Il congedo parentale è un diritto riconosciuto ai neo-genitori per dedicarsi alla cura e all’assistenza dei figli nei primi anni di vita e permettere loro di bilanciare al meglio esigenze familiari e carriera professionale.
Si tratta di un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso sia alla madre che al padre in costanza di rapporto di lavoro. Segue i periodi di maternità e paternità obbligatoria, consentendo ai genitori di essere presenti nelle diverse fasi di crescita del bambino.
Ha una durata complessiva di 10 mesi, ripartibili tra i due genitori, fruibili anche contemporaneamente ed estendibili a 11 mesi se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi, in modo continuativo o frazionato.
Il congedo parentale copre il periodo che va dalla nascita del figlio fino al compimento del dodicesimo anno di età ed è pensato per aiutare i genitori a soddisfare i suoi bisogni affettivi, fisici, educativi e relazionali (inizio della scuola, episodi malattia, partecipazione a eventi importanti nella vita del bambino, …).
Questa misura è a carico dell'INPS. Per i lavoratori dipendenti, l’indennità viene di norma anticipata dal datore di lavoro e successivamente rimborsata dall’Istituto. Per alcune categorie di lavoratori, come gli operai agricoli e i lavoratori dello spettacolo con contratti a tempo determinato, il pagamento viene effettuato direttamente dall’INPS.
Scopriamo che cos’è il congedo parentale, quali sono le ultime novità in materia e quale procedura bisogna seguire per accedere a questa importante misura di sostegno alla genitorialità.
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congedo parentale 2025: cosa cambia?
Il congedo parentale è stato introdotto in Italia con la legge n. 53 dell’8 marzo 2000, che ha gettato le basi di un quadro normativo volto a tutelare la maternità e la paternità, mettendo al centro il diritto dei genitori di prendersi cura dei propri figli fino al compimento del dodicesimo anno di età.
Nel tempo, questa misura ha subito diverse modifiche e integrazioni, tra cui quelle apportate dal Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità), dalla legge n. 92 del 28 giugno 2012 (Riforma del Lavoro Fornero) e da ulteriori aggiornamenti legislativi, come il Decreto Legislativo n. 105 del 30 giugno 2022 (recepito con le Circolari 122/2022 e 45/2023 dell’INPS) e le più recenti Leggi di Bilancio.
Nonostante le modifiche introdotte nel corso degli anni, i principi fondamentali del congedo parentale sono rimasti invariati:
- il congedo parentale può essere richiesto indipendentemente dal numero di figli;
- per poter fruire della misura è necessario avere un rapporto di lavoro attivo;
- il padre ha diritto al congedo parentale anche nei casi in cui la madre sia casalinga, lavoratrice a domicilio, colf o badante e non titolare del diritto.
Per quanto riguarda la durata, il congedo parentale per la madre consiste in un massimo di 6 mesi, che possono essere fruiti in modo continuativo o frazionato una volta terminato il periodo obbligatorio di congedo di maternità.
Il padre, invece, può richiedere il congedo parentale a partire dalla nascita del figlio, per una durata massima di 6 mesi, continuativi o frazionati. Tuttavia, se il padre decide di astenersi dal lavoro per almeno 3 mesi, continuativi o frazionati, il limite viene esteso a 7 mesi. In questo caso, il totale cumulabile di congedo parentale per entrambi i genitori può arrivare a 11 mesi.
Il genitore solo, sia esso madre o padre, ha diritto a un congedo parentale di massimo 11 mesi, continuativo o frazionato. La definizione di "genitore solo" include anche il genitore cui sia stato affidato in via esclusiva il figlio, in seguito a provvedimento giudiziario.
Per i lavoratori dipendenti che siano genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale segue le stesse regole stabilite per i genitori biologici. Può essere utilizzato entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore nella famiglia, indipendentemente dall’età del bambino al momento dell’adozione o dell’affidamento, e comunque non oltre il raggiungimento della maggiore età del figlio.
Nel caso di nascite, adozioni o affidamenti plurimi, il diritto al congedo parentale viene riconosciuto per ciascun figlio, secondo le modalità previste per i genitori di figli unici.
Durante il congedo parentale, i genitori hanno diritto a un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata sulla base della retribuzione percepita nel mese precedente l’inizio del congedo. Questo trattamento economico è garantito per un massimo di 9 mesi complessivi entro il dodicesimo anno di vita del figlio.
Per i periodi di congedo che eccedono i 9 mesi, l’indennità del 30% è riconosciuta solo ai genitori il cui reddito individuale annuo risulta inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione.
