Le mamme che lavorano lo sanno bene: gestire il tempo tra casa e ufficio non è affatto una cosa semplice. Soprattutto quando i figli sono ancora piccoli e hanno bisogno di un controllo costante. È per questo motivo che, in un’ottica di employer branding, un’attività imprenditoriale può predisporre per i dipendenti genitori una struttura dedicata all’infanzia all’interno dell’ufficio: gli asili nido aziendali. 

un papa con il suo bambino sulle spalle, che cammina per strada
un papa con il suo bambino sulle spalle, che cammina per strada

I benefici di strutture del genere sono evidenti. Innanzitutto, il rientro dopo la maternità da parte delle mamme che lavorano sarà agevolato. L’organizzazione familiare, e di conseguenza quella lavorativa, ne trarrà giovamento, permettendo così ai dipendenti di migliorare il proprio work-life balance. Le prime realtà in Italia ad avere intuito l’importanza di questi centri per sostenere l’organizzazione familiare dei dipendenti sono aziende di medie e grandi dimensioni: è così che intorno agli anni ’50, imprese come Olivetti o Falck istituiscono i primi asili all’interno della struttura lavorativa, rivolti ai bambini di età compresa tra 3 e i 36 mesi.

Esistono diverse modalità di gestione degli asili nido aziendali. Questi, infatti, possono essere a gestione diretta o indiretta. Per quanto riguarda la prima, i centri per l’infanzia sono costruiti all’interno dell’azienda e sono affidati alle cure di personale assunto direttamente dalla realtà imprenditoriale. Gli asili nido a gestione indiretta, invece, sono guidati da un’associazione esterna che collabora con l’azienda stessa. Inoltre, è possibile prendere accordi con nidi vicino alla sede aziendale, e garantire comunque vicinanza e facilità di gestione della vita familiare/lavorativa. 

I costi di queste strutture ricadono, a seconda del tipo di gestione, o sull’impresa o sul servizio esterno. Oltre alle spese relative alla costruzione di un asilo nido, si dovranno sostenere quelle per:

  • l’assicurazione;
  • il consumo energetico;
  • l’affitto dei locali nell’eventualità che la struttura venga realizzata in prossimità dell’azienda e non al suo interno;
  • l’acquisto di tutto il materiale didattico, dei giocattoli e dell’arredamento;
  • la manutenzione;
  • il personale che, oltre alle figure qualificate in ambito educativo, dovrà riferirsi anche a figure per la gestione della cucina e per la pulizia degli spazi condivisi. 

I costi, invece, sostenuti dai genitori che iscrivono il figlio in un asilo aziendale sono minori rispetto a quelli delle strutture private. Questo è un modo per incoraggiare i genitori a servirsi dei nidi interni all’azienda. La vicinanza, inoltre, dei bambini aiuta le mamme sulla gestione dei tempi e delle emergenze, con un chiaro miglioramento della produttività. 

Sono molte le imprese che decidono di affidare l’apertura di un asilo nido a società in grado di gestire in maniera capillare ogni aspetto legato alla sua realizzazione. In questo modo, il compito sarà loro facilitato. 

Per incentivare la creazione in azienda di spazi dedicati all’infanzia, nel tempo sono state stabilite una serie di agevolazioni. Ad oggi, però, gli asili nido aziendali in Italia faticano ad emergere come dovrebbero. Secondo una delle ultime ricerche in materia, il nostro Paese, infatti, si trova in fondo alla classifica rispetto ad altre realtà europee. La situazione si inserisce all’interno di un quadro più ampio, che vede una disparità tra domanda e offerta circa gli asili in generale. 

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