Nel momento in cui ci si candida per una posizione lavorativa, il curriculum è il primo strumento con cui presentarsi a un’azienda. Ed è proprio tra le righe del CV che deve emergere in modo chiaro non solo chi siamo, ma anche cosa sappiamo fare.
Le hard skills sono le competenze pratiche e oggettivamente verificabili che si acquisiscono attraverso lo studio, la formazione o l’esperienza professionale, e rappresentano la base concreta su cui si costruisce l’idoneità per un determinato ruolo.
Ma attenzione: non basta elencarle. È fondamentale selezionare quelle più pertinenti in base alla posizione per cui ci si candida e inserirle nel CV in modo efficace.
In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sono le hard skills, quali sono oggi le più richieste dalle aziende, come distinguerle dalle soft skills e in che modo valorizzarle all’interno del curriculum.
indice dei contenuti:
quali sono le hard skills più richieste?
Le hard skills, o competenze tecniche, sono la base oggettiva delle nostre capacità professionali. Sono abilità specifiche che si possono apprendere, misurare e certificare. A differenza delle soft skills, che riguardano il modo in cui ci relazioniamo agli altri o affrontiamo le situazioni lavorative, le hard skills parlano di ciò che sappiamo fare nel concreto: scrivere codice, utilizzare un software, parlare una lingua straniera, analizzare un bilancio.
Con l’evoluzione del mercato del lavoro e la digitalizzazione, il panorama delle competenze professionali da sviluppare si è ampliato e diversificato. Alcune hard skills sono diventate fondamentali in quasi tutti i settori, mentre altre si confermano preziose in ambiti specifici.
Di seguito, un elenco delle hard skills più richieste oggi dalle aziende.
competenze digitali e informatiche.
Avere una certa padronanza degli strumenti informatici è oggi necessario. Le aziende cercano candidati capaci di utilizzare software gestionali, CRM, pacchetti Office (Excel in primis), strumenti di collaborazione online e piattaforme cloud.
Chi padroneggia linguaggi di programmazione, strumenti di analisi dati, automazioni o sistemi ERP (come SAP) ha maggiori possibilità di farsi notare, soprattutto nei settori ad elevata componente tecnologica.
Le competenze digitali non sono riservate all’IT: riguardano ogni ruolo che abbia a che fare con dati, processi o comunicazione digitale.
competenze linguistiche.
La conoscenza delle lingue straniere è una skill molto ricercata dalle aziende. L’inglese è ormai lo standard minimo, ma francese, tedesco, spagnolo, portoghese o lingue asiatiche (in primis il cinese mandarino) aprono le porte a mercati internazionali e aziende multinazionali.
La padronanza linguistica va però valutata in base al contesto: un livello B2 può essere sufficiente in ambito commerciale, mentre per ruoli tecnici o legali può essere richiesto un C1.
gestione e analisi dei dati.
Viviamo nell’era dei dati. Sapere raccogliere, analizzare e interpretare grandi quantità di informazioni è diventato essenziale in settori che vanno dal marketing alla logistica, dalla finanza alla sanità.
Le competenze richieste includono l’uso di strumenti come Excel avanzato, SQL, Python, Google Analytics, Power BI, Tableau e altri software di data visualization. La capacità di trasformare i dati in insight operativi è oggi tra le hard skills più spendibili, anche per figure non tecniche.
project management.
Avere competenze di project management significa conoscere i principali framework di gestione dei progetti (Agile, Scrum, Waterfall), saper pianificare tempi e risorse, monitorare le attività, assegnare priorità e utilizzare strumenti come Trello, Asana, Monday.com o Microsoft Project.
Le competenze organizzative, in questo contesto, si traducono in hard skills misurabili, spesso completate da certificazioni (es. PMP, Prince2).
marketing digitale.
Il marketing è diventato, in gran parte, digitale. Le aziende cercano professionisti in grado di gestire campagne pubblicitarie online, creare funnel di conversione, curare la SEO e analizzare le performance attraverso tool come Google Ads, Meta Business Suite o HubSpot.
Anche la conoscenza delle piattaforme di e-mail marketing, dei CMS come WordPress e delle basi di copywriting sono competenze molto apprezzate, soprattutto nel settore B2C.
competenze amministrativo-contabili.
Saper leggere un bilancio, gestire la contabilità generale, preparare una nota spese o monitorare gli scostamenti di budget sono abilità fondamentali per ruoli amministrativi, finanziari o di controllo di gestione.
Sono richieste conoscenze normative, padronanza dei principali software gestionali e precisione. Anche in questo ambito, l’automazione ha cambiato il modo di lavorare, ma non ha tolto valore alla competenza tecnica: al contrario, ne ha aumentato la richiesta.
strumenti di design e creatività digitale.
Chi lavora nella comunicazione, nel branding o nel product design deve saper usare software come Adobe Photoshop, Illustrator, InDesign, ma anche strumenti come Figma o Canva.
La capacità di progettare esperienze visive efficaci, mockup o interfacce digitali è una hard skill sempre più richiesta nel mondo digitale, così come la competenza nell’UX/UI design.
capacità di scrittura.
Non parliamo solo della correttezza grammaticale o della ricchezza del vocabolario, ma della capacità di organizzare le informazioni in modo chiaro, strutturato e coerente con l’obiettivo comunicativo.
