L’AI sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano, prendono decisioni e competono sul mercato. Automatizza processi e apre scenari inediti di innovazione, portando con sé anche nuove sfide. Imparare a gestire questa trasformazione è fondamentale per la crescita e la sostenibilità del business. Vediamo come gestire l’Intelligenza Artificiale in azienda.

punti chiave da ricordare:

  • in Italia solo l’8,2% delle imprese utilizza l’Intelligenza Artificiale
  • l’80% dei lavoratori valuta positivamente la propria esperienza con l’AI
  • i rischi percepiti da aziende e lavoratori riguardano soprattutto l'impatto dell'AI sull'occupazione, la dipendenza dalla tecnologia e le implicazioni etiche legate al suo utilizzo
  • l’AI rappresenta un’opportunità in termini di produttività, riduzione dei costi e soddisfazione e benessere dei talenti
  • investire nella digital transformation e nella formazione è essenziale per sfruttare appieno il potenziale dell'AI

Guida all'utilizzo responsabile dell'AI in azienda.

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intelligenza artificiale in azienda
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l'impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro in Italia.

L'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nelle imprese italiane è strettamente legata al tema della trasformazione digitale, un processo che sta ridisegnando strutture organizzative, competenze e modelli operativi. 

Conoscere lo stato dell'arte dell'adozione di questa tecnologia nel nostro Paese è fondamentale per comprendere come l’AI stia rivoluzionando il modo di lavorare e fare impresa.

Secondo il rapporto Imprese e ICT dell’ISTAT, l’Italia si sta muovendo verso una crescente digitalizzazione. Il 70,2% delle PMI ha raggiunto almeno un livello base di digitalizzazione, una percentuale che sale al 97,8% tra le grandi imprese. Tuttavia, soltanto l’8,2% delle aziende italiane utilizza almeno una tecnologia di Intelligenza Artificiale - un dato in crescita rispetto al 5% del 2023, ma ancora inferiore alla media dell’Unione Europea.

A confermare questo ritardo ci sono anche i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, riportati da la Repubblica, secondo cui le imprese italiane stanno adottando l’AI a un ritmo più lento rispetto ad altri Paesi europei. L’81% delle grandi aziende ha preso in considerazione l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, contro una media europea dell’89%, e solo il 59% ha già avviato un progetto, a fronte del 69% della media UE. Un dato positivo, però, arriva da chi ha già intrapreso questo percorso: circa un’impresa su quattro ha integrato stabilmente soluzioni di AI nei propri processi operativi.

L’Italia si colloca però tra i primi posti in classifica per l’utilizzo di strumenti di GenAI, come ChatGPT o Microsoft Copilot. Oltre la metà delle grandi aziende (53%) ha acquistato licenze di strumenti di GenAI. Tra queste, il 39% dichiara di aver già riscontrato un aumento della produttività, mentre il 48% non ha ancora misurato l’impatto in modo quantitativo.

I dati del Politecnico rivelano che il quadro cambia radicalmente quando si osservano le PMI. All’interno di queste realtà, l’interesse verso l’AI è alto ma la sperimentazione resta limitata: il 58% mostra curiosità verso questa tecnologia, ma solo il 7% delle piccole e il 15% delle medie imprese ha avviato progetti strutturati, affidandosi perlopiù a fornitori esterni. La carenza di competenze digitali e risorse economiche continua a rappresentare il principale ostacolo.

Il livello di adozione dell’AI non dipende però solo dalle strategie aziendali, ma anche dal modo in cui le persone percepiscono e utilizzano questa tecnologia. Secondo lo studio EY Italy AI Barometer, nel 2025 l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro è cresciuto fino al 46% (contro il 12% del 2024) e oltre l’80% dei lavoratori valuta positivamente la propria esperienza con l’AI, segno di una crescente familiarità e accettazione.

Secondo l’HR Trends & Salary Survey di Randstad, i principali ambiti in cui i lavoratori utilizzano l’AI sono:

  • creatività;
  • traduzione;
  • analisi dati e supporto decisionale;
  • formazione;
  • automazione operativa;
  • programmazione e IT;
  • risorse umane e organizzazione;
  • produzione, logistica e manutenzione.

