili HR potranno mettere in campo tutte quelle azioni volte alla gestione e alla valorizzazione del talento, nell’ottica di favorire un’esperienza positiva e di valore.

Sarà dunque importante rispettare quanto promesso fino a questo momento ma, ancor di più, cercare di superare le aspettative.

le fasi dell'employee experience.

Come abbiamo visto, l’esperienza dei talenti inizia ancora prima della loro entrata in azienda. 

Per questo motivo è importante mappare e ottimizzare ognuna delle fasi di contatto che impatta sulla employee experience. Nello specifico, una buona strategia:

  • inizia dalle attività di employer branding, che vanno dalla promozione del brand sui social alle azioni di employee advocacy, nelle quali sono i dipendenti già inseriti in azienda a farsi portavoce dell’organizzazione di cui fanno parte.  
  • prosegue con un processo di recruiting semplice e fluido, che consenta di ingaggiare le giuste persone per il ruolo e, che in ogni caso, lasci un’immagine positiva dell’azienda, anche nel caso in cui il lavoratore non venga assunto. 
  • si concretizza con l’entrata in azienda del nuovo dipendente, che dovrà essere inserito in un percorso di onboarding ritagliato sulle sue esigenze e sulle caratteristiche specifiche del ruolo che andrà a ricoprire. Un momento molto delicato durante il quale il neoassunto scopre un nuovo ambiente di lavoro.
  • si struttura sempre più nella quotidianità del lavoro in azienda e nelle centinaia di momenti di interazione tra il professionista e l’organizzazione. Ciò comporterà la messa in atto di tutte le strategie e attività volte alla valorizzazione del professionista e alla soddisfazione delle sue necessità. Dall’offerta di retribuzione e benefit, alla formazione, alla possibilità di lavorare in un ambiente sereno e positivo, e così via.
  • si conclude con l’uscita del dipendente dall’azienda che, per rappresentare un ulteriore momento positivo, se pur nella sua delicatezza e complessità, dovrà essere gestito con l’obiettivo di valorizzare il professionista e, nel caso in cui l’uscita non sia volontaria, supportarlo in un efficace percorso di ricollocamento. – in qualunque modo questa avvenga – con la massima correttezza. 

Per favorire un’esperienza positiva e ottenere dunque un vantaggio competitivo in termini di attraction e fidelizzazione dei talenti, in ogni caso, i processi e gli strumenti dovranno essere concepiti in un’ottica di centralità della persona, non solo come professionista, ma anche come individuo.

employee experience: dati e trend.

In un mercato caratterizzato dai fenomeni quali great resignation, quite quitting e carenza di lavoratori e competenze qualificate, l’employee experience è più importante che mai per riuscire ad assicurarsi i talenti migliori e costruire insieme a loro il futuro del proprio business. Questo rappresenta un vantaggio dal valore inestimabile.

Come vedremo, anche se molto sta cambiando a livello globale, il nostro Paese sconta ancora un ritardo sul tema e la centralità dei dipendenti nelle strategie non è ancora stata pienamente recepita dai datori di lavoro italiani.

Come testimoniano i dati del Talent Trends Report di Randstad Sourceright:

  • Il 76% degli human capital leader intervistati, a livello globale, dichiara che l’employee experience ha assunto una maggiore importanza per la propria azienda negli ultimi 12 mesi. 
  • Tuttavia, in Italia, questa percentuale scende al 23%, con una forbice ampia nel raffronto globale. 

Similmente:

  • Il 54% dei leader HR intervistati intende spendere di più in programmi di benessere e sicurezza quest'anno. 
  • In Italia solo il 27%.

Da considerare come il benessere mentale e fisico, sia strettamente correlato a coinvolgimento e produttività e, dunque, una delle principali priorità per le aziende.

Questo dato, dunque, si rivela scarsamente lungimirante e in controtendenza rispetto all’evidenza, emersa dalla ricerca, secondo cui i lavoratori si trovano, attualmente, ad affrontare una situazione stressante e incerta.

 Tra i problemi più citati :

  • l'aumento dell'inflazione (36%)
  • l'incertezza economica (35%) 
  • gli effetti negativi dell'incertezza geopolitica (29%). 
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come migliorare la employee experience.

