Ci sono situazioni in cui un’azienda si trova costretta a ridurre il personale a causa di riorganizzazioni interne, periodi di crisi o accordi individuali tra le parti. L’outplacement è pensato per accompagnare i lavoratori in uscita verso nuove opportunità professionali, attraverso percorsi ad hoc che generano benefici sia per chi lascia l’azienda sia per l’organizzazione stessa.

punti chiave da ricordare:

  • l’outplacement è un servizio che viene attivato dall’azienda e gestito da società specializzate, accreditate dal Ministero del Lavoro
  • prevede un percorso multifase, che parte dall’analisi delle competenze del lavoratore e arriva fino al reinserimento effettivo nel mondo del lavoro
  • porta vantaggi tangibili sia alle persone (riduzione dei tempi di inattività, supporto emotivo, sviluppo di nuove competenze, assistenza post-ricollocazione) sia alle aziende (employer branding, talent acquisition, brand reputation, employee retention, riduzione rischi e costi)

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un ragazzo e una ragazza che camminano a braccetto per strada
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outplacement, definizione. 

Il termine “outplacement” deriva dall’inglese e può essere tradotto con “ricollocamento professionale”. In ambito HR, identifica un servizio di consulenza finalizzato a supportare i lavoratori in uscita da un’azienda, aiutandoli a individuare nuove opportunità occupazionali.

Il processo si basa sulla collaborazione di tre attori. Da un lato, c’è l’azienda committente che si trova costretta a lasciare andare il talento; dall’altro, la società che offre il servizio di ricollocamento e svolge un’attività di supporto. Nel mezzo, ovviamente, la persona in procinto di cambiare il lavoro e alla ricerca di un nuovo impiego.

L’outplacement nasce negli Stati Uniti negli anni Sessanta del Novecento, quando la NASA, concluso il programma Apollo, promosse iniziative di ricollocazione per supportare il reinserimento nel mondo del lavoro di tecnici e ingegneri coinvolti nella missione e rimasti senza occupazione.

Da allora, il modello si è progressivamente diffuso a livello globale, diventando uno strumento sempre più utilizzato anche in Europa e in Italia. Nel nostro Paese, a occuparsi dell’outplacement sono società specializzate, accreditate dal Ministero del Lavoro.

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le fasi dell’outplacement.

Il percorso di outplacement si articola in più fasi, distinte ma strettamente interconnesse, che accompagnano il talento lungo tutto il processo di transizione verso una nuova opportunità professionale. 

Si tratta di un intervento altamente personalizzato, in cui la società di consulenza lavora fianco a fianco con la persona, aiutandola a riconoscere i propri punti di forza, definire i propri obiettivi e orientarsi nel mercato del lavoro in modo consapevole.

Sebbene ogni percorso venga costruito su misura, è possibile individuare 4 fasi principali dell’outplacement:

  1. analisi delle competenze del lavoratore. Il primo passo consiste in un’analisi approfondita del profilo professionale del talento (esperienze pregresse, competenze tecniche e trasversali, aspirazioni, motivazioni, …). L’obiettivo è ricostruire il percorso del lavoratore, valorizzare i suoi punti di forza e individuare eventuali aree di miglioramento su cui lavorare;
  2. preparazione. Una volta definito il perimetro entro cui agire, si lavora sulla revisione del curriculum vitae, sulla scrittura della lettera di presentazione e sull’ottimizzazione del profilo LinkedIn. L’accompagnamento include spesso anche simulazioni di colloquio, consulenza sull’immagine professionale e strategie per proporsi ai recruiter nel modo più efficace possibile;
  3. supporto attivo alla ricerca. In questa fase, il talento viene affiancato nella ricerca di nuove opportunità professionali. Il consulente agisce come facilitatore e guida, fornendo feedback continui e adattando la strategia in base ai risultati ottenuti;
  4. reinserimento nel mondo del lavoro. L’ultima fase riguarda l’ingresso effettivo in una nuova realtà lavorativa. Anche in questo momento, la società di outplacement continua a fornire supporto, aiutando il candidato ad affrontare la nuova esperienza con consapevolezza, gestire eventuali criticità e rendere la transizione il più possibile positiva.

Il valore dell’outplacement risiede nella capacità della società di consulenza di accompagnare la persona lungo tutto il percorso, adottando un approccio umano, pragmatico e orientato ai risultati. 

In un momento di incertezza e fragilità come quello del cambiamento professionale, ricevere supporto può fare la differenza e trasformare un periodo di smarrimento in un’opportunità di ripartenza.

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come funziona l'outplacement.