Tutti questi dati restituiscono la fotografia di un’Italia che sta muovendo passi significativi verso l’adozione dell’Intelligenza Artificiale in azienda, pur tra luci e ombre.

un ragazzo e una ragazza seduti ad una scrivania davanti ad un pc che fanno una videoconferenza con altri colleghi

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i rischi per aziende e dipendenti.

Ogni innovazione dirompente porta con sé entusiasmo ma anche preoccupazione. L’Intelligenza Artificiale non fa eccezione: accanto alle opportunità, emergono alcuni rischi legati suo impatto sul lavoro e alla sostenibilità etica e organizzativa del cambiamento.

Il primo rischio percepito è la perdita di posti di lavoro. In realtà, i dati mostrano un quadro sfumato. Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 potrebbero scomparire circa 92 milioni di occupazioni, ma al tempo stesso ne nasceranno oltre 170 milioni, segno che l’AI non distrugge il lavoro, bensì lo trasforma.

Anche il report From Potential to Profit: Closing the AI Impact Gap di BCG conferma questa prospettiva: il 64% dei dirigenti prevede che la forza lavoro rimarrà stabile, grazie all’integrazione dell’AI come supporto alle attività umane, mentre solo il 7% delle imprese ipotizza una riduzione del personale dovuta all’automazione.

Dall’HR Trends & Salary Survey di Randstad emerge che la percezione della perdita del lavoro a causa dell’AI varia molto tra gli HR e i lavoratori. Il 36% dei lavoratori teme un impatto diretto dell’automazione sull’occupazione, contro appena il 20% degli HR.

Questi ultimi mostrano una maggiore preoccupazione verso altri tipi di rischio. Il 51% teme un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, che potrebbe compromettere la qualità dei processi decisionali o ridurre il controllo umano sulle operazioni aziendali. Una quota analoga teme invece problemi di sicurezza e privacy dei dati.

Sia i lavoratori che gli HR concordano però su una serie di criticità emergenti che meritano attenzione:

  • diffusione di informazioni errate o manipolate;
  • diminuzione dell’interazione umana nei processi lavorativi;
  • declino delle competenze tradizionali e il conseguente bisogno di aggiornamento;
  • perdita di senso del proprio ruolo;
  • pregiudizi o discriminazioni nei processi decisionali.

Per ridurre questi rischi, le aziende devono agire su due fronti: quello della governance e delle infrastrutture e quello delle competenze.

Il tema della governance e delle infrastrutture è strettamente legato alla trasformazione digitale vera e propria. L’Intelligenza Artificiale deve essere integrata in modo etico, sicuro e sostenibile nei processi aziendali, dotandosi di regole, strumenti e infrastrutture adeguate. Non basta adottare nuove tecnologie: bisogna costruire un ecosistema digitale efficiente.

Si tratta di un processo complesso, che molte imprese scelgono di affrontare affidandosi a partner esterni specializzati. Noi di Randstad offriamo un servizio di consulenza sulla digital transformation, accompagnando le aziende nel loro percorso di innovazione con soluzioni di digital enablement. Grazie all’esperienza maturata nei settori technology, engineering e ICT, aiutiamo le organizzazioni a introdurre tecnologie digitali avanzate e a trarne un vantaggio competitivo sostenibile, promuovendo al contempo un uso consapevole e responsabile dell’Intelligenza Artificiale in azienda.

Quello delle competenze è probabilmente uno dei nodi più critici. Secondo l’EY Italy AI Barometer, quasi la metà dei manager italiani ritiene che i dipendenti abbiano ricevuto una formazione adeguata sull’AI, ma solo il 20% dei lavoratori condivide questa percezione. Molti lavoratori dichiarano infatti di investire nella propria formazione in AI in autonomia.

Questo scollamento rivela la necessità di creare programmi di upskilling e reskilling realmente accessibili, continui e inclusivi.

