Secondo la Randstad Employer Brand Research, in Italia, il work-life balance è il principale fattore che determina l'attrattività di un'impresa. Ma perché l’equilibrio vita-lavoro è così importante per i dipendenti? E quali sono gli strumenti più utilizzati per garantirlo?
Randstad Employer Brand Research.
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scopri di piùIl work-life balance rappresenta tutte quelle azioni messe in campo dalle organizzazioni per bilanciare tempo libero e tempo di lavoro dei dipendenti, sempre più divisi tra impegni privati e professionali.
Di che cosa si tratta nel concreto? Solitamente, di un orario di lavoro flessibile, del rispetto del tempo libero e di un’attenzione per la qualità della vita dei dipendenti, oltre che di benefit inseriti nel sistema di welfare aziendale. Insomma, di tutti quegli elementi che possano garantire un buon equilibrio lavoro-vita privata.
Scopriamo allora in che cosa consiste il work-life balance, perché è importante e come fare a raggiungerlo.
indice dei contenuti:
- che cos’è il work-life balance: significato.
- work-life balance Italia: l’importanza dell’equilibrio vita-lavoro nelle scelte dei dipendenti.
- work-life balance ed employer branding.
- perché è importante l’equilibrio vita-lavoro per i dipendenti.
- come migliorare il work-life balance e raggiungere l’equilibrio tra vita privata e lavoro.
che cos’è il work-life balance: significato.
Con il termine work-life balance, di origine inglese, si intende letteralmente l'equilibrio tra la vita privata e il lavoro. Si tratta, dunque, della capacità di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata.
Il concetto in realtà è molto ampio: nato per la prima volta negli anni Settanta in Gran Bretagna, è divenuto di strettissima attualità soprattutto nell'ultimo periodo, in cui lo sviluppo tecnologico ha reso sempre più labile e sfocato il confine tra vita privata e sfera professionale, sia per quanto riguarda i tempi sia per gli spazi fisici del lavoro.
work-life balance Italia: l’importanza dell’equilibrio vita-lavoro nelle scelte dei dipendenti.
Il tema del work-life balance ha assunto un ruolo centrale nel dibattito sul benessere lavorativo in Italia ed è ormai diventato un elemento strategico per le aziende che vogliono attrarre e trattenere i migliori talenti.
Un equilibrio ben calibrato riduce lo stress, aumenta la soddisfazione personale e migliora il rendimento lavorativo. I dipendenti che percepiscono di avere tempo per sé, per la famiglia e per le proprie passioni, oltre agli impegni professionali, mostrano livelli più alti di motivazione, fedeltà e coinvolgimento.
Non è un caso che le aziende più competitive sul mercato siano anche quelle più attente a costruire ambienti inclusivi, rispettosi delle esigenze individuali e capaci di rispondere ai bisogni di flessibilità dei propri collaboratori.
Secondo l’indagine di Randstad sull’employer branding, il 59% dei lavoratori italiani intervistati identifica proprio il work-life balance come il fattore prioritario nella scelta di un’azienda. Questo significa che, per oltre la metà della forza lavoro, l’equilibrio vita-lavoro ha un peso persino superiore a quello della retribuzione o della carriera.
La ricerca ha evidenziato interessanti differenze: prima di tutto, emerge una chiara differenza di genere. Le donne attribuiscono al work-life balance un’importanza maggiore (64%) rispetto agli uomini, segnalando come essenziale non solo la flessibilità, ma anche un’atmosfera piacevole sul posto di lavoro, retribuzione e benefit e politiche di diversità e inclusione.
Altre differenze emergono in base alla fascia d’età degli intervistati. Se tra la Gen Z il work-life balance è centrale per il 57% degli intervistati, tra i Millennials e la Gen X si sale rispettivamente al 59% e al 61%. I Baby Boomers, invece, tendono a privilegiare un’atmosfera di lavoro piacevole.
