Il cloud computing è oggi uno dei pilastri della Digital Transformation. Sempre più aziende - dalle piccole e medie imprese alle grandi organizzazioni - scelgono di migrare dati, applicazioni e processi su infrastrutture cloud per lavorare in modo più flessibile, efficiente e sicuro. Scopriamo cos’è e a cosa serve il cloud computing, quali benefici può offrire al business e come integrarlo in azienda.
Indice dei contenuti
- che cos'è il cloud computing.
- a che cosa serve il cloud computing.
- tipologie di cloud computing.
- i modelli di servizio del cloud: IaaS, PaaS e SaaS.
- esempi di cloud computing.
- quali sono i vantaggi del cloud computing per le aziende?
- sfide e rischi del cloud computing.
- come mitigare i rischi di sicurezza del cloud.
- gli impatti del cloud computing nelle risorse umane.
- integrare il cloud computing in azienda.
punti chiave da ricordare:
- il cloud computing permette di gestire risorse informatiche aziendali tramite Internet, eliminando la necessità di infrastrutture fisiche interne
- la sua adozione è in costante crescita in Italia, con tassi superiori alla media OCSE, soprattutto per quanto riguarda le grandi imprese
- esistono diverse tipologie di cloud computing, ciascuno con livelli diversi di flessibilità, controllo e sicurezza
- il cloud computing offre vantaggi significativi sul piano dei costi, della scalabilità, della sicurezza e della continuità operativa
- produce un impatto rilevante sulla gestione delle risorse umane, rendendo i processi HR più rapidi ed efficienti
che cos'è il cloud computing.
Per capire cos’è il cloud computing, si può partire da un’immagine semplice. Si pensi a un ufficio in cui i documenti sono conservati in un grande archivio fisico: ogni volta che ne serve uno è necessario alzarsi, cercarlo tra infinite cartelle e poi riporlo. Ora si immagini lo stesso archivio, ma senza armadi, chiavi o limiti di spazio: tutti i documenti sono disponibili online, sempre aggiornati e accessibili da qualsiasi dispositivo autorizzato.
Dal punto di vista tecnico, il cloud computing consiste nella fornitura di servizi di calcolo (server, database, software, …) tramite Internet. Le risorse informatiche aziendali, anziché trovarsi su data center interni, sono ospitate in ambienti virtuali gestiti da provider esterni specializzati.
La diffusione del cloud computing in Italia conferma la portata di questa trasformazione. Secondo l’OCSE Digital Economy Outlook 2024, quasi sei aziende italiane su dieci con almeno 10 dipendenti utilizzano servizi cloud, un dato superiore alla media OCSE (49%) e più elevato rispetto a Paesi come Francia (27%) e Germania (47%). L’Italia resta ancora distante dai Paesi più avanzati - come Finlandia (oltre 78%) e Australia (72%) - ma la direzione è quella giusta.
A trainare questa evoluzione sono soprattutto le grandi organizzazioni. L’Osservatorio Cloud Ecosystem & Sovereignty della School of Management del Politecnico di Milano rileva che l’84% delle grandi aziende italiane ha già trasferito nel cloud i dati più sensibili legati al core business: per il 32% la migrazione è totale, per il 52% parziale.
Anche le PMI stanno accelerando. Il tasso di adozione complessivo rimane stabile (67%), ma la loro spesa in servizi cloud è cresciuta del 21%, arrivando a 581 milioni di euro. Un segnale che evidenzia un progressivo avvicinamento delle piccole imprese a modelli IT più moderni e scalabili.
a che cosa serve il cloud computing.
Il cloud computing serve principalmente a rendere più semplice, rapido e flessibile l’utilizzo delle risorse informatiche all’interno delle organizzazioni. Grazie a un’infrastruttura digitale accessibile tramite Internet, consente alle aziende di gestire dati, applicazioni e processi senza dover ricorrere alla configurazione e alla gestione di data center locali.
