Se hai appena superato brillantemente la domanda relativa ai tuoi punti di forza durante un colloquio di lavoro, molto probabilmente ti capiterà che ti chiedano di parlare anche dei tuoi difetti.

La domanda sui punti di debolezza al colloquio di lavoro è sicuramente tra le più frequenti sottoposte ai candidati da parte dei recruiter. La risposta a questo quesito è un momento chiave nel percorso di selezione, che può davvero fare la differenza e decidere l’esito dell’intervista.

Ma come rispondere per fare buona impressione? Ecco alcune strategie per rispondere al meglio alla domanda sui tuoi difetti.

contenuti di questo articolo:

ragazza che sorride e tiene in mano una tazza
ragazza che sorride e tiene in mano una tazza

punti di forza e di debolezza al colloquio: perché vengono chiesti.

Prima di azzardare una risposta, è sempre bene chiedersi perché ci venga fatta questa domanda.

Cosa stanno cercando di capire i selezionatori?

Qual è l’obiettivo e cosa vogliono mettere alla prova?

Riconoscere i propri limiti è senza dubbio indice di maturità professionale e voglia di migliorarsi. Ma il nocciolo della questione è un altro. Non tanto i difetti in sé, quanto il modo in cui reagiamo. Per essere più chiari: gli obiettivi del selezionatore sono fondamentalmente due:

  1. Valutare la nostra reazione in una situazione di difficoltà o disagio
  2. Vedere come organizziamo e formuliamo la risposta, nella forma e nella scelta degli argomenti

Di conseguenza, bisogna concentrarsi non solo sul cosa diciamo, ma anche (e soprattutto) sul come lo facciamo. Attraverso la nostra risposta, infatti, i recruiter disegneranno alcuni tratti della personalità. Valuteranno come potremmo reagire alle difficoltà e anche quale grado di consapevolezza abbiamo, sia delle nostre capacità sia della posizione per cui ci siamo candidati.

come rispondere alla domanda: quali sono i tuoi punti deboli.

La domanda sui punti deboli è uno dei tanti quesiti a trabocchetto che i selezionatori utilizzano per cogliere in fallo i candidati. In questo caso, per non abboccare all’amo, è importante ricordarsi che chi ci troviamo di fronte non vuole sapere i nostri difetti tout court, ma solo le debolezze da un punto di vista professionale.

Ci si muove, quindi, su un filo molto sottile.

La risposta non deve essere esitante, non bisogna divagare o, peggio ancora, mostrarsi titubanti. Ciò che viene valutata positivamente è la prontezza, insieme alla capacità di districarsi nelle difficoltà.

Attenzione, però, a non rispondere o a non elencare difetti. Non rendersi conto delle proprie debolezze può essere indice di:

  • scarsa conoscenza di sé
  • incapacità di mettersi in discussione
  • tendenza alla sopravvalutazione delle proprie capacità 

punti di debolezza al colloquio: le strategie per parlarne.

Per essere il più possibile naturali e sinceri, è necessario preparare la risposta già a casa. Meglio ancora se questo lavoro viene svolto con ampio anticipo. Ecco tre consigli sempre utili (non solo prima del colloquio di lavoro) per imparare a conoscere e parlare dei nostri difetti.

  • fare spesso autocritica  
  • abituarsi a riflettere sui propri punti di forza e debolezza
  • scegliere due o tre qualità e altrettanti difetti strategici dai quali partire nell’analisi

Avere come punto di riferimento esperienze passate è sempre la strategia migliore. I recruiter apprezzano quando caliamo i nostri punti di forza e debolezza nella concreta realtà lavorativa, con esempi e riferimenti a situazioni vissute.

Ma quali sono le debolezze da utilizzare? La base di partenza deve essere la sincerità, ma la ricetta perfetta prevede anche la giusta dose di malizia. Difetti sì, ma allo stesso tempo devono anche poter essere valutati come punti di forza nell’ambito della posizione per cui ci candidiamo.

come esporre i punti di debolezza nei colloqui di lavoro

Individuati i propri punti deboli, un’attenzione particolare va riservata al modo in cui li esponiamo durante il colloquio di lavoro. È importante porre l’accento, in particolare, su cosa si stia facendo per neutralizzarli o, quantomeno, mitigarli.

Al selezionatore, infatti, interessa sapere che si è in grado di ammettere i propri errori e riconoscere i propri lati negativi, ma anche che si è disposti a impegnarsi per risolverli. Bisogna dimostrare che si sta lavorando per trasformare le proprie debolezze in punti di forza.

Un esempio concreto potrebbe essere il seguente: “Sono talmente preciso e puntiglioso che a volte impiego troppo tempo per portare a termine un progetto, ma sto provando a ridurre i tempi di esecuzione dividendo i miei progetti in tanti piccoli task e a stabilire preventivamente quanto tempo dedicare ad ognuno”.

Il segreto, in fondo, è una buona massima da utilizzare in tutti gli ambiti della vita: sempre cercare il positivo, anche lì dove sembra non esserci.

punti di forza e debolezza al colloquio: alcuni esempi.

