In una situazione ideale, ogni candidato dovrebbe essere idoneo e funzionale alla posizione che dovrà occupare e i neoassunti dovrebbero collaborare in piena sintonia. La realtà, però, nella maggior parte dei casi, è diversa. Il turnover del personale, infatti, è un fatto piuttosto comune e, in questi casi, è necessario assumere nuove risorse per sostituire quelle che lasciano l'azienda.

Alcuni tipi di turnover dei dipendenti, però, possono essere positivi. Sostituire risorse poco produttive con nuovi assunti particolarmente entusiasti, ad esempio, spesso può giovare al morale del personale. Altri tipi di turnover sono, invece, negativi. Quando dipendenti produttivi si licenziano perché insoddisfatti, l’azienda può risentirne.

La buona notizia è che il turnover può essere gestito. Vediamo cosa significa turnover, come calcolarlo e quali soluzioni adottare per porvi rimedio.

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cosa si intende per turnover del personale?

Con "turnover del personale” (traducibile in italiano con "tasso di ricambio del personale")  si intende la misura e la frequenza con cui i dipendenti attuali lasciano l'azienda, per essere sostituiti da nuovi assunti in entrata.  

Ogni azienda sperimenta un certo tasso di turnover, che può variare da settore a settore. Nel complesso, dunque, non si tratta di un elemento negativo, quanto più di un processo fisiologico: alcune persone per quanto soddisfatte e motivate, possono lasciare l'azienda a favore di nuove opportunità di carriera o esigenze personali. Al tempo stesso, questo comporterà l'assunzione di nuovi talenti che, se selezionati correttamente, potranno portare nuovo valore all'azienda, punti di vista differenti e nuove competenze e attitudini.

In alcuni casi, tuttavia, il turnover dei dipendenti può diventare "patologico" e compromettere lo svolgimento dell'operatività e del business, con un impatto negativo anche sulle persone che rimangono in azienda.  In questo caso è bene indagare correttamente le cause per cui i dipendenti lasciano l'azienda al fine di porre rimedio a eventuali criticità che impattano sul loro benessere e la loro soddisfazione.

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tipologie di turnover dei dipendenti.

Esistono diverse tipologie di turnover:

  • turnover positivo
  • turnover negativo
  • turnover volontario
  • turnover involontario
  • licenziamenti per esubero

Ecco in cosa consistono e quali sono le conseguenze per l’azienda.

turnover positivo e negativo a confronto.

Ci sono casi in cui il turnover dei dipendenti può essere positivo per l’azienda. L'uscita dall’organizzazione di lavoratori poco produttivi o dipendenti con atteggiamenti negativi può effettivamente contribuire a migliorare il morale. Le risorse inadeguate sono costose da mantenere e possono causare cali della produttività. Sostituirli con talenti nuovi ed entusiasti favorisce quasi sempre l'aumento dei livelli di rendimento dei team. 

In un mercato stagionale, ad esempio, potrebbe essere necessario ridurre la forza lavoro durante la bassa stagione. In tal caso, il turnover è necessario in quanto consente di eliminare  i costi legati alle risorse in eccesso.

I lavoratori più brillanti che si dimettono lasciano, invece, alle loro spalle un'enorme eredità da raccogliere. Se disilluse, frustrate o annoiate, le risorse più brillanti cercano nuove opportunità, lasciando gli ex colleghi alla deriva e demoralizzati. Non sorprende quindi che questo tipo di turnover non sia positivo. 

dimissioni volontarie.

Le dimissioni volontarie possono essere positive o negative. In alcuni casi, i dipendenti improduttivi preferiscono dimettersi invece di mettere a frutto quanto suggerito da feedback costruttivi. Molti professionisti HR ritengono vantaggioso questo tipo di turnover. 

La maggior parte delle volte, tuttavia, le persone cambiano il lavoro perché trovano altre posizioni più in linea con le loro competenze o i loro piani a lungo termine o perché si trasferiscono altrove. Queste tipologie di dimissioni volontarie sono negative, ma anche più facilmente controllabili.

cessazione involontaria del rapporto di lavoro.

In caso di violazione delle politiche aziendali, risultati negativi per lunghi periodi di tempo o negligenza professionale, i lavoratori devono fare i conti con la cessazione involontaria della collaborazione. Questo tipo di provvedimento, anche noto come licenziamento, è solitamente attuato come ultima istanza. 

Le cessazioni del rapporto di lavoro non avvengono sempre senza intoppi, anzi comportano un certo livello di rischio. Se non si seguono alla lettera le leggi sull'occupazione, i licenziamenti apparentemente semplici diventano più complessi. Per questa ragione, è fondamentale rispettare le leggi sul lavoro in vigore a livello locale, incluse le normative relative ai pagamenti finali, ai periodi di preavviso e alla retribuzione delle ferie in sospeso.

Le cessazioni involontarie possono avere conseguenze negative anche per gli altri componenti del personale. Quando ci sono licenziamenti, e soprattutto se sono frequenti, i dipendenti si sentono meno sicuri. Per evitare situazioni di questo tipo, è importante rassicurare gli altri lavoratori, essere trasparenti e riconoscere la bontà del loro operato.

licenziamenti per esubero.

