Quando si inizia un nuovo lavoro o si ottiene un aumento salariale, è fondamentale conoscere lo stipendio netto che si percepirà, non solo per valutare l'offerta economica ricevuta, ma anche per gestire in modo consapevole le proprie finanze.
Procediamo per gradi. Prima di spiegare come effettuare il calcolo del netto in busta paga, vediamo come è composto il cedolino che si riceve mensilmente dal datore di lavoro e quali sono le componenti che incidono sulla retribuzione netta.
indice dei contenuti:
come è composta la busta paga?
La busta paga è il documento che certifica la retribuzione spettante al lavoratore dipendente e dettaglia tutte le componenti che influiscono sul calcolo dello stipendio netto, permettendo di tenere sotto controllo quanto percepito.
Pur essendo composta da numerose voci, la busta paga può essere suddivisa in quattro sezioni principali:
- testata. Posizionata nella parte alta del cedolino, include i dati identificativi del datore di lavoro e del dipendente, nonché le informazioni che qualificano il rapporto di lavoro e le basi di calcolo della retribuzione;
- corpo. Qui sono riportati tutti i dati relativi a ciò che viene erogato e trattenuto al lavoratore, nonché eventuali importi figurativi fonte di informazioni utili (come il rateo mensile del TFR) e importi che, pur non essendo erogati o trattenuti, concorrono a formare reddito, aumentando gli imponibili previdenziali e fiscali (come i fringe benefits con valore superiore a 1.000 euro e a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli per il 2025);
- sezione contributiva e fiscale. Presenta le trattenute previdenziali, assistenziali e fiscali, fornendo una panoramica delle somme che il dipendente è tenuto a versare per obblighi di legge;
- retribuzione netta. Riporta lo stipendio che il lavoratore riceve dal datore di lavoro, al netto delle varie trattenute applicate.
Vuoi approfondire l’argomento? Scopri come leggere la busta paga.
In questa sede, ci soffermeremo sulla terza sezione della busta paga - quella relativa ai contributi e alle imposte - perché include dettagli che incidono sul calcolo dello stipendio netto e che non sempre risultano di immediata comprensione.
come calcolare la retribuzione netta mensile?
Per calcolare la retribuzione netta mensile, il primo passo è individuare l’imponibile previdenziale INPS, che corrisponde alla somma delle retribuzioni fisse e accessorie percepite dal lavoratore dipendente indicate in busta paga.
Si passa poi ai contributi previdenziali, che si calcolano applicando all’imponibile INPS una percentuale, generalmente pari al 9,19% per la maggior parte dei lavoratori dipendenti, ma che può variare in base al contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato e al settore di riferimento. In alcuni casi, è previsto un contributo addizionale dello 0,30% per i lavoratori impiegati presso aziende con più di 15 dipendenti, destinato a finanziare la Cassa Integrazione Straordinaria, nel caso in cui il datore di lavoro ne facesse richiesta.
Per alcuni lavoratori potrebbero essere previste delle contribuzioni aggiuntive legate all’iscrizione alla previdenza complementare o ai fondi di categoria. Anche questi contributi devono essere considerati nel calcolo.
Sottraendo i contributi dall’imponibile previdenziale INPS si ottiene il reddito imponibile IRPEF, cioè l’imponibile fiscale.
Si procede con il calcolo dell'IRPEF, conteggiata in base ad una percentuale proporzionata al reddito stesso, come dettaglieremo meglio nel paragrafo successivo. In base allo scaglione in cui rientra il reddito imponibile, quest’ultimo si moltiplica per l’aliquota corrispondente, sottraendo il relativo correttivo.
Scopri di più sulla tassazione dello stipendio.
Una volta calcolate le tasse, si passa alle detrazioni, che sono degli importi che vengono calcolati in base a condizioni soggettive o situazioni oggettive del lavoratore e rappresentano una sorta di “sconto” sul carico tributario. Tra queste vi sono le detrazioni per lavoro dipendente.
Per calcolare le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente bisogna innanzitutto moltiplicare il reddito imponibile IRPEF per le mensilità previste dal contratto. Questo consente di determinare il reddito complessivo, sul quale devono essere applicate le detrazioni previste per legge:
- 1.955 euro per i redditi non superiori a 15.000 euro;
- 1.910 + 1.190 x [(28.000 - reddito complessivo)/13.000)] per i redditi superiori a 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
- 1.910 x [(50.000 - reddito complessivo)/22.000)] per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- nessuna detrazione per i redditi superiori a 50.000 euro.