Le persone con un livello di istruzione elevato costituiscono l’unico gruppo per cui il work-life balance emerge come la prima e più determinante motivazione per cambiare datore di lavoro. Si tratta di un dato significativo, perché evidenzia come, per i profili più qualificati, l’equilibrio tra sfera personale e professionale non sia solo un “plus” desiderabile, ma un requisito essenziale, capace di influenzare profondamente le scelte occupazionali.
Questa motivazione si conferma particolarmente forte anche tra le generazioni più giovani, che sempre più spesso valutano offerte di lavoro e contesti aziendali non solo sulla base del salario o del ruolo, ma anche della capacità dell’azienda di rispettare il loro tempo, garantire flessibilità e promuovere un modello di lavoro sostenibile.
Randstad Employer Brand Research.
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scopri di piùwork-life balance ed employer branding.
Come dimostrato dai dati appena citati, nelle aziende più virtuose la conciliazione tra tempi lavorativi e vita privata finisce per diventare un elemento distintivo nel sistema di employer branding, ossia quei meccanismi di retention e attrazione dei talenti, oltre che come fattore di benessere organizzativo in grado di migliorare la produttività aziendale.
Tuttavia, da parte delle aziende, c’è ancora molto da fare sia nel concreto sia nella comunicazione dell’importanza di questo fattore.
L’indagine, infatti, ha anche evidenziato, come già accaduto nella scorsa edizione, un significativo gap tra le aspettative e il punto di vista dei dipendenti e quella che, secondo loro, è la realtà dei fatti per quanto riguarda il profilo del datore di lavoro ideale.
Il campione coinvolto nella ricerca ritiene che l’equilibrio tra vita professionale e privata sia uno degli elementi non offerti (o non comunicati) a sufficienza dalle aziende. Queste, al contrario, sempre secondo la percezione dei lavoratori italiani, sarebbero maggiormente concentrate su aspetti quali:
- solidità finanziaria;
- sicurezza del posto di lavoro;
- buona reputazione;
- diversità e inclusione.
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scarica oraperché è importante l’equilibrio vita-lavoro per i dipendenti.
La ricerca di un equilibrio tra vita privata e lavoro è anche e soprattutto una questione di salute, mentale e fisica. Diversi studi scientifici hanno evidenziato come i sovraccarichi di lavoro siano associati a un maggior rischio di incorrere in ictus e, in generale, in problemi cardiocircolatori.
Uno studio pubblicato nel 2017 sull’European Heart Journal ha evidenziato che prolungati orari di lavoro sarebbero associati ad un più elevato rischio di fibrillazione atriale, la forma più comune di aritmia cardiaca.
A conclusioni molto simili è giunta anche un’altra indagine più recente pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology, che avrebbe individuato una correlazione tra lo stress da lavoro e alcune patologie cardiache.
Dedicare del tempo ai propri interessi staccando dal lavoro può essere fondamentale anche a livello psichico. Alcuni segnali, più di altri, sono indicativi del fatto che bisognerebbe calibrare meglio le abitudini quotidiane, ritagliandosi il giusto spazio al di fuori della sfera professionale:
- sensazione di forte stress;
- mancanza di tempo per fare qualsiasi cosa;
- disturbi del sonno;
- irritabilità;
- difficoltà relazionali;
- difficoltà di concentrazione.
come migliorare il work-life balance e raggiungere l’equilibrio tra vita privata e lavoro.
Per migliorare il work-life balance e raggiungere un vero equilibrio lavoro-vita privata è fondamentale che ci sia un impegno congiunto, da parte delle aziende e dei lavoratori.
Le aziende possono implementare politiche mirate per porre il benessere delle persone al centro delle scelte organizzative. Non basta concedere ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto: servono strategie integrate, capaci di adattarsi alle diverse fasi della vita dei dipendenti, al tipo di mansione e alle aspettative individuali.