I licenziamenti per esubero hanno luogo quando le aziende riducono il numero di persone impiegate per rimanere solvibili in periodi finanziariamente difficili. Gli esuberi si verificano anche al termine di progetti stagionali o per altri motivi aziendali. La pandemia, ad esempio, ha causato licenziamenti per esubero in vari settori. Nonostante la diffusione di sovvenzioni governative, molti lavoratori hanno perso il proprio lavoro e hanno dovuto richiedere fondi per la disoccupazione. 

Gli esuberi sono generalmente percepiti come un tipo di licenziamento "legittimo", purché i datori di lavoro non utilizzino criteri non equi nella scelta dei lavoratori da dimettere. Quando vengono licenziate, le persone hanno spesso diritto a trattamenti di fine rapporto. Per questo motivo, è importante essere adeguatamente informati sulle leggi locali in materia di occupazione prima di procedere.

come si calcola il turnover del personale?

Calcolare il turnover dei dipendenti è facile. 

  1. Prima di iniziare, determina l'intervallo di tempo che vuoi valutare: la maggior parte delle organizzazioni calcola il turnover al livello trimestrale o annuale. 
  2. Quindi, stabilisci quanti dipendenti avevi all'inizio e alla fine del periodo interessato. Somma queste due cifre e dividile per due per determinare un numero medio di dipendenti. 
  3. Quindi, aggiungi il numero di persone che hanno lasciato l'azienda durante l'intervallo di tempo in questione.

 Per calcolare la percentuale di turnover, utilizza l'equazione seguente:

(Lavoratori che hanno lasciato l'azienda ÷ numero medio di lavoratori) x 100 = percentuale di turnover dei dipendenti

Immagina che il numero di dipendenti corrisponda a 200 il 1° gennaio e a 196  il 31 dicembre:

(200 + 196) ÷ 2 = 198 dipendenti medi

20 persone hanno lasciato l'azienda tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. 

Tenendo presente questa cifra, ecco come calcolare la percentuale di turnover dei dipendenti:

(20 ÷ 198) x 100 = 10,1% di turnover dei dipendenti

Se impieghi personale temporaneo o stagionale, calcola il turnover di questo gruppo separatamente rispetto alle risorse fisse a tempo pieno e part-time. In questo modo, puoi tenere traccia dei costi relativi al personale in modo più accurato.

turnover effettivo.

Con il termine turnover effettivo si fa riferimento al numero di dipendenti persi in un determinato periodo di tempo. La maggior parte delle aziende lo calcola a livello mensile. Uno dei motivi migliori per calcolare il turnover effettivo è la possibilità di tenere sotto controllo le dimissioni, le cessazioni e gli esuberi man mano che si verificano.

Per ottenere la percentuale di turnover effettivo, è sufficiente utilizzare l'equazione generale per il turnover indicata sopra, sostituendo la media annuale di dipendenti con quella mensile.

turnover annualizzato

Una volta ricavate le cifre del turnover effettivo, è possibile calcolare il turnover annualizzato. Il turnover annualizzato corrisponde al turnover previsto al mese o all'anno e il valore ricavato può essere utilizzato per pianificare i costi di assunzione in anticipo. 

Per calcolare la media mensile:

  1. somma il numero medio di dipendenti per ogni mese, quindi dividi il totale per 12.
  2. dopodiché, aggiungi il numero di dipendenti persi ogni mese e dividi il totale per 12 per ottenere una media mensile
  3. infine, inserisci le cifre nell'equazione generale per il turnover per conoscere la percentuale media mensile
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quando il turnover è considerato alto?

Una percentuale di turnover pari allo 0% è semplicemente irrealistica. Qual è quindi un tasso di turnover realistico? Quando invece è considerato alto? La risposta dipende dal settore. 

I tassi di turnover nel settore manifatturiero, ad esempio, variano da Paese a Paese: alcuni produttori cinesi di elettronica registrano percentuali fino al 300%. Negli Stati Uniti, quattro aziende manifatturiere su dieci perdono più del 20% di dipendenti all'anno. Secondo Make UK, il tasso di turnover dei dipendenti nel settore manifatturiero britannico nel 2020 è stato del 17,6%, ovvero del 14,4% superiore rispetto al 2018.

Secondo lo Human Capital Benchmarking Report della SHRM, il tasso medio di turnover del personale di tutti i settori è del 18%. La maggior parte degli intervistati ha registrato tassi tra il 12% e il 20%; secondo la SHRM, le organizzazioni nei settori non stagionali dovrebbero puntare a una percentuale di turnover del personale del 10%.

perché è importante considerare il tasso di ricambio del personale: il costo del turnover per l'azienda.

Il costo associato è tra le principali ragioni per cui analizzare il turnover: continuare ad assumere nuovi dipendenti è piuttosto costoso. Secondo un recente sondaggio di Gallup, i costi associati alla sostituzione di un dipendente possono arrivare anche al doppio del suo stipendio annuale.

