Primo giorno di lavoro effettivo dopo una settimana di orientation e induction. Non vedi l'ora di metterti alla prova e dimostrare di essere un fast learner con i fatti.  

Sul calendar, però, compare un'inaspettata richiesta di sessione di reserve mentoring con un senior manager su come funziona un software di editing. 

Il neo assunto che fa formazione a chi è in azienda da vari anni! Non è che il mondo aziendale va al contrario? Tutt'altro. Il mentoring al rovescio porta dritto alla riduzione del digital gap. Questo appuntamento di reverse mentoring sul calendar racconta che l'azienda va nella direzione di condivisione interna delle conoscenze e delle esperienze: ad apprendere qualcosa di nuovo non sono più solo i giovani neo assunti, mentre a insegnare e dispensare pillole di saggezza non sono solo i senior. 

contenuti dell'articolo:

reverse mentoring
reverse mentoring

mentoring aziendale: significato e come funziona.

Facciamo prima un passo indietro e partiamo dal significato del più tradizionale mentoring aziendale.  

Il mentoring aziendale è un processo attraverso il quale un individuo più esperto e con competenze specifiche (il mentore) offre orientamento, supporto e consigli a un individuo meno esperto (il mentee) all'interno di un'organizzazione. Questo processo è finalizzato allo sviluppo professionale e personale del mentee, consentendogli di acquisire nuove competenze, superare sfide e crescere come professionista.

Consiste in una pratica consolidata in molte organizzazioni in tutto il mondo. Si basa sull'idea che un individuo possa apprendere e svilupparsi in modo più efficace attraverso la guida e il supporto di qualcuno con più esperienza. Il mentore è solitamente una persona anziana o un leader all'interno dell'azienda, mentre il mentee è un membro più giovane o meno esperto del team.

reverse mentoring in azienda: cos’è e perché è utile?

Nel contesto aziendale in continua evoluzione, il concetto di mentoring ha subito una rivoluzione con l'introduzione del "reverse mentoring aziendale".

Il reverse mentoring è un tipo di mentoring in cui un dipendente giovane assume il ruolo di mentore per un dipendente senior, un manager o un supervisor.

In base a questa logica, un soggetto junior condivide le proprie competenze (in genere argomenti legati alla tecnologia e ai media digitali) con il collega più senior che potrebbe avere meno familiarità in questi ambiti. 

Il reverse mentoring è entrato nelle dinamiche aziendali a seguito dell'avvento della tecnologia digitale e della rivoluzione informatica. I lavoratori più giovani spesso hanno una comprensione più profonda e naturale delle nuove tecnologie, dei social media, delle tendenze digitali e delle dinamiche di mercato emergenti. Al contrario, i professionisti più senior possono non essere altrettanto aggiornati.

L'azienda punta su un alleanza generazionale funzionale al superamento del digital gap e di altri knowledge e skill shortage che mette l'azienda nelle condizioni di crescere anche in virtù delle conoscenze e dei linguaggi che le giovani generazioni, in particolare la Gen Z, condividono con i colleghi senior e manager di altre generazioni.

reverse mentoring: il contesto.

Per la prima volta nella storia, nelle aziende lavorano insieme quattro generazioni di professionisti: i boomers (1945-1965), la Gen X (1965-1980), i millennials (1980-1997) e la Gen Z (fino al 2010). Quello che li accomuna è la loro diversità: hanno aspettative, valori, modi di lavorare e stili e capacità di apprendimento diversi. 

A causa dell’accelerazione dell’innovazione tecnologica avvenuta negli ultimi decenni e la ricaduta sulle dinamiche comunicative e relazionali, la comunicazione e l'engagement tra queste generazioni non è nè fluida nè immune da misunderstanding poiché ogni generazione è il prodotto di background culturali e sociali differenti che hanno condizionato l’emergere di etiche del lavoro, mentalità, atteggiamenti professionali  e aspirazioni di carriera spesso contrapposti. 

Pertanto, in un contesto professionale e imprenditoriale in cui lavorano professionisti di varie generazioni, non è sufficiente colmare il digital gap dei senior, ma è importante anche ridurre il divario culturale generazionale e imparare a connettere, motivare e coinvolgere i membri più giovani di team differenti. 

reverse mentoring: largo ai millennials. 

Poiché i millennial costituiscono la maggior parte della forza lavoro, sono in una posizione privilegiata per diventare mentori della senior leadership. 

Man mano che Gen Zers e Gen Alpha (l'ultima generazione) entrano e si impongono nel mercato del lavoro, garantire un collegamento tra le generazioni è fondamentale per mantenere un ambiente di lavoro che sia collaborativo.

perché il reverse mentoring è il futuro della formazionone aziendale?

Il reverse mentoring aziendale è un approccio innovativo che può portare notevoli benefici all'organizzazione, stimolando la crescita, l'innovazione e la collaborazione tra generazioni diverse. Implementando un programma di reverse mentoring, le aziende possono sfruttare appieno il potenziale delle loro risorse umane e rimanere competitive nell'ambiente aziendale sempre in evoluzione. Se sei interessato a introdurre il reverse mentoring nella tua organizzazione, considera l'opportunità di sfruttare questa preziosa fonte di formazione aziendale tra le diverse generazioni dei tuoi dipendenti. Di seguito riassumiamo i  vantaggi sia per le aziende che per i dipendenti:

  • innovazione.

L'apertura al cambiamento e alle nuove idee è fondamentale per l'innovazione aziendale. Il reverse mentoring favorisce un ambiente in cui le idee innovative possono emergere da ogni livello dell'organizzazione.

  • consolidare la cultura del long-life learning. 

Attraverso lo scambio continuo e intergenerazionale di competenze e di idee, l'azienda non è solo un luogo in cui lavorare, ma un ambiente in cui l'apprendimento non è casuale bensì istituzionalizzato e progressivo.

  • cooperazione intergenerazionale e Riduzione del Gap Generazionale
    I mentori più giovani aiutano i colleghi senior a rimanere al passo con le nuove tendenze e gli sviluppi digitali.

Con il reverse mentoring non solo si può aiutare i colleghi senior ad apprendere nuove competenze ma allo stesso tempo i giovani mentori possono spiegare ai senior ciò che sanno, facendosi conoscere meglio ed apprezzare. Il reverse mentoring aiuta a ridurre il gap generazionale, creando una migliore comprensione reciproca tra i dipendenti di diverse fasce d'età. Ciò può migliorare la collaborazione e la coesione all'interno dell'organizzazione.

  • comprensione intergenerazionale. 

Chi trova un mentore junior, trova ed apprezza anche il suo mondo. La collaborazione e la comprensione reciproca tra lavoratori di diverse fasce d'età all'interno dell'organizzazione, contribuisce a superare le barriere generazionali.

  • da junior a leader

Tutto quello scritto nella vision statement dell'azienda e quello detto nei colloqui ai candidati in merito alla volontà dell'azienda di voler investire sulle skill di leadership, quelle relazionali e di comunicazione dei neo assunti junior, trova conferma con l'applicazione del reverse mentoring, che è in grado di massimizzare il valore dei membri più giovani del team.

  • visione a 360 gradi. 

Mettere a confronto professionisti di generazioni diverse agevola la comprensione di punti di vista, linguaggi, prospettive e aspettative differenti rendendo naturale la capacità di interpretare senza preconcetti e pregiudizi i comportamenti e le istanze di colleghi, partner, fornitori e clienti di età, codici culturali e background sociali e formativi diversi. 

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