Il modo in cui comunichiamo con il nostro responsabile può influenzare non solo il clima lavorativo, ma anche la qualità delle relazioni professionali e le opportunità di crescita all’interno dell’azienda.
Che si tratti di affrontare un problema, esprimere un disaccordo o semplicemente condividere un’opinione, la scelta delle parole è fondamentale. Alcune frasi - spesso dette in buona fede o per nervosismo - possono risultare controproducenti, compromettere la fiducia o generare tensioni inutili.
In questo articolo vedremo come rispondere al capo, quali argomenti è meglio evitare, come esprimere un disagio con professionalità e quali frasi è opportuno usare (e quali no) per mantenere un dialogo costruttivo.
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la comunicazione con il capo.
In qualsiasi posto di lavoro ci si trovi, è bene tenere sempre a mente che esistono delle cose da non dire al capo e delle norme che regolano i rapporti interpersonali. Possono fare eccezione situazioni lavorative molto informali per cui la collaborazione non implica schemi eccessivamente rigidi. Nella maggior parte dei casi, però, si deve rendere conto del proprio operato e delle proprie azioni a qualcuno cui si è subordinati.
È necessario ricordarsi che quello che si dice al proprio capo potrebbe essere molto insidioso se non pesato nel modo opportuno. Al di là delle regole basilari del comportamento civile e dei principi di educazione, esistono delle frasi che è meglio evitare se non si vuole incorrere in fraintendimenti pericolosi.
quando il capo ti chiede come va: ecco cosa non dire.
Molto spesso è estremamente importante non solo badare al contenuto di ciò che si dice, ma anche e soprattutto alla forma in cui si formulano richieste o esigenze quando il capo ti chiede come va.
Confrontarsi con il proprio capo in maniera trasparente è fondamentale per un sano rapporto di lavoro, ma va fatto nei modi e nei tempi giusti per scongiurare il rischio di andare incontro a pericolosi fraintendimenti (leggi anche: come migliorare i rapporti in ufficio).
Ecco allora alcune formule da evitare in tal senso:
- le frasi che esprimono bisogni, quando espresse in modo perentorio. “Ho bisogno di un aumento”/“Devo parlare con lei”. La prima è una richiesta di per sé assolutamente legittima, ma da inoltrare e giustificare solo in caso di merito, alla luce di risultati concreti, dopo un congruo periodo di lavoro e non perché se ne ha semplicemente bisogno (leggi anche: come chiedere un aumento di stipendio). È preferibile, inoltre, esplicitare da subito per quale motivo si desidera l'incontro in modo da evitare malintesi o falsi allarmi ingiustificati;
- le frasi che iniziano con una negazione e pongono problematicità cui non viene data alcuna soluzione. “Non si può fare”/”Non è un mio problema”/”No, posso fare solo una cosa per volta”. È sempre consigliabile trovare la strada per risolvere una questione, o almeno provarci, invece di liquidarla semplicemente;
- le frasi che possono essere interpretate come una ricerca di alibi o come un tentativo di evitare le responsabilità. “Non è colpa mia”/”Non serve che mi si insegni”/”Non capisco”/”No, altrimenti me ne vado”. In generale, ai datori di lavoro poco importa sapere la causa di un problema, ciò che cercano è qualcuno che ne trovi la soluzione. Allo stesso modo escludersi da una responsabilità potrebbe essere interpretato come espressione di totale disinteresse verso il compito richiesto e verso il proprio lavoro;
- le frasi che potrebbero essere interpretate come irrispettose e minare il rapporto con il datore di lavoro. “Non volevo disturbarla per un problema che si è già risolto”/”Sicuro di volerlo fare?”/”Sa, la mia generazione…”. La chiave di un buon rapporto con il proprio capo si basa su fiducia e stima reciproche. Meglio, quindi, non incrinare tale equilibrio con frasi che possano minare la stabilità del ruolo o delle capacità di un superiore;
- le frasi che creano attriti e alimentano problemi sul luogo di lavoro influendo negativamente sul clima lavorativo. “Ha visto cosa ha fatto…?”/”È impossibile lavorare con …”/”Ho una famiglia anche io”. È sempre meglio tenere per sé i problemi personali e mostrare invece la volontà di integrarsi all'interno dell'azienda. Mettere in cattiva luce un collega, ad esempio, è sempre un atto spiacevole e non necessariamente ben visto dai superiori
gli argomenti da evitare con il proprio capo.
