Essere agili emotivamente per prendere decisioni efficaci e produrre innovazione. In un mondo che va sempre di più verso l’operatività e la strategia Data oriented, le emozioni assumono un ruolo fondamentale nella vita professionale come in quella personale. Danilo Carboni (formatore e coach aziendale) ci racconta la sua esperienza dopo il tour sull’agilità emotiva organizzato da Randstad Italia. Il tour, che ha coinvolto importanti società del panorama sportivo italiano, ha cercato di evidenziare in maniera leggera e coinvolgente l’utilità funzionale delle emozioni nella quotidianità di ognuno.

Due persone sedute su una panchina che bevono un bibita
Due persone sedute su una panchina che bevono un bibita

1. quando il tema dell'agilità emotiva è entrato a pieno titolo nel nostro vocabolario e nella nostra quotidianità?

In realtà non è ancora entrato appieno nel vocabolario, anzi, possiamo dire che si tratta di un neologismo che per alcuni aspetti suona anche strano ed incuriosisce. Unisce infatti due elementi che non sembrano stare bene insieme: “agilità” sostantivo che indica destrezza, scioltezza ed “emotiva/o” aggettivo che ha a che fare con le emozioni. Se ci pensiamo bene, quando si dice che una persona è “emotiva” non ci fa tanto pensare ad un complimento né tantomeno ad una persona agile, veloce. Piuttosto ci immaginiamo una persona fragile che, a causa della sua forte componente emotiva, può rimanere in alcune circostanze intrappolata dalle sensazioni che la attraversano.
Questo è quello che si è pensato a lungo creando anche degli stereotipi culturali non veritieri. In realtà, vivere degli stati emotivi è una condizione che riguarda tutti gli esseri umani e costituisce una grande risorsa a patto che se ne comprenda il valore. Possiamo quindi imparare a riconoscere le nostre emozioni e capire che tipo di contributo possano fornire alla nostra vita oppure disconoscerle e tentare di bloccarle, ma sappiamo bene che questo approccio non solo non è utile ma quantomeno dannoso.
Oggi, quindi, si comincia a mostrare maggiore interesse nel comprendere meglio il ruolo delle differenti emozioni che si manifestano nel nostro sistema interno e nel trovare strategie per renderle nostre alleate nella quotidianità. Questo si intende per “agilità emotiva”

2. i consigli principali che daresti per affrontare il cambiamento nella vita e nel lavoro!  

Quando parliamo di agilità emotiva intendiamo proprio la capacità di affrontare le sfide ed i cambiamenti in modo agile, facendo in modo che le emozioni non rappresentino un ostacolo ma bensì che svolgano la funzione di facilitazione al cambiamento. Facciamo un esempio, se al lavoro la mia azienda mi chiede di cambiare ruolo e di assumermi delle responsabilità diverse da quelle che avevo in precedenza, io proverò senz’altro delle emozioni differenti in funzione del significato che attribuisco a tale cambiamento. Se si tratta infatti di un cambiamento che interpreto come una possibile crescita in carriera, è possibile che provi gioia ed entusiasmo. Se invece vedo il cambiamento come un modo per sfruttarmi scaricandomi più lavoro e responsabilità, è probabile che proverò frustrazione e rabbia.

Indipendentemente da quale sia la verità, i principali suggerimenti sono i seguenti:

  • Stai sui fatti, non sulle opinioni o congetture personali. Stare sui fatti ci permette di avere una visione più oggettiva e snella relativamente alle cose che ci accadono.
  • Prendi consapevolezza del tuo dialogo interno e dei tuoi modelli di pensiero. Alcuni pensieri che facciamo sulle cose che ci accadono spesso portano distanti dalla verità e accentuano stati emotivi disfunzionali.
  • Non identificarti con le tue emozioni; l’emozione non sei tu, ma è qualcosa che ti accade.
  • Ascolta l’emozione e comprendine il messaggio sottostante, ti aiuterà a capire meglio chi sei e dove vuoi dirigerti.
  • Distingui tra ciò che puoi fare e ciò che non puoi fare, non attaccarti alla necessità di dover fare tutto o essere tutto. 
  • Scomponi cose complesse in piccole parti più semplici su cui puoi avere il controllo attraverso delle azioni specifiche. Il tuo stato d’animo interno cambierà immediatamente.

