L’AI Literacy - la capacità di comprendere, utilizzare e governare gli strumenti di Intelligenza Artificiale - è ormai un requisito strategico per ogni organizzazione. Con l’entrata in vigore dell’AI Act, dal 2 febbraio 2025 è diventata anche un obbligo: le aziende devono formare il personale e promuovere una cultura dell’Intelligenza Artificiale basata su conoscenza, consapevolezza e responsabilità.

punti chiave da ricordare:

  • l’AI Literacy è un insieme di competenze e conoscenze tecniche, pratiche ed etiche che permettono di utilizzare i sistemi di AI in modo consapevole
  • l’articolo 4 dell’AI Act ha introdotto l’obbligo di formare tutti coloro che forniscono o utilizzano sistemi di AI
  • i controlli di conformità inizieranno il 3 agosto 2026
  • le strategie più efficaci per adeguarsi ai nuovi obblighi dell’AI Act dovrebbero coinvolgere il top management e includere percorsi formativi mirati, con possibilità di apprendimento continuo 
ai literacy
ai literacy

che cos'è l'AI literacy.

L’AI Literacy, o alfabetizzazione in materia di AI, è un insieme di competenze e conoscenze che permettono a una persona di capire come funziona l’Intelligenza Artificiale e come utilizzarla in modo efficace, consapevole e responsabile.

Nel dettaglio, l’AI Literacy si articola in tre dimensioni principali:

  • tecnica. È importante conoscere i principi che regolano il funzionamento dell’Intelligenza Artificiale, come vengono addestrati i modelli, come funzionano gli algoritmi e perché producono certi output;
  • pratica. L’abilità di usare gli strumenti di AI in modo corretto aiuta a formulare richieste efficaci, riconoscere quando un risultato è coerente o quando invece presenta degli errori e scegliere lo strumento più adatto al compito. Questo evita utilizzi superficiali e massimizza l’utilità degli strumenti di AI;
  • etica. La consapevolezza dei rischi legati alla privacy, ai bias e alla trasparenza è indispensabile per utilizzare l’AI in modo responsabile. Comprendere che alcuni modelli possono produrre risultati distorti, trattare i dati personali in modo improprio o generare risposte poco affidabili permette di riconoscere le situazioni a rischio e di intervenire con le dovute cautele.

stai cogliendo tutte le opportunità della digital transformation?

Scopri come possiamo aiutarti nel percorso di trasformazione digitale attraverso programmi di digital enablement strutturati.

scopri di più

AI e lavoro: a che punto siamo in Italia.

Nel mondo del lavoro, l’Intelligenza Artificiale sta generando i cambiamenti più significativi: automatizza attività ripetitive, accelera l’analisi dei dati, supporta la creazione di contenuti, migliora la gestione delle informazioni e rende più rapido lo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi.

In Italia l’adozione di questa tecnologia è in crescita. Secondo l’indagine Imprese e ICT 2024 dell’ISTAT sul grado di digitalizzazione delle imprese, l’8,2% delle aziende italiane con almeno 10 dipendenti utilizza tecnologie di Intelligenza Artificiale (in aumento rispetto al 5,0% del 2023). 

A fare un passo in avanti sono soprattutto le aziende che contato dai 50 ai 99 dipendenti, che passano dal 5,6% al 14,0%, mentre tra le grandi imprese l’adozione cresce dal 24,1% del 2023 al 32,5%.

Occorre inoltre considerare che molti lavoratori utilizzano strumenti di AI senza una formazione specifica e in assenza di policy aziendali dedicate. Questo significa che l’AI entra comunque nei processi, anche quando l’organizzazione non ha ancora definito regole di utilizzo.

L’Intelligenza Artificiale, quindi, sta già modificando il lavoro quotidiano delle risorse umane e il modo stesso di fare impresa. Per non trovarsi impreparate e rimanere competitive, le aziende devono promuovere una diffusione capillare di competenze sull’AI ed essere in grado di governare i cambiamenti introdotti da questa tecnologia. Il migliore modo per farlo è investire sull’AI Literacy del personale.

inizia ora ad investire nella formazione dei tuoi talenti, prepara il tuo team al futuro dell’AI.

contattaci

AI literacy, quali sono gli obblighi?

Il 2 febbraio 2025 è entrato in vigore l’articolo 4 “Alfabetizzazione in materia di AI” dell’AI Act (Regolamento (UE) 2024/1689), secondo il quale: “I fornitori e i deployer dei sistemi di AI adottano misure per garantire nella misura del possibile un livello sufficiente di alfabetizzazione in materia di AI del loro personale nonché di qualsiasi altra persona che si occupa del funzionamento e dell'utilizzo dei sistemi di AI per loro conto, prendendo in considerazione le loro conoscenze tecniche, la loro esperienza, istruzione e formazione, nonché il contesto in cui i sistemi di AI devono essere utilizzati, e tenendo conto delle persone o dei gruppi di persone su cui i sistemi di AI devono essere utilizzati”.

In altre parole, chi fornisce o utilizza sistemi di AI deve assicurare un’adeguata formazione sul loro funzionamento, sulle loro potenzialità e sui loro limiti non solo al personale interno, ma anche a tutte le persone che, a vario titolo e per conto loro, si occupano del funzionamento o dell’utilizzo degli stessi.

L’obbligo di alfabetizzazione in materia di AI, dunque, riguarda, da un lato, persone, aziende o enti pubblici che sviluppano sistemi o modelli di Intelligenza Artificiale oppure li fanno sviluppare da terzi e li immettono sul mercato con il proprio nome (fornitore). Dall’altro, coloro che utilizzano sistemi di AI sotto la propria responsabilità, a esclusione dei casi d’uso personali e non legati al lavoro (deployer).