Naturalmente, oltre alla forma dell’interazione, conta anche il suo contenuto. Saper riconoscere quali argomenti è meglio evitare in un contesto di lavoro è fondamentale, soprattutto se il confine tra il personale e il professionale rischia di diventare troppo sfumato.
Non tutti i temi si prestano a una conversazione, specialmente con una figura che ha un ruolo di leadership. Alcuni argomenti, se affrontati in modo diretto o in momenti inopportuni, possono creare tensioni, imbarazzi o malintesi che minano il clima lavorativo o compromettono la relazione con il capo.
Essere riservati e mantenere il focus sul lavoro è spesso la strategia più saggia. Conoscere le frasi da evitare e gli argomenti da trattare con cautela è il primo passo per gestire la comunicazione con il capo in modo professionale e costruttivo, evitando scivoloni che potrebbero avere conseguenze nel lungo periodo.
Vediamo ora alcuni dei temi più delicati che è consigliabile lasciare fuori dal perimetro dell’ufficio.
evitare di parlare con il capo di questioni politiche e religiose.
Premesso che nessuno può essere discriminato per le proprie convinzioni religiose né sul posto di lavoro né altrove, è importante essere consapevoli che le inclinazioni spirituali di ciascuno di noi appartengono alla sfera privata (leggi anche: qual è la differenza tra straining e mobbing: come riconoscerli).
Lo stesso discorso vale anche per le questioni che riguardano la politica. Non tutti, compreso il proprio datore di lavoro, potrebbero pensarla allo stesso modo ed esplicitare senza un vero motivo o senza che sia realmente necessario le proprie convinzioni potrebbe creare un clima scomodo in ufficio.
A volte basta un commento su un fatto di attualità per accendere un confronto acceso, che rischia di degenerare. La libertà di opinione è sacrosanta, ma nel contesto professionale è meglio evitare di esporsi su tematiche che possono dividere.
Questo non significa rinunciare alla propria identità, ma saper calibrare il proprio linguaggio in base al contesto. Parlare con il proprio capo di politica o religione potrebbe essere interpretato come fuori luogo o inappropriato. Meglio focalizzarsi su temi che rafforzano la collaborazione e non alimentano contrapposizioni.
sfera personale e riferimenti alla vita privata.
I riferimenti alla vita privata, soprattutto se utilizzati per giustificare una qualche mancanza sul lavoro, vanno assolutamente evitati. È meglio dire chiaramente che non si è in grado di svolgere un determinato compito, piuttosto che utilizzare la propria vita personale come alibi.
A meno che non ci siano gravi problemi di salute che mettono a rischio la propria incolumità, mantenere ben separata la sfera privata da quella professionale è fondamentale.
In generale, raccontare dettagli troppo intimi della propria vita, parlare di relazioni sentimentali, situazioni familiari complesse o questioni economiche delicate può creare imbarazzo, mettere in difficoltà il capo o, peggio, alimentare pregiudizi e malintesi.
Anche se in alcuni contesti il clima è informale, è importante non confondere la cordialità con la confidenza. Condividere troppo può far perdere di vista il proprio ruolo e quello dell’interlocutore, con il rischio di compromettere il rispetto reciproco.
Essere professionali significa anche saper gestire i confini. Se si ha bisogno di tempo o flessibilità per motivi personali, è meglio esporli senza entrare nei dettagli, focalizzandosi sulle soluzioni e sulla continuità del lavoro.
Allo stesso modo andrebbero trattate le informazioni eventuali che si possiedono sulla sfera personale del proprio datore di lavoro. Non è quasi mai una buona idea rivelare al proprio capo di esserne a conoscenza. Il rischio è di creare disagio o, peggio, pericolosi fraintendimenti che potrebbero minare il rapporto professionale.
In generale, muoversi per compartimenti stagni è essenziale sia in termini di produttività ed efficienza nella propria attività che per ciò che concerne una corretta gestione dello stress (leggi anche: come sopravvivere allo stress da lavoro).
commenti su colleghi o dinamiche interne.