L'esperienza dei dipendenti è un aspetto fondamentale, su cui le aziende dovrebbero investire con lungimiranza se intendono ottenere un vantaggio competitivo nel lungo termine. 

Sia dal punto di vista della capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti che, di conseguenza, la possibilità di disporre delle competenze e attitudini necessarie per crescere e innovare. 

Secondo i dati del Talent Trends Report di Randstad Sourceright, per una migliore talent experience, è importante:

  • puntare sui valori e sugli obiettivi aziendali, tra cui la sostenibilità, la diversità e la trasparenza
  • promuovere l'esperienza del personale sviluppando iniziative con il contributo iniziale dei dipendenti, feedback regolari e collaborazione tra tutti i tipi di talenti come esercizio di creazione di relazioni.

Per massimizzare l’efficacia delle azioni volte a potenziare l’employer experience, tutti i punti di attenzione appena citati dovranno essere calati in modo strategico e coerente in tutte le fasi dell’employee journey.

Ma non solo. Per avere successo, le aziende devono anche:

  • porre attenzione alla trasformazione delle risorse umane e alla valutazione continua dei processi, delle tecnologie e delle politiche che hanno un impatto sui lavoratori interni ed esterni
  • sfruttare l’analisi dei dati interni ed esterni per determinare, in tempo reale, le proprie esigenze attuali e future in ambito di risorse, l'offerta di competenze disponibili internamente ed esternamente, le strategie per rimanere competitive mediante stipendi e benefit e le tecniche per prevedere quali posizioni sarà facile o difficile coprire.
  • liberare il potenziale delle persone attraverso soluzioni di mobilità interna e costruire un motore di apprendimento e sviluppo continuo per migliorare le performance aziendali.
  • ottimizzare gli investimenti in tecnologie per migliorare la creazione di valore.
  • continuare a promuovere iniziative a favore del benessere.

strumenti digitali e tecnologie a sostegno dell'esperienza dei dipendenti.

L’employee experience può essere supportata da una serie di strumenti tecnologici.

Pensiamo ad esempio ai video-colloqui, alle attività di gamification nel corso del recruiting, alle funzionalità delle piattaforme social, i supporti per lo smart working, al brainstorming online e al digital mentorship che consentono di mantenere un elevato grado di coinvolgimento anche quando si lavora da remoto

Più in generale, comunque, la presenza di software HR può aiutare la gestione delle risorse umane in azienda. Tramite strumenti digitali si possono automatizzare tutta una serie di operazioni noiose e ripetitive non solo per il reparto HR, ma anche per gli stessi lavoratori. 

Si possono ad esempio utilizzare strumenti per:

  • seguire le fasi di onboarding
  • condividere e comunicare piani ferie
  • ottimizzare i processi di comunicazione interna

Tutti elementi che possono rendere più fluida e soddisfacente l’esperienza del lavoratore.

Inoltre, le soluzioni di hr analytics e people analytics consentono alle aziende di migliorare il processo di employee experience individuandone punti di forza e debolezza. Si possono incrociare le principali metriche aziendali con i risultati di sondaggi aziendali per individuare problematiche latenti. 

Ad esempio, tramite il feedback offerto dai propri lavoratori sulla base delle loro esperienze, è possibile indagare le cause di un elevato turnover all’interno di un determinato team, così da fornire concretezza a quello che altrimenti sarebbe un freddo dato numerico.

conclusioni.

Come abbiamo visto in questo articolo, garantire una employee experience positiva è  estremamente importante perché impatta direttamente su:

  • produttività
  • turnover aziendale
  • assenteismo
  • capacità di innovazione 
  • employer brand 

D’altro canto, lavorare su questi elementi non è né facile, né tantomeno scontato. L’esperienza del lavoratore è una realtà estremamente vasta e variegata e gli aspetti di cui tenere conto sono tantissimi. 

Affidarsi ad un partner specializzato può aiutare le aziende a strutturare una people strategy efficace, migliorando l’attrattività verso i nuovi talenti e la retention delle risorse già presenti in azienda. 

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