Nel dettaglio, il cloud computing serve a:
- archiviare e organizzare grandi quantità di dati. Il cloud offre spazi di archiviazione virtuali che superano i limiti dei server fisici. Le imprese possono conservare e aggiornare enormi volumi di dati, garantendone l’accessibilità e la sicurezza senza dover investire in infrastrutture interne complesse;
- disporre di applicazioni aziendali "pronte all'uso" via Internet. Molti software gestionali e strumenti di produttività funzionano oggi direttamente in cloud. Questo permette ai dipendenti di utilizzarli ovunque e da qualsiasi dispositivo autorizzato;
- utilizzare potenza di calcolo on-demand. Il cloud mette a disposizione capacità di calcolo scalabili, ideali per attività che richiedono elaborazioni intense o variabili, come analisi dati, simulazioni, sviluppo software o applicazioni basate su intelligenza artificiale. Le risorse possono essere aumentate o ridotte in base alle necessità;
- facilitare la collaborazione e il lavoro da remoto. Grazie a piattaforme condivise, documenti e progetti possono essere gestiti in tempo reale da team anche distribuiti su più sedi. Il cloud diventa così un abilitatore naturale dei modelli di lavoro ibridi;
- effettuare backup e ripristino dei dati. I servizi cloud includono spesso sistemi avanzati di backup automatico, che consentono di proteggere le informazioni critiche e di ripristinarle rapidamente in caso di guasti, errori o attacchi informatici;
- sviluppare e testare soluzioni IT in ambienti già configurati. Il cloud fornisce spazi virtuali pronti all'uso dove i team IT possono creare, testare e modificare applicazioni senza dover installare o gestire server fisici.
- garantire la massima qualità e velocità di rilascio. Il cloud abilita l'automazione dei processi di sviluppo e distribuzione (DevOps), permettendo alle aziende di lanciare nuovi servizi e aggiornamenti con maggiore rapidità e meno errori rispetto ai metodi tradizionali.
Il cloud computing, dunque, aiuta a rendere l’infrastruttura IT aziendale più agile, efficiente e accessibile.
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scopri di piùtipologie di cloud computing.
Esistono diverse configurazioni di cloud computing tra cui le aziende possono scegliere in base alle proprie esigenze operative, ai livelli di sicurezza desiderati e al tipo di applicazioni da gestire.
Le principali tipologie di cloud computing sono:
- pubblico. Le risorse informatiche (server, database, software, …) sono fornite da provider esterni e condivise tra più clienti. Ogni azienda dispone di un proprio ambiente dedicato, ma l’infrastruttura di base è comune. È un modello molto diffuso perché scalabile, immediato da attivare e caratterizzato da costi generalmente inferiori rispetto a soluzioni proprietarie;
- privato. È un’infrastruttura dedicata esclusivamente a una singola organizzazione. Il cloud può essere ospitato internamente presso il data center aziendale o presso un provider esterno, ma rimane riservato all’azienda che lo utilizza. Offre elevati livelli di controllo, sicurezza e personalizzazione, ed è spesso scelto da realtà che gestiscono dati sensibili o processi complessi;
- ibrido. Combina cloud pubblico e cloud privato, consentendo alle aziende di distribuire dati e applicazioni tra i due ambienti in modo flessibile. Le attività più sensibili possono rimanere nel cloud privato, mentre quelle meno critiche possono essere migrate nel cloud pubblico. Questo permette di ottimizzare prestazioni, costi e sicurezza in base alle specifiche esigenze operative.
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scopri di piùi modelli di servizio del cloud: IaaS, PaaS e SaaS.
Oltre a decidere dove ospitare i dati (cloud pubblico o privato), per le aziende è fondamentale comprendere e scegliere correttamente tra i modelli di servizio del cloud: IaaS, PaaS e SaaS. Non esiste, infatti, un unico modo di "fare cloud": questi livelli si distinguono per il grado di controllo mantenuto dall'azienda rispetto alla gestione delegata al provider.
Capire questa differenza è essenziale anche per definire le responsabilità di sicurezza. Ecco i tre principali modelli cloud:
- IaaS (Infrastructure as a Service). È il modello che offre la massima flessibilità e somiglia di più all'IT tradizionale. Il provider mette a disposizione l'infrastruttura virtuale (server, storage, reti), mentre l'azienda gestisce tutto il resto: dai sistemi operativi alle applicazioni. È la scelta ideale per chi vuole mantenere il controllo totale sulla configurazione del proprio ambiente;
- PaaS (Platform as a Service). In questo caso, il provider gestisce l'hardware e i sistemi operativi, fornendo una piattaforma pronta all'uso per lo sviluppo. Questo permette agli sviluppatori di concentrarsi esclusivamente sulla scrittura del codice e sulla creazione di applicazioni, senza doversi preoccupare della manutenzione dei server o degli aggiornamenti software di base;
- SaaS (Software as a Service). È il modello più diffuso e immediato. Il provider gestisce l'intero stack tecnologico, dall'infrastruttura all'applicazione finale. L'utente deve solo accedere al software via internet (come avviene per la posta elettronica, i CRM o i gestionali HR), liberandosi completamente da oneri di installazione, manutenzione e aggiornamento.
esempi di cloud computing.
