La cessione del quinto è una forma di finanziamento garantito a cui possono accedere dipendenti pubblici, privati e anche pensionati, per coprire alcune spese come, ad esempio, quella per l’acquisto di un’auto o per la ristrutturazione di una casa.

È molto diffuso in Italia, soprattutto tra coloro che incontrano difficoltà nell’accedere a un prestito tradizionale. Il credito viene erogato da banche o intermediari finanziari ed è soggetto a particolari condizioni.

Scopriamo cos’è la cessione del quinto, quali sono i vantaggi e gli svantaggi associati a questa forma di finanziamento e come funziona per i pensionati.

come funziona la cessione del quinto?

La cessione del quinto, introdotta dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 180 del 5 gennaio 1950, era originariamente riservata ai soli dipendenti statali.  La Legge n. 311 del 30 dicembre 2004 ha esteso la possibilità di accedere a questa forma di finanziamento anche ai dipendenti privati;  mentre  la Legge n. 80 del 14 maggio 2005, ha previsto l’estensione anche ai lavoratori parasubordinati e ai titolari di pensione.

Si tratta di un finanziamento garantito che viene estinto tramite una trattenuta diretta in busta paga. Il datore di lavoro detrae una rata mensile, che non può superare un quinto dello stipendio netto del lavoratore, e la versa direttamente alla banca o all’intermediario finanziario che ha erogato il prestito.

L’accesso a questa forma di finanziamento è riservato a chi percepisce una retribuzione fissa e continuativa. Di conseguenza, coloro che non dispongono di un reddito con queste caratteristiche non possono usufruirne.

Lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori, infatti, sono esclusi dalla platea dei beneficiari. I dipendenti con contratto a tempo determinato possono richiedere la cessione del quinto, a condizione che la durata del prestito non superi quella del rapporto di lavoro.

Per accedere al finanziamento non è necessario fornire garanzie aggiuntive. Per legge, però, è obbligatorio sottoscrivere una polizza assicurativa che tuteli il creditore in caso di decesso del richiedente o perdita dell’impiego.

In caso di morte del beneficiario, l’assicurazione verifica le circostanze del decesso e, se non emergono irregolarità, salda il debito residuo, sollevando gli eredi da ogni obbligo. Nel caso di licenziamento, l’assicurazione interviene temporaneamente per coprire i pagamenti. Questo consente al beneficiario di trovare un nuovo lavoro per riprendere i versamenti. 

L’importo del finanziamento dipende principalmente dallo stipendio del richiedente. Per i dipendenti privati, sull’ammontare del prestito influiscono anche l’anzianità di servizio e la disponibilità del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

Il credito concesso è tendenzialmente più elevato quando il richiedente ha molti anni di anzianità lavorativa e un TFR consistente. In queste circostanze, la banca è più propensa a concedere un prestito maggiore, avendo a disposizione garanzie più solide.

Il calcolo del finanziamento si basa sullo stipendio netto del lavoratore, escludendo componenti come premi di produzione, straordinari e incentivi, rimborsi fiscali e altri elementi variabili.

La rata massima cedibile si ottiene moltiplicando lo stipendio netto per il numero di mensilità e dividendo il risultato prima per 12 e successivamente per 5. Ad esempio, con un netto di 2.000 euro per 14 mensilità, si ottiene un quinto di circa 467 euro.

Si ricorda che, in caso di cessazione del rapporto di lavoro prima del completo rimborso della cessione del quinto, il debito residuo viene trasferito automaticamente sulla pensione o su un altro assegno continuativo equivalente. Di conseguenza, le rate rimanenti non ancora pagate saranno dedotte direttamente dalla futura pensione del richiedente.

Tra i principali vantaggi della cessione del quinto, vi è senza dubbio la facilità di concessione: la rata viene trattenuta direttamente alla fonte, riducendo il rischio di insolvenza. Inoltre, è sempre prevista una copertura assicurativa obbligatoria, a tutela del creditore.

Anche la flessibilità è uno dei punti di forza di questa tipologia di finanziamento: il dipendente non deve preoccuparsi del pagamento delle rate, che avviene in modo automatico direttamente in busta paga.

Può essere la soluzione di prestito più adatta per chi ha un contratto a tempo indeterminato presso un’azienda pubblica o privata ed è disposto a cedere una parte fissa del proprio stipendio per ottenere liquidità economica immediata.

svantaggi della cessione del quinto.

Come qualsiasi altra forma di finanziamento, anche la cessione del quinto presenta alcuni svantaggi.

Primo fra tutti, il meccanismo di rimborso. Il fatto che i versamenti vengano trattenuti direttamente dallo stipendio può essere considerato un vantaggio, ma in caso di licenziamento, il datore di lavoro è tenuto a trattenere il TFR del dipendente per saldare il debito residuo nei confronti della banca o dell’intermediario finanziario. Questo implica che il TFR, una risorsa importante per il lavoratore, venga in parte o totalmente utilizzato per coprire il prestito.

Un’ulteriore criticità è il costo del finanziamento. I tassi di interesse applicati alla cessione del quinto tendono infatti a essere più elevati rispetto ad altre tipologie di prestito. Questo avviene perché le banche e le finanziarie devono tutelarsi dal rischio legato a situazioni come licenziamenti o difficoltà economiche del richiedente. Inoltre, il tasso di interesse è solitamente fisso per tutta la durata del contratto, il che significa che non può essere rinegoziato in caso di variazioni favorevoli del mercato.