Un altro tema da evitare con il proprio capo riguarda le critiche o i pettegolezzi sui colleghi. Espressioni come "Hai visto cosa ha fatto Tizio?" o "Secondo me Caio non lavora abbastanza" possono sembrare sfoghi innocui, ma in realtà trasmettono un’immagine poco professionale.
Parlare male degli altri, soprattutto alle figure apicali, può essere percepito come tentativo di mettersi in buona luce a scapito altrui. Inoltre, rischia di alimentare tensioni nel team e far perdere credibilità.
Se ci sono problemi reali, come comportamenti scorretti o situazioni che ostacolano il lavoro, è sempre meglio segnalarli in modo costruttivo, senza giudizi personali e con il focus su fatti oggettivi. Dimostrare maturità comunicativa è spesso più efficace di una lamentela.
come dire al capo che non sei felice.
Quando si avverte una sensazione di insoddisfazione o infelicità sul posto di lavoro, è importante affrontare il problema in modo aperto e rispettoso con il proprio capo. Una comunicazione efficace in questa situazione può contribuire a migliorare la situazione e promuovere un ambiente lavorativo più sano.
Per iniziare la conversazione, è consigliabile scegliere un momento opportuno e privato per evitare interruzioni o distrazioni. Esprimi i tuoi sentimenti con sincerità, concentrandoti sulle tue emozioni e sulle situazioni specifiche che contribuiscono al tuo stato d'animo.
Evita di attribuire colpe o di adottare un tono accusatorio: non stai puntando il dito contro qualcuno, ma stai cercando un confronto onesto e propositivo. Usa frasi in prima persona come “Mi sento poco valorizzato” oppure “Ho la percezione di non riuscire a esprimere al meglio le mie competenze”. Questo approccio aiuta a evitare fraintendimenti.
Può essere utile preparare alcuni esempi concreti che spieghino il tuo malessere: un progetto gestito male, una comunicazione poco chiara, un carico di lavoro eccessivo o un mancato riconoscimento dei risultati ottenuti. L’importante è mostrare che l’obiettivo non è lamentarsi, ma cercare insieme una soluzione.
Prova anche a portare delle proposte: magari la possibilità di ridefinire alcune responsabilità (leggi anche: come chiedere al capo di cambiare mansione), introdurre momenti di confronto più frequenti o chiarire meglio le aspettative reciproche. Dimostrare disponibilità al dialogo e volontà di migliorare aiuta il capo a percepire il tuo messaggio come costruttivo, non come una critica fine a se stessa.
Ricorda che ogni relazione professionale si basa sul rispetto e sulla fiducia: anche parlare della propria infelicità sul lavoro può diventare un’occasione per rafforzare il rapporto con il tuo capo e ritrovare motivazione (leggi anche: come migliorare la motivazione sul lavoro), se affrontato nel modo giusto.
Prepararsi a questo confronto è fondamentale, proprio come avviene quando un recruiter ti chiede: “Perché dovremmo scegliere te?” - servono consapevolezza, chiarezza e capacità di evidenziare i propri punti di forza.
frasi da non dire al capo: esempi.
Ecco una lista di cose da non dire mai al datore di lavoro.
"non posso farlo”.
Questa frase può essere percepita come mancanza di impegno o motivazione. Invece di dire "non posso farlo", prova a spiegare i motivi per cui potresti avere difficoltà a completare un compito e chiedi supporto o suggerimenti per superare gli ostacoli.
"non è colpa mia”.
Incolpare gli altri può creare un ambiente di lavoro negativo e mettere in discussione la tua responsabilità. Se ci sono problemi o errori, è meglio affrontarli con una mentalità costruttiva e cercare soluzioni insieme.
“non ho tempo".
Dire di non avere tempo può far sembrare che tu non sia disposto a gestire nuovi incarichi o sfide. Invece, cerca di spiegare la tua attuale carico di lavoro e chiedi se è possibile organizzare le priorità o delegare alcune attività.
Altre frasi che possono causare tensioni o fraintendimenti con il capo:
- “Ho bisogno di un aumento”;
- “Dove lavoravo prima non si faceva così”;
- “In quest’azienda abbiamo sempre fatto così”;
- “Per me va bene tutto/Per me è uguale”;
- “Non capisco”;
- “Sicuro di volerlo fare?”;
- “Posso fare solo una cosa per volta”;
- “In questa azienda non funziona nulla/non si può lavorare così”.
come rispondere al feedback del capo.