L’outplacement è un servizio attivato dall’azienda nel momento in cui, per ragioni organizzative o economiche, si trova costretta a interrompere il rapporto di lavoro con uno o più dipendenti. 

Invece di lasciare che l’uscita avvenga senza tutele, l’impresa può decidere di offrire un percorso di accompagnamento al reinserimento lavorativo, affidandosi a società accreditate presso il Ministero del Lavoro.

Il funzionamento dell’outplacement è regolato dal Decreto Legislativo n. 276 del 10 settembre 2003. Il testo normativo stabilisce che il servizio può essere attivato solo se la cessazione del rapporto non avviene per giusta causa. Può essere rivolto a un singolo dipendente o a gruppi più ampi coinvolti in processi di riorganizzazione, cassa integrazione o mobilità.

Dal punto di vista operativo, l’outplacement si articola in un insieme di attività integrate. In particolare, comprende:

  • career coaching, per potenziare la consapevolezza professionale, lavorare sul personal branding e allenare le soft skill utili ad affrontare selezioni e colloqui;
  • supporto emotivo, fondamentale per affrontare con lucidità il momento di transizione, soprattutto nei casi di licenziamenti collettivi o riorganizzazioni complesse;
  • strumenti per la ricerca attiva del lavoro, dalla redazione del curriculum vitae alla mappatura delle opportunità professionali, fino al contatto diretto con aziende e recruiter;
  • accesso a risorse e materiali di orientamento, tra cui test, assessment, report e simulazioni, per velocizzare il percorso di ricollocamento e renderlo più efficace.

L’obiettivo è duplice: offrire al talento una concreta possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro, attraverso un percorso strutturato e personalizzato, e sostenere l’azienda nella gestione responsabile del cambiamento.

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i vantaggi dell'outplacement.

Se un’azienda decide di mettere in campo un servizio di outplacement vuol dire che, pur trovandosi nella difficile situazione di dover lasciare andare uno o più suoi lavoratori, non vuole abbandonarli al loro destino. Quindi si rivolge ad una società specializzata proprio nella consulenza e nella formazione, in grado di indirizzare queste persone in uscita verso nuove opportunità professionali.

Questo tipo di sensibilità rafforza l’employer branding, con innegabili risvolti in termini di talent attraction.

L’outplacement rappresenta un’importante risorsa anche per i lavoratori. Ricevere supporto in un momento di transizione così delicato consente loro di affrontare il cambiamento con maggiore fiducia.

Vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi dell’outplacement per aziende e dipendenti.

i vantaggi per l’azienda.

Attivare un servizio di outplacement non è solo un gesto di responsabilità sociale: è anche una scelta strategica che genera benefici tangibili per l’organizzazione, sia nel breve che nel lungo periodo. Di seguito, i principali vantaggi dell'outplacement per l’azienda:

  • rafforza l’employer branding. Dimostrare attenzione verso chi lascia l’organizzazione comunica in modo chiaro un messaggio di rispetto e cura per le persone. Questo rafforza la reputazione dell’azienda e infonde fiducia anche nei dipendenti che restano, consolidando un clima di lavoro positivo;
  • favorisce la talent acquisition. I dipendenti coinvolti nei percorsi di outplacement diventano portavoce dell’attenzione dell’azienda nei confronti delle sue persone, contribuendo a creare un passaparola virtuoso. Questo incide in modo diretto sulla capacità di attrarre nuovi talenti e abbatte i costi di assunzione;
  • preserva e rafforza la brand reputation. Un’azienda che gestisce le uscite con trasparenza e responsabilità viene percepita come affidabile anche da clienti, investitori e altri stakeholder. Questo migliora il posizionamento del brand e apre opportunità di collaborazione con partner che condividono gli stessi valori;
  • favorisce l’employee retention e la produttività di chi resta. La separazione dai colleghi può generare disorientamento nei team. Offrire supporto ai lavoratori in uscita aiuta invece a contenere il senso di insicurezza e a mantenere alta la motivazione, perché dimostra che l’azienda si prende cura delle persone anche nei momenti più delicati;
  • mitiga il rischio di contenziosi e frizioni. Attivare un servizio di outplacement riduce la possibilità che le separazioni si trasformino in conflitti, tutelando la relazione tra azienda e lavoratore e garantendo una chiusura professionale del rapporto di lavoro;
  • riduce i costi della disoccupazione involontaria. Facilitare il reinserimento rapido dei dipendenti diminuisce le ricadute economiche e sociali della perdita del lavoro, generando un impatto positivo anche in termini di responsabilità aziendale verso il territorio.
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i vantaggi per i talenti.