Il cloud computing supporta numerose funzioni aziendali, dalla logistica al marketing, fino alla contabilità. Tra quelle che ne traggono maggiori benefici c’è la funzione HR, che grazie al cloud può gestire processi complessi legati alla gestione delle risorse umane in modo più rapido, efficiente e data-driven.
Ecco alcuni esempi di utilizzo del cloud computing nel mondo HR:
- software HR accessibili online. Piattaforme per la gestione delle presenze, delle ferie o dei documenti del personale che funzionano in cloud permettono a HR, manager e dipendenti di consultare o aggiornare informazioni da qualsiasi dispositivo autorizzato;
- Applicant Tracking System (ATS). I moderni sistemi di ricerca e selezione del personale basati su cloud consentono di archiviare CV, gestire pipeline di talenti, condividere le candidature con i manager e coordinare i colloqui in tempo reale, anche da sedi diverse;
- Learning Management System (LMS). I percorsi di formazione online che vengono erogati tramite piattaforme cloud permettono di caricare contenuti, monitorare i progressi dei dipendenti e aggiornare i materiali senza interventi tecnici complessi;
- strumenti di collaborazione e comunicazione interna. Chat, video riunioni, documenti e progetti gestiti tramite piattaforme cloud consentono ai team di lavorare in modo coordinato anche a distanza. Questi strumenti supportano efficacemente il lavoro ibrido e facilitano la collaborazione tra reparti;
- analisi dei dati HR (People Analytics). Molti sistemi di People Analytics sfruttano il cloud per elaborare grandi quantità di informazioni - performance, engagement, turnover, produttività - e fornire insight utili ai responsabili HR.
Questi esempi di cloud computing mostrano come i servizi cloud fungano da facilitatori dei processi HR.
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scopri di piùquali sono i vantaggi del cloud computing per le aziende?
I principali vantaggi del cloud computing per le aziende sono:
- riduzione dei costi infrastrutturali. Il cloud elimina la necessità di mantenere infrastrutture fisiche all’interno dell’azienda, spesso costose da configurare e gestire. Non servono più server locali da alimentare e raffreddare continuamente né personale dedicato alla loro manutenzione. Le aziende utilizzano le risorse informatiche di cui hanno bisogno tramite il provider cloud, pagando solo per ciò che effettivamente utilizzano;
- scalabilità. Con il cloud un’azienda può aumentare o diminuire lo “spazio” e la “potenza” di cui ha bisogno in tempo reale in base alle necessità del momento. Questo permette di gestire picchi di attività, progetti temporanei o periodi di forte domanda senza blocchi o rallentamenti;
- maggiore velocità di implementazione. Nuove applicazioni e servizi possono essere attivati in poche ore. Ciò accelera l’introduzione di nuovi strumenti digitali e facilita l’adozione di soluzioni innovative;
- aggiornamenti e manutenzione automatizzati. I provider cloud gestiscono direttamente aggiornamenti di sicurezza, patch e miglioramenti alle piattaforme. Le aziende possono così contare su sistemi sempre aggiornati e protetti senza impegnare il proprio reparto IT;
- maggiore sicurezza e protezione dei dati. I servizi cloud integrano sistemi avanzati di crittografia, monitoraggio, backup e gestione degli accessi. Questo riduce i rischi legati a guasti, perdita di dati o attacchi informatici;
- continuità operativa e disaster recovery. Il cloud garantisce accesso ai dati e ai servizi anche in caso di malfunzionamenti. Le copie di sicurezza sono distribuite su più data center, facilitando il ripristino delle attività in tempi rapidi;
- supporto all’innovazione aziendale. Il cloud permette alle aziende di sperimentare facilmente nuove tecnologie senza dover acquistare o configurare infrastrutture dedicate. Si possono attivare in pochi minuti ambienti virtuali per testare strumenti come l’intelligenza artificiale. Una maggiore capacità di innovazione, inoltre, rende l’organizzazione più competitiva sul mercato e aumenta la sua capacità di attrarre i migliori talenti.