Quando ricevi feedback o critiche dal capo, è importante rispondere con maturità e apertura. Ecco alcune frasi da evitare.
"non sono d'accordo”.
Contraddire direttamente il feedback del capo può portare a un confronto improductivo. Invece di dire "non sono d'accordo", chiedi ulteriori dettagli o spiega il tuo punto di vista in modo costruttivo.
"ho fatto del mio meglio”.
Mentre è importante essere fieri del tuo lavoro, utilizzare questa frase può apparire difensivo. Invece, accetta il feedback come un'opportunità di crescita e chiedi suggerimenti su come migliorare.
frasi per mostrare impegno e disponibilità.
Nel rapporto con il proprio capo, la disponibilità e l’impegno non si dimostrano solo con le azioni, ma anche con le parole. Il modo in cui ci esprimiamo ogni giorno può rafforzare - o al contrario indebolire - la percezione di affidabilità, collaborazione e spirito di iniziativa.
Anche quando non si è d’accordo con una decisione o si sta attraversando un momento complesso, saper comunicare apertura, proattività e responsabilità può fare la differenza. I manager non si aspettano dipendenti perfetti, ma persone disposte a mettersi in gioco, a chiedere supporto quando serve e ad affrontare le sfide con un approccio costruttivo.
Ci sono alcune frasi che, se pronunciate al momento giusto e con il tono giusto, trasmettono serietà, flessibilità e orientamento alla crescita, rafforzando il rapporto di fiducia con il proprio superiore.
"ci proverò!".
Questa frase comunica apertura verso la novità e disponibilità a uscire dalla propria zona di comfort. Esprime la tua volontà di affrontare una nuova sfida o risolvere un problema. Non significa promettere il risultato, ma impegnarsi per ottenerlo. Un atteggiamento positivo e determinato viene sempre notato.
"ho bisogno di aiuto”.
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza. Dimostra umiltà, desiderio di imparare e attenzione alla qualità del proprio lavoro. I capi apprezzano chi ha il coraggio di esporsi con sincerità e cerca soluzioni piuttosto che improvvisare.
"sono aperto alle critiche costruttive”.
Accettare un feedback senza mettersi sulla difensiva è segno di maturità e voglia di crescere. Questa frase aiuta a instaurare un dialogo franco, in cui si dimostra di avere a cuore il miglioramento personale e la riuscita del lavoro di squadra.
"posso occuparmene io".
Prendersi carico di un compito senza aspettare che venga assegnato significa avere spirito d’iniziativa. Usare questa frase (con criterio) è un ottimo modo per mostrare senso di responsabilità e affidabilità, qualità che ogni leader apprezza in un collaboratore.
"se serve, sono disponibile a rivedere le priorità".
Questa espressione mostra flessibilità. Quando un’urgenza cambia la pianificazione, essere pronti a riorganizzare il proprio lavoro - senza lamentarsi - è un segnale forte di impegno e cooperazione.
"mi piacerebbe imparare a farlo".
Dichiarare il proprio interesse per un’attività nuova o per una competenza che non si possiede ancora è una dimostrazione concreta di proattività. Comunica desiderio di crescita e volontà di dare un contributo sempre maggiore.
"come posso migliorare?".
Rivolgere questa domanda al proprio capo dimostra desiderio di crescita, autoconsapevolezza e impegno reale nel proprio ruolo. Trasmette apertura al confronto, ma invita anche il responsabile a offrire spunti concreti per evolvere professionalmente. È una frase che ribalta la dinamica del feedback, mostrandoti parte attiva nel processo e interessato a fare la differenza.
Comunicare con il proprio capo in modo appropriato e positivo è fondamentale per una relazione professionale armoniosa. Evita frasi che possono creare tensioni o fraintendimenti e cerca di rispondere al feedback del capo con apertura e maturità.
Mostra impegno, disponibilità e volontà di crescere professionalmente. Ricorda che una comunicazione efficace con il capo contribuirà al tuo successo nel lavoro. Sii sempre rispettoso e pronto a lavorare in team per raggiungere gli obiettivi comuni.