Come abbiamo anticipato, per fare una buona impressione è sempre utile fare i compiti a casa ed arrivare già preparati all’eventuale domanda. Seguendo tutte le indicazioni che abbiamo fornito nell’articolo, proviamo a offrire alcuni esempi di punti di forza e debolezza spendibili durante il colloquio di lavoro. 

punti di forza

  • Capacità di comunicazione
    “Sono in grado di esprimere le mie idee in modo chiaro e persuasivo, sia verbalmente che per iscritto. Questa competenza mi ha aiutato a collaborare efficacemente con colleghi e clienti nel corso della mia carriera”.
  • Flessibilità
    “Mi riesco ad adattare al contesto e mi sento a mio agio nell'affrontare cambiamenti e nuove sfide. Sono disposto a imparare e a conoscere nuovi ambienti e procedure di lavoro.”
  • Orientamento ai risultati
    “Sono una persona focalizzata sui risultati e mi impegno per raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono motivato a lavorare duramente per ottenere i migliori risultati possibili”.
  • Capacità di leadership
    “Sono in grado di guidare e ispirare gli altri, portando avanti progetti con successo e motivando il team verso il raggiungimento di obiettivi comuni”
  • Pensiero critico
    “Sono abile nell'analizzare le informazioni, valutare le opzioni e prendere decisioni ponderate, contribuendo a risolvere problemi complessi in modo efficace”.

punti di debolezza

  • Perfezionismo
    “A volte tendo a concentrarmi eccessivamente sui dettagli, il che potrebbe rallentare la mia produttività. Sto lavorando per bilanciare il mio desiderio di precisione con la capacità di rispettare le scadenze”.
  • Gestione dello stress
    “In situazioni di forte pressione, potrei subire un contraccolpo. Sto sviluppando strategie personali per gestire lo stress in modo sano ed efficace. Pratico tecniche di rilassamento e sto lavorando sulle mie capacità di time management per riuscire a gestire al meglio i diversi task”.
  • Pianificazione a lungo termine
    “A volte mi concentro troppo sul presente e mi manca una visione a lungo termine. Sto lavorando sulla mia capacità di pianificare e stabilire obiettivi anche più distanti nel tempo, così da poter gestire progetti di ampio respiro”.
  • Delega delle responsabilità
    “Tendo a voler fare tutto da solo e a essere riluttante a delegare compiti. Sto sviluppando la mia fiducia nelle capacità degli altri e sto imparando a distribuire il lavoro in modo equo ed efficiente”.
  • Public speaking
    “Ho qualche difficoltà a parlare in pubblico e a presentare le mie idee in modo chiaro e convincente. Sto frequentando corsi di public speaking per migliorare la mia capacità di comunicazione e superare questa sfida”.

altre domande a trabocchetto per conoscere i pregi e difetti

Non sempre la domanda sui punti di forza e debolezza di un candidato viene posta dai selezionatori in maniera diretta. In alcuni casi, infatti, si può celare dietro quesiti più ambigui e bisogna essere bravi a centrare il punto e dare la risposta che il recruiter si aspetta. 

Ecco alcuni esempi di possibili domande nelle quali, in realtà, bisogna parlare dei propri pregi e difetti:

  • Per quale motivo un collega non dovrebbe lavorare con te?

In questo caso, è chiaro che ciò di cui il selezionatore vuole parlare sono gli aspetti positivi o negativi della propria professionalità che rendono la propria figura più o meno idonea a lavorare in gruppo. Un esempio di risposta potrebbe essere: “Nella mia precedente esperienza di lavoro ho lavorato spesso a progetti di gruppo, affinando le mie capacità di team workingproblem solving e raggiungendo obiettivi che hanno permesso all’azienda di crescere nel suo insieme. Forse per i collaboratori potrei sembrare un po’ troppo perfezionista e accentratore, ma sto lavorando per riuscire a creare un clima di fiducia generalizzata”.

  • Hai qualche rimpianto per la tua carriera lavorativa?

In questo caso, sarebbe pertinente illustrare quelle che possono essere le proprie debolezze. È importante, però, sottolineare sempre che si sta lavorando molto per superare i propri limiti allo scopo di crescere professionalmente in modo continuo.  O, in alternativa, presentare dei punti deboli borderline, che possono rappresentare anche dei punti di forza. Ad esempio: “Sono una persona molto competitiva, che è spinta a fare sempre meglio e a primeggiare. Sto lavorando molto, però, per conciliare questo aspetto del mio carattere con il lavoro di gruppo e il raggiungimento di obiettivi collettivi”.

La domanda sui punti di debolezza può essere un'opportunità per mostrare la tua maturità e capacità di crescita. Preparati con una risposta che dimostri il tuo impegno per l'autosviluppo e la tua capacità di adattamento. Ricorda che nessuno è perfetto, ma ciò che conta è come affronti le tue debolezze e cresci come professionista.

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