Il 52% delle dimissioni volontarie, sempre secondo la stessa indagine, sarebbe evitabile. 

In altre parole, le persone lasciano il proprio lavoro per problemi risolvibili. Grazie a un'analisi approfondita del turnover del personale, si può ottimizzare la propria attività: scoprire perché i dipendenti decidono di lasciare l’azienda può aiutare ad attuare modifiche per migliorare il morale e ridurre il turnover.

quali sono i motivi alla base del turnover dei dipendenti?

Il turnover dei dipendenti avviene per un'ampia varietà di motivi. Alcune persone cambiano ambito professionale, mentre altre passano a nuove aziende a causa di ambienti lavorativi tossici. Altre ancora sono mosse da cambiamenti a livello familiare o ricevono offerte di lavoro migliori.

La maggior parte delle dimissioni volontarie avviene a causa di:

  • problemi a livello gestionale
  • mancanza di opportunità
  • burnout

Esaminiamo più in dettaglio ciascuna di queste motivazioni.

problemi a livello gestionale.

Se i responsabili rimproverano costantemente i dipendenti, gli ambienti di lavoro diventano ostili e i lavoratori si dimettono. Anche i supervisori che voglio controllare ogni singola cosa o che, all'opposto, lasciano i dipendenti completamente abbandonati a se stessi contribuiscono all'aumento del turnover. Le persone che hanno difficoltà a lavorare con i propri diretti superiori si sentono disinteressate, hanno timore di andare in ufficio e, dopo un po', trovano lavori diversi. 

mancanza di opportunità.

Le persone che non hanno opportunità di avanzamento professionale tendono a cercare lavori migliori. Le mansioni logistiche senza sbocchi non sono molto allettanti, al contrario di programmi di formazione e promozioni. Mettere a disposizione corsi di formazione professionale può mantenere alta la soddisfazione dei lavoratori più brillanti e produttivi e permettere loro di avanzare all'interno dell'organizzazione. 

burnout.

Gli ambienti di lavoro caratterizzati da elevati livelli di pressione e riposi troppo ridotti causano inevitabilmente il burnout dei dipendenti. Se le persone sono stressate e oberate di lavoro, iniziano a sentirsi sopraffatte. A meno che non abbiano l'opportunità di riorganizzare le loro attività, cercheranno nuovi posti di lavoro.

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come ridurre il turnover del personale?

I dipendenti lasciano l'azienda per molte ragioni diverse. Fortunatamente, ci sono alcune misure che si possono attuare per ridurre il tasso di turnover e migliorare la cultura aziendale. Di seguito sono riportati tre passaggi utili per aumentare la fidelizzazione dei dipendenti.

crea opportunità di formazione.

Quando l'offerta formativa è ampia, il turnover dei dipendenti diminuisce significativamente. Secondo uno studio recente, le aziende che offrono ai dipendenti molte opportunità formative hanno ridotto il turnover del 53%. I lavoratori che ricevono una formazione efficace nel settore manifatturiero affermano di sentirsi più sicuri delle loro capacità. Idealmente, la formazione dovrebbe iniziare direttamente nella fase di onboarding e continuare per tutto l'incarico del lavoratore. 

offri una programmazione flessibile.

Molti dipendenti traggono enorme vantaggio dagli orari di lavoro flessibili. La possibilità di lavorare da remoto o scegliere orari variabili è un'ottima soluzione per i genitori che hanno bisogno di andare a prendere i bambini a scuola, le persone che si sentono più efficienti nel pomeriggio e i dipendenti i cui spostamenti richiedono molto tempo. Altre persone preferiscono, invece, lavorare a progetto, piuttosto che su base oraria. 

Nel settore manifatturiero le giornate suddivise in più turni si prestano perfettamente a una pianificazione flessibile. Lo stesso vale per molte aziende del settore logistico che sono operative 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

implementa un programma di riconoscimento.

I programmi di riconoscimento dei dipendenti ben strutturati contribuiscono a migliorare il morale delle risorse e i tassi di fidelizzazione. Riconoscimenti tradizionali, come il titolo di miglior dipendente del mese, continuano ad essere particolarmente efficaci, analogamente a programmi di welfare, assegni bonus e ricompense a progetto. Per trarre il massimo vantaggio dal programma dedicato, è importante riconoscere tempestivamente i risultati ottenuti e fornire un feedback costruttivo.

gestisci il turnover dei dipendenti con Randstad.

Che sia volontario, involontario, positivo o negativo, il turnover dei dipendenti è dispendioso e altera le dinamiche del tuo ambiente di lavoro. I problemi a livello di gestione, il burnout e la mancanza generale di opportunità influiscono negativamente sui tassi di fidelizzazione e sulla produttività.

Sorprende forse che oltre la metà dei licenziamenti volontari sia evitabile. Puoi ridurre il tasso di turnover con proposte di formazione avanzata, opzioni di pianificazione flessibile e programmi di riconoscimento.

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