Il valore dell’outplacement si misura anche - e soprattutto - nella sua capacità di sostenere concretamente le persone che affrontano una fase critica del proprio percorso professionale, come la perdita del lavoro.

L’outplacement è vantaggioso per i dipendenti perché:

  • facilita la transizione professionale. I servizi di outplacement aiutano il dipendente a orientarsi nel mercato del lavoro, analizzando i propri punti di forza, le competenze trasferibili e le opportunità esistenti. Questo accorcia i tempi di inattività e aumenta le probabilità di ricollocazione in un ruolo in linea con le proprie aspirazioni;
  • riduce l’ansia legata alla perdita del lavoro. Essere accompagnati in questo processo è importante anche dal punto di vista emotivo, perché aiuta a gestire lo stress, la frustrazione o il senso di inadeguatezza dovuti alla fine del rapporto di lavoro. Il lavoratore non viene lasciato solo, ma affronta questo momento delicato con al fianco un punto di riferimento;
  • offre strumenti pratici per riprendere in mano la propria carriera. I servizi di outplacement non si limitano alla ricerca di offerte di lavoro. Includono attività di career coaching, personal branding, revisione del curriculum e preparazione ai colloqui;
  • aiuta a sviluppare nuove competenze e consapevolezze. Grazie all’interazione con coach esperti, i lavoratori imparano a raccontare meglio la propria storia professionale, a valorizzare le esperienze passate e ad acquisire competenze utili anche per il futuro. Il percorso può trasformarsi in un momento di formazione personale;
  • garantisce supporto anche dopo la ricollocazione. L’accompagnamento non termina con l’assunzione presso una nuova azienda. I servizi di outplacement prevedono un supporto post-inserimento, per agevolare l’adattamento del dipendente al nuovo contesto di lavoro.

limiti dell'outplacement.

Pur trattandosi di uno strumento sempre più apprezzato per la sua utilità nel facilitare la transizione professionale, l’outplacement presenta anche alcune criticità che è importante conoscere.

Il primo limite riguarda l’efficacia percepita del servizio: non tutti i talenti, infatti, vivono l’outplacement come un’opportunità. Alcuni lo considerano un passaggio formale o, peggio, un tentativo di addolcire una decisione aziendale già presa. In assenza di una comunicazione chiara e trasparente, è possibile che il processo venga accolto con diffidenza o che non vengano colti appieno i benefici offerti.

Un altro possibile svantaggio si manifesta nei percorsi di outplacement collettivo. In questi casi, più dipendenti si trovano a competere - di fatto - per le stesse opportunità professionali, anche all’interno degli stessi settori e territori. Questo può generare tensioni tra colleghi o un clima di competitività non sempre sano, specie se il supporto fornito non è adeguatamente personalizzato.

Va inoltre considerata la variabilità nella qualità del servizio offerto. Se il percorso è troppo standardizzato, poco attento alla persona o privo di follow-up, rischia di diventare inutile.

Per risultare davvero efficace, dunque, l’outplacement va compreso, condiviso e gestito con attenzione da tutte le parti coinvolte: azienda, società di consulenza e lavoratore.

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i servizi di talent transition di Randstad Enterprise.

Randstad Enterprise è la divisione specializzata che affianca le imprese nei processi di trasformazione organizzativa, inclusa la talent transition, ovvero la gestione dell’uscita di uno o più collaboratori dall’azienda.

Aiutiamo i talenti in uscita a trovare rapidamente una nuova occupazione e supportiamoa le aziende nel salvaguardare la propria reputazione e nel preservare l'engagement e la motivazione delle persone che restano, riducendo al minimo i rischi - anche legali - legati alla separazione.

Per farlo, combiniamo tecnologia e competenze specialistiche. Una piattaforma digitale intuitiva e accessibile si integra con l’esperienza di un team di career coach dedicati, offrendo un percorso su misura per ogni persona coinvolta, che comprende:

  • career transition coaching. Consulenza individuale con un career coach esperto per definire obiettivi professionali, strategie di posizionamento e percorso di ricollocamento;
  • strumenti per la ricerca attiva del lavoro. Redazione e revisione del CV, ottimizzazione del profilo LinkedIn e affiancamento nella candidatura alle offerte più in linea con le proprie ambizioni e aspirazioni;
  • formazione continua e aggiornamento. Accesso a webinar, workshop e contenuti digitali per migliorare le proprie competenze e aumentare l’occupabilità nel mercato del lavoro.

È un servizio di outplacement che genera valore sia per l’azienda che per le persone.

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