Il risultato ottenuto dall’applicazione della detrazione sul reddito complessivo è un importo annuale che va riparametrato per i giorni del mese. Deve cioè essere diviso per i giorni dell’anno e poi moltiplicato per i giorni del mese.
Si procede con le addizionali, per il calcolo delle quali è necessario disporre di tre dati:
- reddito imponibile IRPEF dell’anno precedente (reperibile nella CU o nella busta paga di dicembre dell’anno precedente);
- aliquota dell’addizionale regionale;
- aliquota dell’addizionale comunale.
Per calcolare l’addizionale regionale bisogna applicare l’aliquota prevista al reddito imponibile IRPEF. Si ottiene un risultato che corrisponde all’addizionale regionale annuale. Poiché l’addizionale regionale si paga su 11 mesi (da gennaio a novembre), bisogna dividere il risultato ottenuto per 11.
L’addizionale comunale si calcola nello stesso modo, cioè applicando l’aliquota prevista al reddito imponibile IRPEF. Dal risultato che si ottiene bisogna però sottrarre l’acconto dell’addizionale comunale già versato nell’anno precedente.
Per determinare l’ammontare dell’acconto è necessario conoscere l’importo mensile dell’addizionale comunale già versato, che si trova nelle buste paga dell’anno precedente, precisamente nei cedolini da marzo a novembre. Questo importo deve essere poi moltiplicato per 9 perché l’acconto dell’addizionale comunale si paga su 9 mesi.
A questo punto, bisogna sottrarre l’acconto al risultato ottenuto dopo l’applicazione dell'aliquota al reddito imponibile IRPEF. Il risultato è l’addizionale comunale annuale. Poiché, anche in questo caso, l’addizionale si paga su 11 mesi, da gennaio a novembre, bisogna dividere il risultato ottenuto per 11.
Una volta raccolti tutti questi dati, per il calcolo del netto in busta paga bisogna prendere il reddito imponibile e sottrarre le tasse, aggiungere le detrazioni, sottrarre le addizionali, aggiungere altre eventuali detrazioni (legate alla una situazione personale e familiare del contribuente, come per esempio quelle per il coniuge, i figli o altri familiari a carico) e sottrarre altre eventuali trattenute (scorpi di più sulle trattenute in busta paga).
Il risultato che si ottiene è lo stipendio netto, pari alla retribuzione lorda meno oneri sociali e ritenute fiscali.
detrazioni IRPEF 2025: aliquote e scaglioni.
L’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è una delle principali imposte che incidono sul calcolo dello stipendio, contribuendo in modo significativo alla differenza tra retribuzione lorda e netta.
Per i redditi da lavoro dipendente, il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta: ha l'obbligo di trattenere l’IRPEF direttamente dallo stipendio lordo del dipendente e di versarlo all'Agenzia delle Entrate.
Essendo un’imposta progressiva, l’IRPEF viene calcolata in base a scaglioni di reddito: al crescere del reddito aumenta la percentuale di tassazione applicata, determinando un’imposizione fiscale più elevata per i lavoratori con redditi più alti.
La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207 del 30 dicembre 2024) ha confermato e reso strutturale quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024, che ha ridotto da quattro a tre gli scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
Questa riforma ha comportato l’accorpamento degli scaglioni relativi ai redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro. Tale modifica è stata introdotta per andare incontro ai lavoratori con redditi medio-bassi, riducendo l’imposta da versare e incrementando di conseguenza lo stipendio netto percepito.
esempio di una busta paga.
Di seguito un esempio di calcolo dello stipendio netto in busta paga.
Partiamo dal calcolo dei contributi previdenziali, ipotizzando un imponibile INPS di 4.148 euro, a cui bisogna applicare un’aliquota del 9,49% (aliquota ordinaria del 9,19% + aliquota addizionale del 0,30%) perché il lavoratore lavora nel settore Metalmeccanico Industria e in un’azienda con oltre 15 dipendenti.
Si procede applicando le rispettive aliquote all’imponibile INPS, effettuando i seguenti calcoli:
- 4.148 euro / 100 x 9,19 = 381,20 euro;
- 4.148 euro / 100 x 0,30 = 12,44 euro.
Sommando i due risultati si ottiene un totale di 393,64 euro (381,20 euro + 12,44 euro). Successivamente, si sottrarre questo importo dall’imponibile previdenziale INPS per ottenere il reddito imponibile IRPEF: 4.148 euro - 393,64 euro = 3.754,36 euro.