Scrivere bene in ambito professionale significa riuscire ad adattare tono e linguaggio in base al target, sintetizzare concetti complessi, utilizzare una terminologia appropriata e costruire testi che siano al tempo stesso leggibili e funzionali.
Che si tratti di preparare una presentazione per il board, redigere una proposta commerciale, scrivere un white paper o un post per il blog aziendale, la scrittura efficace è una competenza sempre più apprezzata.
Come abbiamo visto, le hard skills non sono tutte uguali: alcune sono trasversali a molti settori, altre molto specifiche. Quello che conta è saperle identificare, aggiornare e valorizzare in funzione dei propri obiettivi professionali.
come inserirle al meglio nel proprio curriculum?
Inserire le hard skills nel curriculum in modo corretto è fondamentale per aumentare le probabilità di essere selezionati. Non bisogna limitarsi a presentarle in un elenco puntato: il vero obiettivo è dimostrare, in modo chiaro e mirato, che si possiedono le capacità richieste per svolgere il ruolo desiderato.
La prima cosa da fare è selezionare con cura le skills da valorizzare. Ma quali competenze inserire nel curriculum? La risposta dipende sempre dal ruolo per cui ci si candida, dal settore di riferimento e dal livello di esperienza richiesto. Un buon CV è quello che parla la stessa lingua dell’annuncio a cui si risponde, anticipando le esigenze del selezionatore e mettendo in risalto ciò che rende il candidato adatto a quella specifica posizione.
La personalizzazione è essenziale. Ogni candidatura dovrebbe essere presentata con un CV calibrato sull’offerta specifica: leggere attentamente la job description, individuare le parole chiave più rilevanti e verificare quali hard skills vengono richieste è il punto di partenza.
Un altro aspetto da considerare è la collocazione delle hard skills all’interno del curriculum. Possono essere inserite:
- nella sezione dedicata alle competenze, suddivise per aree (es. “Digital”, “Linguistiche”, “Tecniche”);
- nella sezione relativa alle esperienze professionali, specificando in che modo sono state utilizzate nella pratica;
- in apertura, se si vogliono valorizzare da subito alcune competenze chiave.
Un errore frequente è elencare competenze senza contestualizzarle. Dire “uso Excel” non è utile: molto meglio scrivere “gestione avanzata di fogli di calcolo per analisi di KPI e reporting mensile”. Così come è importante distinguere tra conoscenza teorica e utilizzo pratico, specificando se si possiedono certificazioni o esperienze concrete. Se, per esempio, un candidato si candida per una posizione data-driven, indicare competenze nell’utilizzo di strumenti come Power BI, SQL o Python può essere vantaggioso.
Curare con attenzione la presentazione delle hard skills nel CV aiuta a trovare le migliori offerte di lavoro e a farsi notare con maggiore facilità dai recruiter, anche perché molti software di selezione (ATS) utilizzano filtri automatici per individuare profili compatibili.
Inoltre, è utile aggiornare periodicamente il proprio curriculum inserendo nuove competenze man mano che vengono acquisite. Il mercato cambia rapidamente e molti dei lavori più richiesti oggi non esistevano dieci anni fa: la capacità di aggiornare le proprie hard skills e di presentarle nel modo corretto è essenziale per rimanere competitivi.
quali sono le differenze tra hard skills e soft skills?
Quando si compila un curriculum, è fondamentale distinguere tra hard skills e soft skills, due tipologie di competenze complementari ma profondamente diverse.
Le hard skills sono competenze tecniche, misurabili, oggettive. Rappresentano ciò che una persona sa fare concretamente: usare un software, parlare una lingua straniera, programmare in un determinato linguaggio, leggere un bilancio, analizzare dati, scrivere un testo ottimizzato per il web. Sono competenze che si apprendono attraverso la formazione, l’esperienza lavorativa o corsi professionalizzanti e che possono essere dimostrate con certificazioni, test pratici o portfolio. In un colloquio, sono spesso le prime a essere verificate perché danno un’indicazione chiara sulla preparazione tecnica del candidato rispetto alla posizione aperta.
Le soft skills, invece, sono competenze trasversali, legate al modo in cui una persona si comporta, interagisce, comunica e gestisce situazioni e relazioni. Non si imparano sui banchi di scuola, ma si sviluppano nel tempo, attraverso l’esperienza e l’auto-osservazione. Saper lavorare in team, avere una buona capacità di problem solving, essere flessibili, saper comunicare in modo efficace, gestire lo stress, dimostrare leadership: tutte queste sono soft skills da inserire nel curriculum se coerenti con il ruolo ricercato.
A livello di valutazione, le hard skills sono più facili da verificare rispetto alle soft skills. Queste ultime, però, sono spesso quelle che fanno la differenza tra un candidato valido e un candidato eccellente. Le aziende, infatti, sono sempre più consapevoli che la sola competenza tecnica non basta.
Per semplificare, le hard skills ti fanno arrivare al colloquio, ma sono spesso le soft skills a farti ottenere il lavoro. Un curriculum efficace valorizza entrambe le tipologie di competenze, al fine di trasmettere al recruiter un’immagine professionale completa.