Inoltre, uno dei tre mesi di congedo parentale non trasferibili all’altro genitore può essere indennizzato all’80% della retribuzione media giornaliera, a condizione che venga fruito entro il sesto anno di vita del bambino, in modo ripartito tra i genitori o da uno solo di essi.
La Legge di Bilancio 2024 ha stabilito che uno dei tre mesi di congedo parentale non trasferibili all’altro genitore sia indennizzato al 60% della retribuzione, solo se fruito entro il sesto anno di vita del figlio o, nel caso di adozione o affidamento, entro sei anni dall’ingresso del minore in famiglia. In ogni caso, tale periodo indennizzabile al 60% non è fruibile oltre il compimento della maggiore età del bambino.
Solo per il 2024, questa indennità è stata portata dal 60% all’80% della retribuzione media giornaliera. La misura è rivolta esclusivamente ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, che abbiano terminato il congedo di paternità o maternità dopo il 31 dicembre 2023.
La Legge di Bilancio 2025 introduce un’indennità di congedo parentale pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera per tre mesi, ampliando la copertura rispetto ai due mesi previsti dalla Legge di Bilancio 2024 e puntando a rendere questa misura strutturale.
Le nuove disposizioni si applicano ai genitori lavoratori che abbiano concluso il congedo obbligatorio di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2023 e successivamente al 31 dicembre 2024.
chi può chiedere il congedo parentale?
Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti. Tuttavia, se il rapporto di lavoro cessa, il diritto al congedo parentale viene meno.
Anche i genitori lavoratori autonomi possono beneficiare del congedo parentale, a condizione che abbiano versato i contributi relativi al mese precedente l’inizio del periodo di congedo (o di una sua frazione) e che vi sia una reale sospensione dell’attività lavorativa.
Nel dettaglio, dal 1° gennaio 2012, l’INPS garantisce ai lavoratori autonomi un congedo parentale della durata massima di 3 mesi entro il primo anno di vita del bambino, a patto che siano stati versati almeno tre mesi di contributi. Il congedo parentale spetta anche alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata, purché non siano titolari di pensione, non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie e versino la contribuzione maggiorata.
Ogni genitore lavoratore ha diritto al congedo parentale indipendentemente dal diritto dell’altro. Il padre, ad esempio, può beneficiare della misura anche nel caso in cui la madre non sia titolare di questo diritto.
Per i lavoratori agricoli con contratto a tempo determinato sono previste specifiche condizioni. Questi genitori devono aver accumulato almeno 51 giornate lavorative nell’anno precedente per richiedere il congedo entro il primo anno di vita del bambino. Per il periodo successivo, fino al compimento del dodicesimo anno di età del figlio, possono fare richiesta di congedo parentale se sussiste lo status di lavoratore, che prevede l'iscrizione negli elenchi agricoli e 51 giornate di lavoro in agricoltura nell'anno precedente l'evento oppure, nello stesso anno, se le giornate di lavoro sono svolte tutte prima dell'inizio del congedo.
L’indennità di congedo parentale non è concessa ai:
- genitori disoccupati o il cui rapporto di lavoro sia cessato o sospeso;
- lavoratori domestici;
- lavoratori a domicilio.
come richiedere il congedo parentale?
I lavoratori genitori che possiedono i requisiti necessari possono richiedere l’indennità di congedo parentale direttamente online attraverso il servizio dedicato disponibile sul sito web dell’INPS . In alternativa, possono contattare il numero 803 164 (da rete fissa) o 06 164 164 (da rete mobile) oppure rivolgersi a enti di patronato e intermediari dell’Istituto che offrono assistenza telematica per completare la procedura.
Quanti giorni prima bisogna chiedere il congedo parentale? La domanda deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di congedo desiderato. In caso di presentazione tardiva, l'indennità sarà riconosciuta solo per i giorni successivi alla data di invio della domanda.
Per quanto riguarda il numero di giorni di preavviso necessari per richiedere il congedo parentale non esiste una regola specifica perché molto dipende dai contratti collettivi. Tuttavia, per garantire una corretta gestione della procedura, si consiglia di presentare la domanda almeno due giorni prima dell’inizio del periodo di congedo.
È fondamentale rispettare il limite massimo di giorni di congedo parentale previsto dalla normativa. Il superamento di tale limite potrebbe configurare un abuso che, a seconda della gravità del caso, può essere punito con il licenziamento. Pertanto, è importante organizzare e pianificare in modo responsabile il periodo di congedo parentale, coordinandosi con il proprio datore di lavoro per evitare problematiche.