3. cosa diresti a chi è alla costante ricerca di un metodo di decisione?

Direi di fare attenzione a cosa dice la testa ma anche cosa dice il cuore e la pancia. Sappiamo infatti che una buona decisione è quella che tiene conto delle varie risorse che abbiamo a disposizione, che sono un mix tra razionalità e capacità d’analisi da una parte, ma anche intuizione, visione e ispirazione che afferiscono ad altre dimensioni del nostro essere. Ricordiamoci che le più grandi scoperte e le imprese memorabili in ogni campo, sono state sempre compiute sfidando le convenzioni, le analisi e le prassi più in voga al momento.

4. durante l'Agilità Emotiva Tour hai incontrato tanti sportivi, hai avuto modo di confrontarti con loro e di conoscerli. In realtà come queste, quanto è importante essere agili emotivamente?

Ho imparato davvero tanto da questa esperienza in quanto ho avuto modo di dialogare e confrontarmi con personaggi sportivi di successo e attingere alle loro esperienze. È stato molto utile ascoltare i loro racconti dal vivo e cercare di comprendere come hanno superato alcune loro sfide e realizzato le loro imprese sportive. Ci siamo accorti che in tutti questi racconti emergeva evidente la loro capacità a volte spontanea, altre volte allenata con caparbietà, di elaborare e trasformare più rapidamente degli altri le proprie emozioni in modo produttivo di fronte a delle difficoltà. Siamo arrivati a condividere che la differenza tra un talento sportivo naturale ed un campione sta nel fatto che il primo può avere performance altalenanti mentre il campione è proprio colui che riesce a mantenere prestazioni elevate e costanti grazie alla capacità di trasformare ogni esperienza, anche la più difficile, in una chiave di continuo miglioramento. Ci sono tanti sportivi potenzialmente molto forti che sono scomparsi e che non conosceremo mai perché di fronte a eventi e sfide di vita non hanno avuto la stessa agilità e si sono fermati. 

5. evitare le emozioni negative in azienda è come evitare di pensare all'elefante rosa?

Non esistono vere e proprie emozioni negative. L’emozione ha una sua funzione e questa deve essere scoperta, riconosciuta ed interpretata. È come un messaggio che ci arriva in posta elettronica, che se non lo apriamo e lo leggiamo ci intasa tutta la posta e ci blocca il sistema. Se leggiamo la nostra emozione dandogli un significato positivo, quella stessa lascerà il posto ad un’altra emozione più funzionale. È per questo che non va evitata ma semplicemente compresa e poi utilizzata. Se il mio capo mi da una cattiva notizia a proposito dei risultati ottenuti nell’ultimo trimestre posso provare uno stato d’animo di delusione e tristezza. Anziché commiserarsi sul fatto di non essere stato in grado di portare un risultato migliore, potrebbe essere utile chiedersi cosa significa per me quella situazione partendo dall’emozione generata; potrei scoprire, ad esempio che la tristezza è un modo naturale per provocare un’autoanalisi costruttiva, cercare gli elementi per migliorare lo stato attuale ed elaborare un piano d’azione per il cambiamento. Potrebbe essere una chiave per passare ad uno nuovo stato d’animo di motivazione ed energia. Aldous Huxley diceva che “l’esperienza non è ciò che accade, ma cosa facciamo di ciò che ci accade.”

6. pensi esista una relazione diretta tra agilità emotiva e innovazione organizzativa?

Penso che quanto più si è agili emotivamente tanto più sarà facile il cambiamento. Se tale capacità viene incentivata e nutrita in modo diffuso all’interno di un’organizzazione, ecco che forse sarà più facile e veloce vedere degli effetti di un rinnovamento in termini sistemici.

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