La comunicazione non verbale gioca un ruolo fondamentale in ogni interazione o scambio comunicativo: al di là del linguaggio verbale anche il corpo, con gesti, espressioni facciali e movimenti, contribuisce in modo decisivo alla trasmissione di un certo messaggio e all’efficacia stessa della comunicazione. Sul linguaggio corporeo influisce il nostro stato d’animo del momento e questo è tanto più vero in occasioni che mettono alla prova la nostra capacità di controllo dell’ansia e dello stress. Come nel corso di un colloquio di lavoro, ad esempio, circostanza in cui la potenzialità espressiva del corpo non deve essere sottovalutata, perché ha il potere di agire, anche inconsciamente, sul selezionatore, e di influenzare il giudizio che egli si forma su di noi.
Ecco allora una serie di errori di comunicazione non verbale da evitare accuratamente durante un’intervista di lavoro. Basta solo un po’ di concentrazione e autocontrollo per evitare di tradire le nostre emozioni e tenere la nostra immagine al riparo da considerazioni negative.
Postura scorretta
La postura è la prima cosa da curare non appena si entra nella stanza del colloquio e ci si mette seduti di fronte al recruiter. Occorre, infatti, sedersi in modo adeguato e composto, assumendo una posizione il più possibile rilassata e naturale e cercando di mantenere la schiena diritta. Non bisogna esagerare, però, con la rilassatezza e reclinare troppo la schiena all’indietro, se non si vuole correre il rischio di dare un’impressione di eccessiva confidenza e presunzione. Al contrario, curvare la schiena in avanti trasmette una sensazione di chiusura e insicurezza
Incrociare le braccia
La posizione delle braccia durante un colloquio è importante, perché è in grado di comunicare molto più di quanto si possa immaginare. Regola d’oro impone che si eviti di incrociare le braccia sul petto: è una posizione che indica l’esigenza di mettersi sulla difensiva e di non essere aperti a consigli, nuove sfide e proposte. La cosa migliore da fare è appoggiare naturalmente le braccia sul tavolo di fronte a noi.
Posizioni e movimenti inadeguati delle mani
Una delle domande che sempre ci assilla durante un colloquio o qualsiasi altra occasione importante è: dove mettere le mani? La loro posizione o i loro movimenti indicano molto del nostro stato d’animo e bisogna fare molta attenzione a controllarle per non tradirsi inequivocabilmente:
- Incrociare le mani sulle nuca indica impazienza ed agitazione
- Mettersi le mani in tasca dà l’idea che si voglia nascondere qualcosa
- Poggiare le mani sulle cosce nascondendole sotto il tavolo indica timore dell’altro e tendenza alla sottomissione
- Mangiarsi le unghie trasmette nervosismo e insicurezza
- Scrocchiarsi le dita, tamburellare sul tavolo con le dita o fare qualunque altro rumore che possa distrarre o, peggio, infastidire l’interlocutore è da evitare accuratamente
Portarsi le mani al volto o alla testa
Tra i movimenti inopportuni delle mani, quello di portarle alla faccia è forse uno dei più comuni e fastidiosi, perché denota nervosismo e agitazione incontrollata. Toccarsi ripetutamente il viso, giocare con la barba o i capelli spostandoli dietro le orecchie, portare le mani di fronte al naso o alla bocca mentre si parla, giocare con gli orecchini o sistemarsi continuamente gli occhiali sul naso sono tutti atteggiamenti automatici, simili a tic nervosi, che bisogna imparare a controllare. In linea generale, è opportuno evitare di avvicinare le mani alla faccia.
Poggiare oggetti sulle gambe
Nel corso di un’intervista, qualunque atteggiamento che indichi timore, insicurezza, chiusura e volontà di difesa deve esser evitato. Poggiare oggetti sulle gambe, come la borsa, la ventiquattrore o una cartellina con documenti, è uno di questi, poiché denota l’esigenza di interporre una barriera fisica tra noi e l’interlocutore, come strumento di protezione. Per non parlare, poi, del fatto che può esser d’impaccio al momento di alzarsi, quando ci si presenta o ci si commiata: impressione di goffaggine, questa, che è bene non dare.
Annuire ripetutamente
Mostrare di seguire il discorso del proprio interlocutore, prestando attenzione e tenendo in considerazione le sue affermazioni, è segno di attenzione ed educazione. Annuire di tanto in tanto può essere utile a questo scopo, ma farlo ripetutamente rischierebbe di infastidire chiunque, anche il recruiter!
Fissare insistentemente o tenere lo sguardo basso
Lo sguardo è fondamentale in qualunque scambio comunicativo. Fissare negli occhi l’interlocutore è indice di rispetto e attenzione, ma bisogna anche dare tregua a chi ci sta di fronte, abbassando lo sguardo al momento giusto. Al contrario, tenere gli occhi costantemente fissi a terra e sfuggire lo sguardo del recruiter non trasmette sicurezza ed è ugualmente da evitare.
Movimenti nervosi
Muoversi nervosamente sulla sedia, cambiando posizione di continuo, e accavallare alternativamente prima una gamba, poi l’altra, comunica ansia e agitazione e indispone il recruiter, rischiando di penalizzarci e di pregiudicare l’andamento stesso del colloquio.