Il report The Labor Market and AI di Randstad conferma un forte divario tra domanda e opportunità di formazione effettivamente offerte dai datori di lavoro: solo il 13% dei lavoratori dichiara di aver avuto la possibilità di seguire corsi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale per potenziare la proprie competenze digitali.

Attraverso la divisione specializza Randstad Enterprise, organizziamo percorsi formativi personalizzati per favorire la crescita di talenti e organizzazioni, occupandoci di ogni fase, dalla ricerca e analisi dei bisogni alla progettazione e realizzazione delle attività formative. L'obiettivo? Supportare le aziende nello sviluppo di nuovi mindset e competenze per affrontare la digital transformation in modo efficace.

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le opportunità per aziende e dipendenti.

L'Intelligenza Artificiale in azienda non rappresenta soltanto una sfida, ma anche una grande opportunità per ripensare modelli organizzativi, processi e competenze. Se gestita in modo consapevole, l’AI può diventare un motore di crescita economica, produttività e benessere diffuso, tanto per le organizzazioni quanto per le persone che ne fanno parte.

Secondo la ricerca EY Italy AI Barometer, oltre la metà delle aziende europee (56%) ha già registrato benefici concreti derivanti dall’adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale, soprattutto sotto forma di aumento dei profitti o riduzione dei costi operativi. 

In Italia la percentuale si attesta al 52%, segno che i ritorni economici stanno iniziando a farsi sentire anche nel nostro Paese. I risultati più evidenti si osservano nei settori caratterizzati da forte innovazione tecnologica e processi automatizzati - come la manifattura avanzata, l’agricoltura di precisione o la logistica - dove l’AI contribuisce a ottimizzare la pianificazione, ridurre gli sprechi e migliorare la produttività complessiva.

Proprio sulla produttività, la ricerca The Fearless Future: 2025 Global AI Jobs Barometer di PwC evidenzia un impatto significativo dell’AI: chi ha integrato l’Intelligenza Artificiale in azienda registra una crescita del fatturato per dipendente fino a tre volte superiore rispetto a chi non l’hanno ancora adottata. 

Dal 2022, anno in cui la consapevolezza del potenziale dell’AI è esplosa a livello globale, la crescita della produttività nei settori più maturi nell’utilizzo di queste tecnologie è quasi quadruplicata.

Anche i lavoratori riconoscono gli effetti positivi dell’AI nella loro quotidianità. Dall’HR Trends & Salary Survey di Randstad emergono diversi vantaggi percepiti, tra cui:

  • maggiore efficienza e rapidità nello svolgimento delle attività;
  • automazione dei compiti ripetitivi o a basso valore aggiunto;
  • semplificazione dell’accesso e dell’organizzazione delle informazioni;
  • supporto alle decisioni attraverso analisi più complete e accurate;
  • stimolo all’innovazione e alla trasformazione dei processi;
  • riduzione dei costi operativi e organizzativi.

Tornando a uno dei principali rischi associati all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale in azienda - la possibilità che l’automazione sostituisca il lavoro umano - emerge sempre più chiaramente come questo scenario possa in realtà essere considerato un’opportunità. 

È importante distinguere tra lavori “automatizzati”, dove l’AI si sostituisce alle persone, e lavori “potenziati”, dove la tecnologia diventa un alleato per potenziare le capacità umane e migliorare le performance.

Delegare all’AI attività ripetitive o a basso valore aggiunto consente di liberare tempo ed energie per concentrarsi su lavori più strategici, creativi e relazionali, con effetti positivi anche sulla soddisfazione e sul benessere individuale.

Proprio sul tema del benessere, l’HR Trends & Salary Survey di Randstad evidenzia che il 62% degli HR e il 65% dei lavoratori considerano l’impatto dell’AI come prevalentemente positivo.

Quando le persone stanno bene, anche le organizzazioni ne traggono vantaggio: la produttività aumenta, così come la capacità di attrarre e trattenere talenti, e l’azienda rafforza il proprio posizionamento come datore di lavoro ideale.

Cogli le opportunità della digital transformation: scegli i servizi di consulenza della divisione specializzata Randstad Digital Consulting & Managed Solutions per integrare con successo l’AI nei tuoi processi aziendali.

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