La trasformazione digitale sta rivoluzionando il mercato del lavoro, i ruoli e l’organizzazione all’interno delle aziende. La conoscenza delle tecnologie dell’informazione, oggi, non è più un elemento accessorio o specialistico, bensì un requisito essenziale, trasversale a diversi ruoli e settori.
Il concetto di competenza digitale non prevede infatti un sapere esclusivamente tecnico, ma anche una serie di soft skills fondamentali. Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, infatti, servono inevitabilmente anche dimestichezza e spirito critico, oltre alla capacità di gestire i diversi ambiti di applicazione che questi nuovi strumenti occupano all’interno dell’azienda.
A dispetto di questo rapida evoluzione, per le imprese trovare personale dotato di forti competenze digitali non è facile. Vediamo dunque come affrontare questa carenza e in che modo implementare le digital skills all’interno dell’azienda.
in cosa consistono le competenze digitali.
Nel 2006, il Parlamento Europeo ha fornito una prima definizione di questo termine, indicandone i requisiti essenziali: “La competenza digitale consiste nel saper usare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione.
Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
Come emerge da questa definizione, oggi ancora valida, le digital skills comprendono quindi un aspetto tecnico, che richiede una specifica formazione, affiancato a una comprensione più ampia, sul piano sociale e culturale, del fenomeno.
L’Osservatorio delle Competenze Digitali ha suddiviso le competenze digitali in quattro categorie:
- per la cittadinanza digitale
- competenze digitali dei lavoratori
- conoscenze specialistiche ICT
- competenze di e-Leadership.
Le aziende dovranno concentrarsi sulle ultime tre:
- le competenze digitali di base dei lavoratori, trasversali a ruoli e settori, che consistono nella capacità di utilizzare le tecnologie in modo consapevole e opportuno
- le conoscenze specialistiche, appannaggio di personale specializzato dedicato ai reparti IT
- le competenze digitali a livello dirigenziale, che consentono di integrare la cultura digitale all’interno della propria organizzazione.
digital hard skills.
Le competenze digitali possono essere ricondotte a due macro categorie: le digital hard skill e le digital soft skill.
Le prime appartengono a specialisti che hanno acquisito solide conoscenze nell’ambito dell’informatica grazie a percorsi formativi mirati, dalla scuola secondaria all’università, seguiti eventualmente da corsi di specializzazione e di aggiornamento, anche all’interno dell’azienda.
Le digital hard skills sono quantificabili, in quanto richiedono la capacità di utilizzo di specifici strumenti e programmi, dei linguaggi di programmazione o di determinati sistemi operativi. In particolare, oggi si fa riferimento alle competenze tecniche che riguardano l’area SMAC (Social, Mobile, Analytics, Cloud), alla quale si aggiungono le conoscenze relative a intelligenza artificiale, robotica, iot e cybersecurity. C’è poi il settore dei Big Data, che richiede ruoli professionali specifici dedicati alla gestione e all’analisi dei dati e all’elaborazione di modelli e algoritmi di machine learning avanzati.
digital soft skills.
Le digital soft skills sono abilità trasversali che consentono a lavoratori afferenti a diversi reparti, di differente ruolo e livello gerarchico, di utilizzare con disinvoltura gli strumenti digitali.
Non si tratta solo di saper usare un programma o un macchinario, ma anche di comprendere un determinato linguaggio, ormai di uso quotidiano, o di riuscire a svolgere senza bloccarsi una richiesta proveniente da un altro settore. Per fare un semplice esempio, leggere o inoltrare una email, salvare un documento o scansionarlo. Ma non solo.
Rientrano in questa macro categoria anche le capacità di problem solving e di risoluzione dei problemi tecnici, l’abilità di trovare, riconoscere e utilizzare correttamente le informazioni presenti in rete, l’alfabetizzazione legata ai nuovi media e così via.
Parliamo, dunque, dell’acquisizione di un livello almeno basico di consapevolezza rispetto al mondo digitale, del quale non è più possibile fare a meno, indipendentemente dal contesto in cui si opera. Oltre ad assumere personale specializzato, le aziende devono quindi puntare alla diffusione di una cultura digitale anche grazie a corsi di formazione e percorsi introduttivi dedicati al personale di ogni grado e livello.
le soluzioni per incrementare le competenze digitali.
Reclutare la Gen Z, che è cresciuta in un mondo digitale e vede la tecnologia come parte integrante della propria vita quotidiana, è una strada sicura per aumentare il livello di competenze digitali all’interno della propria azienda. Una buona idea è siglare accordi con le università proponendo tirocini e percorsi formativi, puntando in particolare sui corsi di laurea di stampo tecnico e IT. Accelerando e rendendo più efficienti le strategie di reclutamento sarà più facile intercettare nuovi talenti e farli crescere in azienda.
Una valida alternativa ai percorsi universitari è rappresentata dalle Academy di Randstad Technologies: percorsi mirati che consentono di acquisire nuove skills e competenze, approfondendo gli aspetti pratici di specifiche discipline. Grazie alla partecipazione di professionisti del settore, le Academy offrono ai giovani un percorso di crescita professionale in ottica business, affrontando le sfide poste dalla digitalizzazione.
Un’altra soluzione è aumentare il budget per lo sviluppo delle competenze digitali, offrendo ai dipendenti anche di lungo corso opportunità formative all’avanguardia. Si tratta di una strada da perseguire parallelamente alla precedente. Fondamentale, infatti, è non creare differenze tra i lavoratori.
Per mantenere un clima positivo, occorre puntare tanto sulle nuove risorse, quanto su quelle già integrate in azienda, aiutandole a crescere. Eventualmente, si possono valutare anche ricollocazioni e cambi di ruolo per ottimizzare la distribuzione delle competenze.
la rivoluzione digitale sta trasformando il mondo delle HR.
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