L’attenzione alla parità di genere nell’ambiente di lavoro è sempre più importante. Un tassello cruciale di questo importante cambiamento di prospettiva è rappresentato dal congedo di paternità, un beneficio che va oltre il mero atto amministrativo di concedere giorni liberi ai neo-padri.

Negli ultimi anni, l'importanza del coinvolgimento paterno nei primi giorni di vita di un bambino è stata oggetto di crescente dibattito e riconoscimento. Il congedo di paternità non è solo un diritto, ma anche un'opportunità per i padri di stabilire un legame più forte con i loro figli, contribuendo a creare una base solida per lo sviluppo familiare.

In questo articolo, vedremo tutto quello che c’è da sapere sul congedo di paternità dal punto di vista burocratico. In particolare, esploreremo le norme di riferimento, quando è possibile beneficiarne e chi ne ha diritto.

un uomo e un bambino che fanno i compiti
un uomo e un bambino che fanno i compiti

cos'è il congedo di paternità

Il congedo di paternità, disciplinato dal Testo Unico maternità/paternità, è un congedo obbligatorio della durata di dieci giorni lavorativi. Il suo scopo è garantire una ripartizione più equa tra uomini e donne per quanto riguarda le responsabilità di assistenza nei confronti dei figli.

congedo di paternità obbligatorio

Il congedo, della durata di dieci giorni lavorativi, può essere preso nel periodo di tempo che va dai due mesi precedenti la data presunta della nascita fino ai cinque mesi successivi. 

Il congedo di paternità obbligatorio è previsto anche in caso di adozioni e se ne può usufruire a partire dall’ingresso in Italia o in famiglia, per quanto riguarda le adozioni sia nazionali che internazionali, o dal collocamento temporaneo.

quali sono le differenze tra congedo di paternità e congedo parentale?

Il congedo obbligatorio di paternità è un provvedimento differente dal congedo parentale che, al contrario, rappresenta un periodo di astensione facoltativo dal lavoro. 

congedo di paternità obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti

Per i giorni di assenza previsti dal congedo di paternità obbligatorio è riconosciuta una retribuzione del 100% come indennità giornaliera. Il calcolo dell’indennità riguarda solo le giornate lavorative e il requisito è la titolarità di un rapporto di lavoro da dipendente da parte del padre.

Si può beneficiare del congedo anche frazionando i giorni, ma non le ore. Lo stesso vale anche nell’eventualità in cui avvenga una morte perinatale del figlio o della figlia.

Il periodo di assenza può arrivare fino a 20 giorni lavorativi nell’eventualità di un parto plurimo. Inoltre, i padri possono beneficiare del periodo di congedo anche durante la maternità della madre lavoratrice.

congedo parentale per i genitori dipendenti (pubblici e privati)

Come abbiamo detto, il congedo parentale, a differenza della paternità, è un periodo di astensione dal lavoro di cui si può usufruire in maniera facoltativa. Anche in questa eventualità, però, come per il congedo di paternità, l’assenza dal lavoro viene compensata con un’indennità economica che sostituisce la retribuzione (leggi anche: congedo parentale: cos'è e come funziona).

come richiedere il congedo di paternità

Per ottenere il periodo di astensione dal lavoro previsto dal provvedimento sul congedo di paternità, il padre deve comunicare al datore di lavoro, per iscritto, i giorni in cui intende fruirne. Inoltre, lo deve fare con un periodo di anticipo non inferiore ai cinque giorni. In alternativa, può anche essere utilizzato il sistema informativo dell’azienda.

Quando i pagamenti previsti per il congedo vengono effettuati direttamente dall’Inps, è necessario presentare la domanda all’Istituto online tramite il servizio dedicato. Ci si può rivolgere anche ai:

Per quanto riguarda, invece, i dipendenti della pubblica amministrazione, questi devono presentare la propria domanda all’ufficio amministrativo del datore di lavoro.

cosa succede se non si usufruisce del congedo paternità?

Fino all’anno di vita del figlio o della figlia, inoltre, anche il padre può beneficiare del periodo protetto, ossia del divieto di licenziamento, a patto che abbia usufruito dei 10 giorni di congedo di paternità. In caso contrario, il padre perde anche il diritto al pagamento del preavviso nel caso in cui si dimetta volontariamente entro l’anno d’età del figlio o della figlia.

La fruizione del congedo di paternità dà diritto alla disoccupazione NASPl dopo aver dato le dimissioni entro l’anno del bambino o della bambina.

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