Il cloud computing permette alle aziende di lavorare in modo più flessibile, sicuro ed efficiente, favorendo una crescita sostenibile e supportando la loro capacità di innovare.
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scopri di piùsfide e rischi del cloud computing.
Migrare sul cloud è una mossa strategica. Tuttavia, affidare i propri dati a sistemi esterni richiede un livello di attenzione maggiore rispetto alla gestione on-premise: se manca una governance precisa, l'azienda si espone a vulnerabilità che possono avere costi elevati.
La cronaca recente ci ricorda che l'infallibilità non esiste. I disservizi temporanei registrati anche da colossi come AWS o Cloudflare dimostrano che persino le infrastrutture più avanzate al mondo possono subire degli stop. Conoscere queste criticità è utile per pianificare meglio, anche grazie al supporto di servizi di consulenza cloud per le aziende che aiutino a disegnare una roadmap corretta.
Ecco le principali aree di rischio del cloud da monitorare:
- interruzioni impreviste (Downtime). Il cloud vive di connessione. Se la rete cade o il provider ha un problema tecnico, l'accesso ai dati si blocca. Senza le giuste contromisure, un guasto localizzato rischia di paralizzare l'intera operatività aziendale, causando danni economici e d'immagine.
- sorprese in fattura (Bill Shock). La scalabilità è un'arma a doppio taglio. È facilissimo attivare nuove risorse, ma altrettanto facile dimenticarle accese o dimensionarle male. Il risultato? Costi operativi che lievitano silenziosamente, superando di gran lunga il budget previsto.
- sicurezza e configurazioni errate. Contrariamente a quanto si pensa, la maggior parte delle violazioni non deriva da falle del provider, ma da errori interni (misconfiguration), come database lasciati aperti o permessi troppo ampi concessi agli utenti. È qui che diventa cruciale il ruolo di un Cyber Security Expert capace di blindare le configurazioni.
- dipendenza tecnologica (Vendor Lock-in). Costruire tutto l'ecosistema digitale su tecnologie proprietarie di un unico fornitore può diventare una "gabbia dorata". Migrare altrove in futuro potrebbe risultare tecnicamente complesso ed economicamente insostenibile.
come mitigare i rischi di sicurezza del cloud.
Come trasformare questi rischi in un vantaggio competitivo? La risposta sta nell'architettura e nel metodo. Non basta "essere" nel cloud, bisogna saperlo navigare con strumenti avanzati che garantiscano resilienza e controllo, integrando la tecnologia in una più ampia strategia di digitalizzazione aziendale. Per un'infrastruttura a prova di futuro, è fondamentale agire su quattro leve strategiche:
architetture multi-region e multi-cloud.
Una strategia Multi-Region distribuisce i servizi su diverse aree geografiche dello stesso provider, mentre l'approccio Multi-Cloud sfrutta fornitori diversi per carichi di lavoro differenti. In questo modo, se un nodo o una regione subiscono un disservizio, gli altri continuano a funzionare, garantendo la massima disponibilità operativa.
piani di disaster recovery.
Un piano di disaster recovery ben strutturato definisce tempi certi di ripristino (RTO) e la massima perdita di dati tollerabile (RPO). Per garantire la sicurezza del cloud, questo è particolarmente efficiente: le risorse di emergenza possono rimanere "dormienti" (modello Pilot Light) e attivarsi solo in caso di crisi, abbattendo drasticamente i costi rispetto al mantenimento di siti di replica fisici sempre attivi.
il modello di responsabilità condivisa (shared security responsibility).
La sicurezza nel cloud è un lavoro di squadra. È fondamentale comprendere che Il provider (es. Google, AWS) è responsabile della sicurezza del cloud (infrastruttura fisica, hardware, rete globale), ma spetta interamente al cliente garantire la sicurezza nel cloud (protezione dei dati, gestione delle identità, configurazione dei firewall). Capire dove finisce la responsabilità del fornitore e inizia la propria è l'unico modo per evitare configurazioni errate che potrebbero esporre l'azienda ad attacchi.
cultura FinOps per l'ottimizzazione dei costi.
Per evitare sprechi e il rischio di "bill shock", le aziende più mature adottano il framework FinOps. Non si tratta solo di tagliare i costi, ma di creare una collaborazione continua tra team finanziari, tecnici e di business. Figure specializzate come il Cloud Engineer giocano un ruolo chiave in questo processo, monitorando la spesa in tempo reale per massimizzare il valore di ogni euro investito.
