aumento del recruiting online.
Il distanziamento fisico e le restrizioni imposte per tenere sotto controllo la curva dei contagi hanno portato un cambio di paradigma. Molte delle classiche attività aziendali sono state spostate nell’ambiente virtuale. Anche il reclutamento delle nuove risorse ha vissuto lo stesso fenomeno. Spesso la transizione è stata imposta, ma questo non vuol dire che si tornerà automaticamente indietro. Molte aziende hanno trovato questi nuovi metodi non solo efficaci, ma anche estremamente utili.
Quello che è nato come un esperimento e una necessità potrebbe dunque diventare la regola nella tanto citata “nuova normalità”, che ci auspichiamo, arrivi presto. La tecnologia moderna offre un'ampia gamma di possibilità per interagire in remoto con i candidati, valutarne l'idoneità al ruolo in questione e far loro percorrere il processo di assunzione con la massima efficacia.
Il video colloquio, ad esempio, può rivelarsi più rapido, più semplice ed economico dell'alternativa fisica, non solo per l’azienda ma anche per lo stesso candidato. La possibilità di registrare l’intervista, inoltre, offre sia ai recruiter sia all’intervistato/a l’occasione per rivederlo in un secondo momento. Permettendo ai primi di verificare con attenzione aspetti che potrebbero essere sfuggiti; e ai secondi di fare un’autovalutazione della propria performance.
Un altro vantaggio per chi sta sostenendo il colloquio online è la possibilità di rispondere alle domande dei selezionatori sfruttando un supporto video. Con questa tipologia di job-interview si ha infatti l’occasione di condividere il proprio schermo e mostrare qualche progetto passato o una presentazione alla quale si è lavorato.
Anche altre pratiche guidate dalla tecnologia stanno diventando sempre più importanti in questo momento. Due esempi su tutti:
L'interazione personale e il coinvolgimento in persona rimarranno elementi fondamentali del processo di reclutamento, ma le aziende che hanno beneficiato di tecnologie di assunzione all'avanguardia saranno inclini a continuare a utilizzarle in futuro. Magari integrandole in quello che era il modus operandi pre-emergenza.
crescita del lavoro a distanza.
Lo smart working stava già conoscendo una rapida espansione prima di quest’anno. L’emergenza Covid-19 ha dunque soltanto accelerato un processo in atto.
Alcune ricerche condotte da FlexJobs e Global Workplace Analytics hanno dimostrato che negli Stati Uniti si è registrato un aumento del 159% del lavoro a distanza tra il 2005 e il 2017.
Uno studio separato condotto da International Workplace Group ha rilevato che più della metà degli intervistati (il 53%) ritiene più importante la possibilità di scegliere il luogo di lavoro piuttosto che lavorare per un'azienda prestigiosa.
E non è solo sul fronte candidato che stanno cambiando la percezione sul lavoro a distanza. Il sondaggio COVID-19 CFO Pulse della PwC ha dimostrato che, a giugno, solo il 26% dei leader di aziende della finanza ha previsto un calo di produttività a seguito del passaggio al lavoro a distanza. Un numero in netto calo rispetto al 45% registrato appena due mesi prima (leggi anche su CareerLab: come essere più produttivi lavorando da casa).
Più della metà degli intervistati (il 52%) ha dichiarato che adotterà delle misure per migliorare l'esperienza del lavoro a distanza, rendendola un'opzione permanente per i dipendenti.