Si procede con il calcolo dell'IRPEF. Il reddito imponibile del lavoratore, in questo caso, rientra nel secondo scaglione di reddito mensile. Si devono applicare un’aliquota del 35% e un correttivo di 280 euro. Il calcolo è il seguente: 3.754,36 euro / 100 x 35 - 280 euro = 1.034,02 euro.
Una volta calcolata l’IRPEF, si passa alle detrazioni da lavoro dipendente. Bisogna innanzitutto moltiplicare il reddito imponibile IRPEF per le mensilità previste dal contratto, al fine di determinare il reddito complessivo. Ipotizzando che le mensilità siano 13, il calcolo sarà: 3.754,36 euro x 13 = 48.806,68 euro.
Poiché il reddito complessivo rientra nella fascia dei redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro, per calcolare la detrazione da lavoro dipendente si deve applicare la formula 1.910 x [(50.000 - reddito complessivo)/22.000)]. Quindi: 50.000 euro - 48.806,68 euro = 1.193,32 euro. Questo risultato deve essere diviso per 22.000 euro: 1.193,32 euro / 22.000 euro = 0,05 euro. A sua volta, questo importo deve essere moltiplicato per 1.910 euro: 0,05 euro x 1.910 euro = 95,50 euro.
Bisogna poi riparametrare tale importo, che è annuale, per i giorni del mese e dell’anno. Ipotizzando che la busta paga sia di gennaio 2025, si dovrà dividere l’importo ottenuto dall’applicazione della detrazione sul reddito complessivo per 365 e poi moltiplicare il risultato per 31: 95,50 euro / 365 x 31 = 8,11 euro.
Procediamo infine con il calcolo delle addizionali. Consideriamo un reddito imponibile IRPEF dell’anno precedente pari a 48.761,64 euro e ipotizziamo che il dipendente sia residente a Milano, in Lombardia. L’aliquota regionale da applicare sarà dell’1,72%, mentre quella comunale dello 0,8%.
Per ricavare l’addizionale regionale bisogna applicare la relativa aliquota al reddito imponibile IRPEF del 2024. Il calcolo sarà: 48.761,64 euro / 100 x 1,72 = 838,70 euro. Il risultato è l’addizionale regionale annuale. Poiché l’addizionale regionale si paga su 11 mesi, bisogna dividere il risultato ottenuto per 11, quindi: 838,70 euro / 11 =76,24 euro.
Anche per calcolare l’addizionale comunale bisogna applicare l’aliquota prevista al reddito imponibile IRPEF dell’anno precedente, quindi: 48.761,64 euro / 100 x 0,8 = 390,09 euro. Da questo risultato si deve poi sottrarre l’acconto dell’addizionale comunale già versato nell’anno precedente.
Supponiamo che, nel 2024, l’importo trattenuto ogni mese come acconto dell’addizionale comunale fosse pari a 12,68 euro. L’acconto dell’addizionale comunale si paga su 9 mesi, quindi l’importo mensile deve essere moltiplicato per 9: 12,68 euro x 9 = 114,12 euro.
Bisogna poi sottrarre l’acconto versato nell’anno precedente al risultato ottenuto dopo l’applicazione dell'aliquota al reddito imponibile IRPEF 2024: 390,09 euro - 114,12 euro = 275,97 euro. Il risultato è l’addizionale comunale annuale. Poiché anche questa addizionale si paga su 11 mesi, il risultato ottenuto deve essere diviso per 11: 275,97 euro / 11 = 25,09 euro.
A questo punto, è possibile calcolare la retribuzione netta mensile. Per farlo, bisogna partire dal reddito imponibile e sottrarre le tasse, aggiungere le detrazioni e sottrarre le addizionali: 3.754,36 euro - 1.034,02 euro + 8,11 euro - 76,24 euro - 25,09 euro = 2.627,12 euro.
Va precisato che, in questo esempio di calcolo dello stipendio netto in busta paga, non sono state considerate eventuali ulteriori detrazioni (ad esempio, per il coniuge, i figli o altri familiari a carico), che andrebbero aggiunte al reddito imponibile, né eventuali altre trattenute, che invece andrebbero sottratte.
Conoscere la propria retribuzione netta è fondamentale per gestire al meglio le proprie finanze e affrontare in modo consapevole eventuali trattative economiche. Questo è particolarmente utile in sede di colloquio, dove il selezionatore potrebbe chiedere informazioni sulla retribuzione percepita per formulare la proposta economica (scopri come comportarti in caso di richiesta della busta paga a colloquio).