La maternità è uno dei momenti più significativi nella vita di una donna, carico di emozioni e sfide. Ma quando questa preziosa fase coincide con la disoccupazione, può creare ulteriori preoccupazioni e incertezze.
Per questo motivo, è importante sapere che le donne in disoccupazione non sono sole e hanno diritti per affrontare la maternità serenamente. In questo articolo, esploreremo in dettaglio come gestire la maternità in disoccupazione, compresi i diritti, le procedure e le risorse disponibili per rendere il periodo il più agevole possibile.
Scopriremo, inoltre, come conciliare il benessere della madre, la gestione della nuova famiglia e le opportunità lavorative, affrontando le sfide con fiducia e preparazione.
contenuti dell'articolo:
maternità e disoccupazione: come funziona?
La disoccupazione in gravidanza può essere una reale fonte di preoccupazione per la neo mamma. Fortunatamente, però, esistono delle tutele in grado di assicurare periodi di congedi retribuiti anche a chi è al momento disoccupato.
L’indennità di maternità, infatti, può essere percepita anche durante un periodo di disoccupazione. Al contempo, durante la maternità è possibile ottenere l’indennità di disoccupazione, se si sceglie di smettere di lavorare.
Ecco come funzionano nel dettaglio queste possibilità.
chi è in disoccupazione ha diritto alla maternità?
Sì. L’indennità per congedo di maternità spetta anche alla lavoratrice disoccupata. Tuttavia, se si percepisce la maternità, viene interrotta l’erogazione della Naspi.
Non si può, insomma, contemporaneamente accedere all’indennità di maternità, sia l’assegno di disoccupazione. La Naspi riprenderà poi al termine dei cinque mesi di maternità previsti dalla legge.
cosa succede se rimango incinta in NASpI?
Se rimani incinta in Naspi, puoi scegliere di continuare a percepire l’assegno di disoccupazione oppure di sospenderlo per ottenere, per cinque mesi, l’indennità di maternità.
Una donna che lavora ha diritto all’indennità di maternità da parte del datore di lavoro. Nel caso di maternità in disoccupazione, l’indennità è erogata dall’Inps, che in quel momento è come se fosse il suo “datore di lavoro sostitutivo”. I tempi e le modalità sono le stesse e la durata della maternità è sempre pari a cinque mesi.
Non è invece prevista, per le mamme in Naspi, la maternità facoltativa, ovvero i sei mesi successivi ai cinque mesi di maternità obbligatoria durante i quali una mamma lavoratrice può scegliere di non andare al lavoro, percependo però solo una piccola percentuale dello stipendio (30%).
Una mamma disoccupata, dopo i cinque mesi di maternità obbligatoria rientra in Naspi.
cos'è e come funziona la NaSpI in maternità?
Le donne in gravidanza, o che hanno appena avuto un figlio, possono usufruire della Naspi, l’indennità di disoccupazione prevista dall’Inps, nel caso decidano di smettere di lavorare e, dunque, di dare volontariamente le dimissioni per prendersi cura del neonato o per trascorrere il periodo della gravidanza più serenamente.
In particolare, il diritto ad accedere a questo ammortizzatore sociale riguarda quelle madri lavoratrici dipendenti del settore privato (con contratto sia a tempo determinato che indeterminato o part-time) che decidano di smettere di lavorare prima o dopo il parto.
Nello specifico, è possibile fare domanda a partire da 300 giorni prima della data presunta del parto fino al compimento di 1 anno di vita del figlio.
Per poter accedere alla Naspi le dimissioni devono essere date nel periodo che va dai 300 giorni prima della data presunta del parto fino al compimento del primo anno di vita del figlio per la madre. Lo stesso vale per il padre lavoratore durante il congedo di paternità obbligatorio o alternativo e fino al primo anno di età del bambino.
Le donne che decidono di smettere di lavorare in vista del parto, o subito dopo, e che possiedano i requisiti necessari per usufruire della Naspi avranno diritto a un sostegno economico per un periodo di tempo pari alla metà delle settimane di contributi versati nei 4 anni che precedono la richiesta volontaria di dimissioni. Ad esempio, se la donna ha lavorato senza interruzione in quegli stessi anni, avrà diritto a due anni di indennità.
quanto viene pagata la maternità in disoccupazione?
Proprio come per le donne lavoratrici, l’indennità di maternità è pari all’80% dello stipendio che si percepiva prima di entrare in disoccupazione.
come si calcola la maternità in disoccupazione.
Il calcolo è molto semplice. Se ad esempio il tuo ultimo stipendio ammontava a 1.500 euro, avrai diritto a 1.200 euro di assegno di maternità. A pagarlo sarà però direttamente l’INPS. Come abbiamo già visto, non puoi ottenere sia l’indennità di maternità, sia la Naspi. L’assegno di disoccupazione riprenderà dopo i 5 mesi di maternità.
come avanzare la domanda di indennità?
La domanda di indennità di maternità durante la Naspi deve essere inviata all’Inps nella sezione “indennità di maternità”.
Al contempo, occorre però inviare comunicazione per l’interruzione della Naspi. Per svolgere questa procedura è consigliabile rivolgersi ad un Patronato. In ogni caso, è necessario presentare un documento che attesti la gravidanza.
gravidanza a rischio.
Anche in questo caso, le regole sono simili a quelle che valgono per le donne lavoratrici. In caso di gravidanza a rischio la Naspi può essere interrotta anche prima del settimo mese (maternità anticipata). Anche durante la maternità a rischio l’assegno è pari all’80% dell’ultimo stipendio ricevuto.
malattia.
In caso di una malattia importante, occorre inviare comunicazione all’Inps, in modo che la Naspi venga sospesa. Parliamo di una malattia che, se stessi lavorando, ti impedirebbe di lavorare.