Dal lato personale, invece, ciascun individuo deve imparare a gestire in modo consapevole il proprio tempo, stabilendo priorità, tracciando confini e valorizzando le attività che aiutano a rigenerarsi mentalmente e fisicamente. Questo significa anche sviluppare soft skill fondamentali come l’autodisciplina, l’organizzazione e la capacità di pianificazione.
Inoltre, non bisogna sottovalutare l’importanza della comunicazione aperta tra azienda e dipendenti: saper esprimere bisogni, difficoltà e aspettative permette di costruire insieme un modello di lavoro più sostenibile e soddisfacente.
flessibilità e benefit aziendali.
Gli strumenti a disposizione delle aziende per favorire il bilanciamento tra lavoro e vita privata sono molteplici. Tra i benefit aziendali più diffusi (ma non sono i soli) figurano:
- orario flessibile;
- banca ore;
- asilo nido aziendale;
- campus nei giorni di chiusura delle scuole;
- sensibilità nel fissare riunioni entro una certa ora;
- uso funzionale delle nuove tecnologie;
- maggiordomo aziendale di supporto per le commissioni personali e familiari.
Ma perché tutto ciò funzioni è necessaria una cultura basata sulla fiducia e sull’orientamento al risultato, unita a una strategia complessiva che valorizzi le persone e le diverse necessità nel ciclo di vita lavorativo.
smart working e work-life balance: la doppia faccia della medaglia.
Lo smart working è spesso presentato come un alleato del work-life balance, ma bisogna riconoscerne anche i limiti e i rischi. Da una parte, permette ai lavoratori di risparmiare tempo negli spostamenti, organizzare meglio la giornata e conciliare più facilmente esigenze personali e professionali. Dall’altra, però, porta con sé il rischio di vedere sfumare i confini tra orario lavorativo e tempo libero.
Secondo diversi studi, la produttività aumenta grazie allo smart working, ma solo se accompagnato da regole chiare e da un forte rispetto del diritto alla disconnessione. Le aziende devono quindi stabilire policy precise per evitare che il lavoro da remoto si trasformi in un’invasione continua della sfera privata.
Inoltre, lo smart working richiede una fiducia reciproca tra datore di lavoro e dipendente, unita a una formazione specifica per sviluppare capacità di auto-organizzazione e gestione del tempo. Senza questi elementi, lo smart working rischia di diventare solo una nuova forma di pressione, con effetti negativi sul benessere complessivo.
esempi concreti di miglioramento del work-life balance attuabili a livello personale.
Il tema del work-life balance non riguarda soltanto le politiche aziendali: anche i singoli individui giocano un ruolo importante nel costruire e mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata.
Se è vero che l’azienda può e deve mettere a disposizione strumenti ad hoc, è altrettanto vero che ciascuno deve sapersi organizzare, imparare a gestire il tempo e adottare abitudini che migliorano il benessere complessivo.