Un ultimo svantaggio della cessione del quinto è la limitata possibilità di accedere ad altri prestiti. La trattenuta della rata direttamente dallo stipendio riduce il reddito netto disponibile del richiedente, condizionando negativamente la capacità di indebitamento residua. Di conseguenza, chi ha richiesto la cessione del quinto potrebbe trovarsi in difficoltà nel gestire eventuali esigenze economiche future che richiedano ulteriori risorse finanziarie.

ragazza usufruisce della cessione del quinto
ragazza usufruisce della cessione del quinto

cessione del quinto e fondo pensione.

La banca o l’intermediario finanziario che concede il prestito per la cessione del quinto, in caso di licenziamento del richiedente, può - come già detto - rivalersi sul suo Trattamento di Fine Rapporto.

Se il lavoratore ha deciso di lasciare TFR in azienda, in caso di licenziamento sarà il datore a trattenerlo per saldare il debito residuo nei confronti del creditore. Se, invece, il TFR è depositato in un fondo pensione, sarà quest’ultimo a dover coprire il rimborso del credito.

I fondi pensione possono essere chiusi o aperti e questa distinzione può influire sulla facilità con cui banche o intermediari finanziari concedono un finanziamento tramite cessione del quinto.

I fondi pensione chiusi sono riservati a determinate categorie di lavoratori e sono previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro, con adesione talvolta automatica. Chi ha depositato il proprio TFR in un fondo pensione chiuso generalmente non incontra difficoltà nell’ottenere la cessione del quinto perché la presenza di una garanzia certa rende il finanziamento meno rischioso per la finanziaria.

Diversa è la situazione dei fondi pensione aperti, istituiti da banche, compagnie assicurative o società finanziarie. In questi casi, la concessione della cessione del quinto potrebbe risultare più complessa. Alcuni fondi aperti, infatti, non consentono di destinare il TFR al saldo del debito residuo in caso di insolvenza, aumentando così i rischi per il creditore.

Gli aderenti ai fondi pensione chiusi possono richiedere un’anticipazione delle somme versate per specifiche esigenze, come spese mediche, acquisto o ristrutturazione della prima casa o altre necessità non documentate. 

Quando ciò accade, il fondo comunica all’intermediario finanziario l’importo dell’anticipazione e il residuo disponibile. Il creditore, valutata la situazione, può decidere di accettare o rifiutare l’anticipazione qualora questa sia inferiore al debito residuo.

Un’altra possibilità per chi aderisce a un fondo pensione chiuso è il riscatto, totale o parziale, delle somme versate. Questa opzione può essere esercitata in caso di disoccupazione prolungata, invalidità o cambio di contratto collettivo nazionale di lavoro. 

In queste circostanze, il creditore ha diritto di ricevere una parte del riscatto pari all’ammontare del debito residuo ancora da rimborsare. Il lavoratore, quindi, riceverà solo l’eventuale differenza tra il montante riscattabile e il debito residuo.

In caso di trasferimento da un fondo pensione a un altro, il fondo originario è tenuto a comunicare al creditore le informazioni sul nuovo fondo. Questo consente alla banca o all’intermediario finanziario che ha concesso la cessione del quinto di notificare tempestivamente il finanziamento in essere al nuovo fondo.

cessione del quinto per pensionati.

A partire dal 2005, anche i pensionati possono accedere alla cessione del quinto, estinguendo il finanziamento erogato da una banca o da un intermediario finanziario tramite trattenute dirette che l’INPS effettua mensilmente sulla pensione e che non possono superare un quinto della pensione stessa.

La cessione del quinto non può essere richiesta dai titolari di:

  • assegni e pensioni sociali;
  • pensioni di invalidità civile;
  • assegni mensili per l’assistenza ai pensionati inabili;
  • assegni di sostegno al reddito;
  • assegno unico e universale;
  • pensioni cointestate per la quota parte non di pertinenza del soggetto;
  • prestazioni di esodo;
  • APE Sociale.

Per richiedere il finanziamento, il pensionato deve innanzitutto ottenere dall’INPS la comunicazione di cedibilità della pensione. Questo documento specifica l’importo massimo che può essere destinato alla rata mensile per il rimborso del prestito.

Il documento deve essere consegnato alla banca o all’intermediario finanziario scelto per la stipula del contratto. Nel caso in cui il pensionato si rivolga a un istituto convenzionato con l’INPS, la comunicazione di cedibilità verrà elaborata direttamente dalla società finanziaria attraverso i sistemi telematici dell’Istituto. I tassi di interesse applicati, in questi casi, seguono quelli stabiliti dalla convenzione.

La durata del contratto di finanziamento non può superare i 10 anni e, come per i dipendenti, è obbligatoria la sottoscrizione di un’assicurazione per coprire il rischio di decesso del pensionato.

L’importo del finanziamento dipende dall’ammontare della pensione, calcolata al netto di trattenute fiscali e previdenziali.

È sempre possibile estinguere anticipatamente il finanziamento. Per farlo, si deve richiedere un “conteggio estintivo” alla banca o all’intermediario finanziario, in modo da determinare l’esatto importo residuo da rimborsare.

In alcuni casi, il contratto per la cessione del quinto può prevedere una penale per l’estinzione anticipata, che non può superare l’1% del capitale residuo. Questa penale viene calcolata solo sulla parte del debito ancora non estinta.

La cessione del quinto è uno strumento utile sia per i dipendenti pubblici e privati attivi nel mondo del lavoro sia per i pensionati che necessitano di liquidità immediata e sono alla ricerca di una soluzione flessibile. 

Comprendere le caratteristiche di questa tipologia di prestito e sapere quali sono i diritti e i doveri ad essa correlati è fondamentale per fare una scelta consapevole e gestire al meglio le proprie finanze.

tutti gli approfondimenti.

Blog & News

offerte di lavoro.

scopri le offerte

approfondimenti HR.

scopri di più