Si chiama multitasking e descrive la capacità di svolgere più attività contemporaneamente. Ad un primo impatto sembrerebbe molto utile, soprattutto in un contesto di obiettivi produttivi sempre più incalzanti e scadenze continue da rispettare. Ma è davvero sempre così?
Nell’era del multitasking capita spesso di avere la sensazione di non essere all’altezza del compito che ci viene assegnato e di non riuscire a portare a termine ciò che ci eravamo prefissati.
Questa “ansia da prestazione” aumenta, in particolare, se si è alle prese con il primo impiego e con la conseguente necessità di imparare un nuovo lavoro e di misurarsi con ritmi diversi.
Risulta fondamentale, quindi, non lasciarsi travolgere dalle troppe scadenze e dagli eccessivi impegni di lavoro.
In questo articolo cercheremo di capire esattamente cos’è il multitasking, ma anche come fare a gestire nel modo giusto questa capacità che, se non utilizzata in maniera corretta, potrebbe rivelarsi anche un’arma a doppio taglio.
cos’è il multitasking: significato e traduzione.
Il termine inglese multitasking, che significa multifunzionalità, ha origine nel linguaggio dell’informatica per descrivere le capacità di un software o sistema operativo di svolgere più compiti simultaneamente.
Con il passare del tempo, è diventata una parola molto utilizzata nel linguaggio quotidiano e applicata sempre più spesso anche alle persone capaci di fare più cose contemporaneamente.
Il passo successivo è stato quello di valutare l’effettiva opportunità di coltivare o meno questa abilità. Diversi studi, in ambito psicologico, hanno provato a fornire una soluzione, ma le risposte non sono sempre state univoche e concordi.
quando una persona è multitasking?
Certamente, saper svolgere più compiti contemporaneamente è un’abilità che si può acquisire e affinare nel tempo, lavorando sull’organizzazione e il controllo del proprio lavoro.
Alcune ricerche hanno ipotizzato, però, che il multitasking descriverebbe una competenza leggermente diversa da quanto si ritiene comunemente.
Data l’impossibilità della mente umana di concentrarsi effettivamente su molteplici azioni simultaneamente, in realtà, la capacità di multitasking descriverebbe l’abilità di passare da un compito all’altro velocemente.
E quanto più un compito risulta semplice e automatico da svolgere, tanto maggiore sarebbe la velocità di transizione e, in quest’ottica, la capacità di multitasking.
Diverso, invece, è il discorso in presenza di quelle attività complesse, difficili da portare a termine, che richiedono un livello di concentrazione maggiore. In questo caso, la nostra non può essere dispersa lavorando su più compiti nello stesso momento.
multitasking: vantaggi e svantaggi.
Alla luce delle varie definizioni di multitasking e delle conseguenti implicazioni, non si può negare, quindi, che dietro una capacità apparentemente vantaggiosa, si possano celare delle criticità.
Tra gli aspetti negativi del multitasking ci sarebbe, in primo luogo, un rischio di dispersione di energie mentali soprattutto, come abbiamo detto, se i task da svolgere sono complessi.
In secondo luogo, esiste l’eventualità di sovraccarico cognitivo, con un conseguente aumento dei livelli di stress e ansia.
D’altro canto, se i compiti da svolgere non richiedono gli stessi livelli di concentrazione e attenzione, essere multitasking potrebbe risultare particolarmente utile per smaltire velocemente attività che ci vengono semplici e che possiamo completare quasi in automatico.
come imparare ad essere multitasking?
Più che imparare ad essere multitasking, è importante, quindi, sapersi muovere correttamente lungo il labile confine che separa l’efficienza dal sovraccarico cognitivo.
Di seguito, ecco alcuni consigli per raggiungere questo obiettivo.
redigere un piano giornaliero delle attività.
Il primo segreto per riuscire a non lasciarsi sopraffare dagli impegni è di programmare le attività della tua giornata lavorativa ogni mattina, cercando di organizzare i tempi di lavoro conseguentemente, stabilendo un limite massimo di tempo in cui svolgere ogni attività e cercando di non discostarsi da quanto programmato.
il mattino ha l’oro in bocca.
Diversi studi hanno dimostrato che al mattino le persone sono più ottimiste, soddisfatte e produttive. L’ufficio è ancora vuoto, i telefoni non squillano e ovunque regnano calma e silenzio.
Di conseguenza, le prime ore della giornata lavorativa sono un ottimo momento per concentrarti al meglio e pianificare con lucidità e chiarezza la tua giornata lavorativa.
darsi sempre delle priorità.
Il modo migliore per non passare in modo inconcludente da un’attività all’altra è quello di stabilire sempre un ordine di importanza alle cose da fare.
Scoprirai che non tutto è così urgente come poteva sembrare e organizzerai le tue scadenze e i tempi necessari sulla base di questa consapevolezza.
concentrarsi su un obiettivo specifico senza disperdere le energie.
Nonostante quello che vorrebbero farci credere, non siamo predisposti per il multitasking (almeno nel senso in cui comunemente viene inteso): fare più cose contemporaneamente può rivelarsi molto dispersivo.
Cerca pertanto di concentrarti su un compito alla volta, passando ad altre attività quando hai portato a termine quelle che danno risultati più soddisfacenti: non rischierai così di tornare sui tuoi passi e dover rifare il lavoro che credevi ultimato sprecando tempo ed energia.
evitare le distrazioni.
Social network, messaggistica istantanea, la suoneria del telefonino, le e-mail personali: tutti distrattori che faresti meglio a evitare nelle ore di ufficio, quando le scadenze non danno scampo. Concentrati sul lavoro da fare e rimanda tutto il resto al tempo libero.
delegare gli incarichi.
Arma segreta per un’ottimale gestione del tempo, la delega delle tue attività abituali può rivelarsi provvidenziale per dedicarti serenamente alle attività che consideri prioritarie. Ricorda sempre però di accertarti che quanto deleghi sia eseguito in modo corretto e preciso da colleghi di cui hai piena fiducia.
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