Vediamo insieme una serie di esempi e strategie pratiche che possono aiutare chiunque a rafforzare il proprio work-life balance, preservando il proprio tempo libero e la salute e rimanendo comunque produttivi ed efficienti sul lavoro:
- pianificazione settimanale. Uno degli errori più comuni è affrontare la settimana “giorno per giorno”, senza una visione d’insieme. Invece, prendersi del tempo - magari la domenica sera o il lunedì mattina - per pianificare impegni, scadenze e attività personali permette di stabilire priorità, evitare sovrapposizioni e ridurre lo stress. Scrivere una to-do list ragionata (con una stima realistica del tempo necessario per ciascun compito) aiuta a mantenere il controllo, restando focalizzati su ciò che conta davvero;
- stabilire orari chiari e rispettarli. Quando si lavora, soprattutto in smart working, è facile cadere nella trappola del “solo un’altra email” o “ancora un’ora, poi spengo”. Ma questa modalità rischia di creare una disponibilità costante che erode il tempo libero. Per evitarlo, è importante darsi orari chiari di inizio e fine giornata lavorativa, comunicarli chiaramente (anche al team e ai superiori) e rispettarli. Riconoscere il proprio diritto a “staccare” è un primo, fondamentale passo verso il bilanciamento;
- creare uno spazio di lavoro dedicato. Per chi lavora da casa, avere un’area specifica per le attività lavorative - anche solo un angolo scrivania ben organizzato - aiuta a marcare i confini tra lavoro e vita privata. Evitare di lavorare dal letto o dal divano, ad esempio, permette di preservare questi spazi come aree di riposo, rinforzando mentalmente la separazione tra momenti produttivi e momenti di relax;
- inserire pause rigeneranti nella giornata. Restare seduti davanti al computer per ore senza interruzioni riduce progressivamente la concentrazione e aumenta il rischio di burnout. Inserire pause brevi ma regolari aiuta a ricaricare le energie e stimola la creatività. Una camminata, un caffè lontano dalla scrivania o qualche esercizio di stretching sono piccoli gesti che, sommati, fanno una grande differenza;
- coltivare passioni fuori dal lavoro. Un buon work-life balance non significa solo lavorare meno, ma anche vivere di più. Dedicare tempo a hobby, passioni personali, sport o relazioni sociali aiuta a nutrire la propria identità al di fuori della dimensione lavorativa, favorendo un senso di pienezza e soddisfazione. Non bisogna pensare a questi momenti come “tempo rubato al lavoro”, ma come energia guadagnata per essere più produttivi e motivati anche sul lavoro;
- imparare a dire no. Molti problemi di equilibrio vita-lavoro nascono dall’incapacità di rifiutare nuove richieste o attività. Allenarsi a dire no - in modo gentile ma fermo - permette di proteggere i propri confini, evitare sovraccarichi e mantenere un’agenda gestibile. Non si tratta di egoismo, ma di autodifesa e rispetto delle proprie energie;
- praticare il diritto alla disconnessione. Soprattutto nell’era dello smart working, il confine tra online e offline è sempre più sottile. Per tutelare il proprio tempo libero, è fondamentale stabilire delle regole chiare (spegnere il computer alla fine della giornata, disattivare le notifiche fuori orario, evitare di controllare le email di lavoro durante il weekend o le vacanze). Anche concordare con il proprio responsabile orari di reperibilità precisi può aiutare a costruire aspettative realistiche e prevenire incomprensioni;
- curare il benessere fisico e mentale. Dormire bene, seguire un’alimentazione equilibrata, fare attività fisica regolare e dedicarsi a pratiche di rilassamento (come yoga, meditazione o mindfulness) sono elementi fondamentali per affrontare le sfide quotidiane. Non è un caso che chi ha uno stile di vita sano riesca spesso a gestire meglio lo stress e a mantenere un buon livello di energia, anche nelle giornate più intense;
- gestire le aspettative (proprie e altrui). A volte, il principale ostacolo al work-life balance non è l’azienda, ma le aspettative irrealistiche che si hanno verso se stessi (voler essere sempre disponibili, sempre performanti, sempre impeccabili). Imparare a ridimensionare queste aspettative e a comunicare in modo trasparente le proprie possibilità e i propri limiti ai colleghi e ai superiori è fondamentale per evitare di logorarsi;
- chiedere supporto quando necessario. Non bisogna aver paura di chiedere aiuto. Se ci si sente sopraffatti, parlarne con il proprio responsabile, con un collega di fiducia o, se serve, con un consulente esterno può essere la chiave per trovare nuove soluzioni. Nessuno dovrebbe affrontare il peso dell’equilibrio vita-lavoro da solo.
Come è chiaro, migliorare il proprio work-life balance richiede una combinazione di strategie personali, consapevolezza e piccoli accorgimenti quotidiani. Non si tratta di stravolgere radicalmente la propria vita, ma di introdurre progressivamente nuove abitudini e adottare un approccio più sostenibile al lavoro.
Quando il benessere personale viene messo al centro, tutti ne beneficiano: sia la persona che l’azienda.