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scopri di piùgli impatti del cloud computing nelle risorse umane.
Il cloud computing sta trasformando in modo significativo la gestione delle risorse umane, rendendo i processi HR più agili, integrati e data-driven. Le piattaforme HR cloud-based permettono alle aziende di centralizzare informazioni, automatizzare attività ripetitive e ottenere una visione più completa e aggiornata della forza lavoro.
Questo non solo migliora la qualità delle attività HR, ma contribuisce anche a decisioni più consapevoli e a una gestione strategica delle persone.
Nel dettaglio, i principali effetti del cloud computing sulla gestione delle risorse umane sono:
- maggiore efficienza operativa. Il cloud computing riduce drasticamente il tempo dedicato alle attività amministrative e i costi associati. Uno studio pubblicato nel 2025 su IRJMETS mostra che i sistemi di Human Resource Management (HRM) basati su cloud migliorano in modo significativo processi come payroll, gestione delle presenze e recruiting;
- decision making più rapido e basato sui dati. Una meta-analisi pubblicata nel 2025 su Management Review Quarterly dimostra che i sistemi HR cloud-based migliorano l’integrità e l’affidabilità dei processi decisionali, perché consentono di accedere a informazioni aggiornate e affidabili. Il cloud riduce la soggettività delle valutazioni HR e offre ai manager dashboard, report strutturati e strumenti analitici che supportano decisioni più oggettive;
- maggiore capacità predittiva. Uno studio del 2024 mostra che l’integrazione di sistemi HR basati su cloud permette alle aziende di prevedere in modo più accurato le esigenze future della forza lavoro e i rischi organizzativi. Secondo la ricerca, le piattaforme HR cloud-based aiutano a individuare con anticipo trend relativi a performance, fabbisogni di competenze e comportamenti dei talenti, spingendo la funzione HR a prendere decisioni più efficaci e mirate;
- gestione più fluida dell’intero ciclo di vita del dipendente. Una review scientifica del 2024, che analizza 44 studi sul tema, evidenzia che i sistemi HR basati su cloud offrono vantaggi lungo l’intero ciclo di vita del dipendente: dal processo di recruiting all’onboarding, dalla formazione alla gestione delle performance.
Queste evidenze confermano che il cloud computing è un pilastro dell’HR Digital Transformation.
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scopri di piùintegrare il cloud computing in azienda.
Integrare il cloud computing in azienda richiede una strategia chiara e una transizione graduale.
Il primo passo è capire quali processi aziendali potrebbero trarre maggiore vantaggio dall’utilizzo di servizi cloud. Segue una valutazione tecnica di sicurezza, compliance e continuità di servizio, indispensabile per scegliere la soluzione più adatta.
Si procede con una migrazione progressiva, per testare l’affidabilità del cloud e ridurre i rischi operativi. Man mano che l’organizzazione acquisisce familiarità con il nuovo ambiente, è possibile estendere l’adozione anche ai processi core.
Un ultimo aspetto riguarda le competenze interne: formare le persone sull’utilizzo dei nuovi strumenti rende la transizione più efficace e permette all’azienda di sfruttare appieno i vantaggi del cloud computing. Tuttavia, un reskilling delle competenze IT non basta. Le organizzazioni devono dotarsi di nuove figure professionali altamente specializzate, capaci di governare la complessità:
- Cloud Architect: è il "regista" della trasformazione. Disegna l'infrastruttura cloud garantendo che sia sicura, scalabile e allineata agli obiettivi strategici dell'azienda;
- DevOps Engineer: è il facilitatore che automatizza i processi. Unisce sviluppo e operazioni per rilasciare aggiornamenti software con maggiore frequenza e minori errori;
- Site Reliability Engineer (SRE): è il garante della stabilità. Applica un approccio ingegneristico alle operazioni per assicurare che i sistemi siano sempre affidabili e performanti, anche sotto stress.
Trovare e inserire questi profili è spesso la sfida più ardua dell’integrazione del cloud computing in azienda. Spesso, infatti, si tratta di competenze rare, molto contese e difficili da valutare. Per questo, affidarsi a un partner HR specializzato nella ricerca e selezione di profili IT altamente qualificati può essere la soluzione ottimale.
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