Un esempio può aiutare a chiarire. Se in azienda si utilizzano strumenti come ChatGPT, Copilot, Gemini o altre applicazioni di AI per svolgere le attività lavorative, il datore di lavoro è considerato un deployer. Se, invece, l’azienda sviluppa internamente modelli o soluzioni di AI, assume il ruolo di fornitore.

È importante sottolineare che l’obbligo di formazione riguarda tutti i sistemi di Intelligenza Artificiale, senza distinzione in base al livello di rischio: anche le applicazioni considerate a basso rischio richiedono un adeguato livello di AI Literacy.

Come già detto, l’obbligo è in vigore da febbraio 2025, ma le attività di vigilanza partiranno il 3 agosto 2026. Da quella data, le autorità nazionali competenti saranno chiamate a verificare la conformità delle aziende alle regole previste dall’articolo 4 dell’AI Act e, in caso di violazioni, potranno applicare sanzioni proporzionate alla gravità dell’infrazione.

hai già pianificato le attività di AI literacy nella tua azienda?

Affidati all’esperienza di Randstad Enterprise Talent Development e alle conoscenze tecniche di Randstad Digital Consulting & Managed Solutions per strutturare un percorso di skilling sull’AI che metta al centro le persone.

contattaci

AI literacy, come devono adattarsi le aziende?

L’AI Act non impone regole rigide per conformarsi a quanto previsto dall’articolo 4. Fornisce una serie di indicazioni che le aziende possono seguire per costruire percorsi di AI Literacy realmente utili, adatti alle esigenze interne e al modo in cui utilizzano l’Intelligenza Artificiale.

A prescindere dall’approccio adottato, le misure di alfabetizzazione in materia di AI devono:

  • fornire una base di conoscenze sull’Intelligenza Artificiale e, nello specifico, sui sistemi che vengono utilizzati in azienda, spiegando cosa sono, come funzionano e quali benefici o criticità possono comportare;
  • tenere conto del ruolo che l’organizzazione svolge rispetto ai sistemi di IA (fornitore o deployer) e valutare il livello di rischio connesso ai sistemi adottati;
  • adattare i percorsi di formazione alle caratteristiche delle persone, considerando competenze tecniche, esperienza professionale, istruzione e contesto in cui i sistemi di AI vengono impiegati.

Per conformarsi all’obbligo di AI Literacy, le aziende devono partire dal vertice. I dirigenti sono chiamati a integrare l’alfabetizzazione sull’AI negli obiettivi strategici dell’organizzazione e a farsi portavoce di una cultura dell’Intelligenza Artificiale basata su conoscenza, consapevolezza e responsabilità.

Senza un commitment forte da parte del top management, qualsiasi programma formativo rischia di fallire.

Le aziende devono poi organizzare programmi formativi mirati, che possono includere corsi in aula o online, workshop, guide pratiche o simulazioni, con l’obiettivo non solo di trasferire conoscenze tecniche, ma anche di diffondere consapevolezza sull’impatto dell’AI nei processi aziendali.

Un punto fondamentale è che l’AI Literacy non può essere confinata al reparto IT. L’Intelligenza Artificiale impatta ormai su tutte le funzioni aziendali. Di conseguenza, tutti i dipendenti devono essere messi nelle condizioni di capire come funzionano gli strumenti di AI con cui interagiscono per utilizzarli al meglio.

Da ultimo, le aziende devono riconoscere l’importanza dell’apprendimento continuo. L’AI è una tecnologia che evolve a una velocità tale che ciò che si impara oggi rischia di diventare obsoleto nel giro di pochi mesi. Per questo è necessario prevedere aggiornamenti periodici che permettano alle persone di restare al passo con l’evoluzione dell’AI.

Per aiutare le aziende nei percorsi di AI Literacy, la Commissione Europea ha pubblicato il “AI Literacy Practices”, un archivio di buone pratiche che mostra come diverse organizzazioni stanno affrontando l’alfabetizzazione sull’Intelligenza Artificiale.

Mentre le aziende sono chiamate ad adattarsi alle nuove regole, i lavoratori sembrano invece già pronti ad accogliere la sfida.

Secondo il Randstad Workmonitor, l’Intelligenza Artificiale è considerata una priorità formativa dal 24% dei lavoratori ed è ritenuta rilevante, in generale, dal 43% degli intervistati. La volontà di acquisire competenze “a prova di futuro” è, quindi, molto diffusa.

Nonostante molti professionisti abbiano piena consapevolezza dell’importanza di aggiornare le proprie competenze, permane un divario evidente tra il desiderio di formarsi e le opportunità di formazione realmente disponibili.

Qualche passo avanti, comunque, è stato fatto. Sempre secondo la ricerca:

  • il 42% dei lavoratori ha preso parte a iniziative mirate allo sviluppo di competenze future-proof;
  • il 59% ritiene che la propria azienda stia investendo in questo ambito, con un miglioramento significativo rispetto all’anno precedente (+13%).

C’è ancora strada da fare, ma qualcosa si sta muovendo e la direzione intrapresa è quella giusta.

hai già pianificato le attività di AI literacy nella tua azienda?

Affidati all’esperienza di Randstad Enterprise Talent Development e alle conoscenze tecniche di Randstad Digital Consulting & Managed Solutions per strutturare un percorso di skilling sull’AI che metta al centro le persone.

contattaci

servizi di formazione aziendale su misura per le aziende.

scopri di più

iscriviti alla nostra newsletter: dati, trend e strategie del mondo HR.

iscriviti ora