Il lutto è un evento doloroso che segna profondamente la vita di una persona, portando con sé un carico emotivo e psicologico difficile da gestire, soprattutto quando si tratta della perdita di un familiare o di una persona cara.
In questi momenti, affrontare la quotidianità e le responsabilità lavorative può risultare particolarmente complesso. Il lavoratore, infatti, può avere bisogno di tempo per elaborare il dolore, occuparsi delle questioni organizzative legate al funerale o stare vicino alla propria famiglia.
Per questo motivo, la legge italiana riconosce la possibilità di assentarsi dal lavoro usufruendo di specifici permessi retribuiti, con modalità che variano in base alle disposizioni contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato.
Scopriamo cosa sono i permessi e il congedo per lutto, quanti giorni spettano e quali procedure seguire per presentare la richiesta al proprio responsabile diretto, al reparto delle risorse umane o al datore di lavoro.
indice dei contenuti:
che cosa è il congedo per lutto?
Il congedo per lutto è un diritto riconosciuto dalla Legge n. 53 dell’8 marzo 2000, "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città", che all’articolo 4 disciplina i congedi per eventi particolari, tra cui i permessi per il decesso di un familiare. E' disciplinato anche dal Decreto 21 luglio 2000, n. 278, recante disposizioni di attuazione dell'articolo 4 della legge 8 marzo 2000, n. 53, concernente congedi per eventi e cause particolari.
Questa normativa stabilisce che i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, possono usufruire di specifici permessi per lutto per affrontare il dolore della perdita e occuparsi delle necessità organizzative legate al funerale.
È possibile assentarsi per un massimo di 3 giorni complessivi all’anno, indipendentemente dal numero di lutti in famiglia, che devono essere fruiti obbligatoriamente entro 7 giorni dall’evento luttuoso.
In alcuni casi, i contratti collettivi nazionali di lavoro possono prevedere condizioni più favorevoli rispetto a quanto stabilito dalla legge, come per esempio un numero maggiore di giorni di permesso. Questo si rivela particolarmente utile per i dipendenti che devono recarsi all’estero per partecipare al funerale o devono occuparsi di questioni burocratiche complesse.
Il congedo per lutto è retribuito. Durante i giorni di assenza, il lavoratore non subisce alcuna decurtazione dello stipendio e percepisce la retribuzione che gli spetterebbe come se avesse effettivamente lavorato. Inoltre, continua a maturare ferie, permessi, festività e Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
quando si può richiedere?
Il congedo per lutto può essere richiesto da tutti i lavoratori subordinati, sia del settore pubblico che privato. Sono invece esclusi coloro che hanno in essere un rapporto di lavoro diverso dalla subordinazione, come i tirocinanti, e i lavoratori autonomi.
Questi giorni di assenza retribuita sono concessi esclusivamente in caso di decesso di familiari stretti. Nello specifico, il diritto spetta per la perdita di:
- coniuge, anche se legalmente separato;
- partner di unione civile;
- convivente, purché la convivenza sia dimostrata da certificazioni anagrafiche;
- parenti entro il secondo grado in linea retta o collaterale, anche se non conviventi, ossia genitori, figli (inclusi quelli adottivi), fratelli, sorelle e nipoti (figli dei figli, non dei fratelli);
- un soggetto componente la famiglia anagrafica del lavoratore.
Non è invece possibile richiedere il congedo per lutto in caso di decesso dei cosiddetti parenti affini, come suoceri, cognati, cugini o zii, o per la perdita di persone con cui non vi è un rapporto di parentela riconosciuto dalla legge, come amici, fidanzati o fidanzate.
Tuttavia, la disciplina dei permessi per lutto può variare a seconda del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato. Alcuni CCNL, infatti, prevedono condizioni più favorevoli per i lavoratori, ampliando la platea dei familiari per i quali è possibile richiedere il permesso retribuito.
quanti giorni si possono richiedere?
La normativa vigente prevede che i lavoratori dipendenti abbiano diritto a un massimo di 3 giorni di congedo per lutto. La scelta di usufruire di uno, due o tutti e tre i giorni è a discrezione del lavoratore, in base alle proprie esigenze.
È importante chiarire che i 3 giorni spettano complessivamente per l’intero anno e non per ogni singolo evento luttuoso. Ciò significa che, anche in caso di più decessi di familiari stretti nel corso dello stesso anno, il totale dei giorni di permesso non potrà superare il limite massimo previsto dalla legge.
Inoltre, si ricorda che i permessi per lutto sono abbinati ai permessi per grave infermità di un familiare entro il secondo grado. Questo significa che, se il lavoratore usufruisce di 1 giorno di permesso per lutto, nel corso dello stesso anno avrà a disposizione solo 2 giorni di permesso per assistere un familiare colpito da grave e documentata infermità.
Nel calcolo dei giorni del congedo per lutto non rientrano le giornate festive o non lavorative. Ad esempio, se il lavoratore ha un contratto che prevede la settimana corta (dal lunedì al venerdì), i giorni di riposo settimanale come il sabato e la domenica non vengono conteggiati. Lo stesso vale per eventuali festività che cadono durante il periodo di assenza.
Tuttavia, come già accennato, alcuni contratti collettivi nazionali, così come specifici accordi aziendali o individuali, possono offrire condizioni più vantaggiose per i lavoratori, prevedendo un numero maggiore di giorni di permesso retribuito in caso di lutto.
Ad esempio, il CCNL Pulizia e Multiservizi riconosce 3 giorni di permesso retribuito per ogni singolo evento luttuoso che dovesse verificarsi durante l’anno. La durata è estendibile a 5 giorni (di cui 3 retribuiti) se il funerale si svolge fuori dai confini provinciali.
Il CCNL Industria Alimentare, invece, prevede 4 giorni di permesso retribuito per ogni evento luttuoso riguardante un parente entro il secondo grado, mentre il CCNL Istruzione e Ricerca riconosce 3 giorni di permesso retribuito per evento luttuoso, fruibili anche in modo non continuativo.
come fare richiesta?
Se un familiare è gravemente malato e si prevede che il decesso possa avvenire a breve, è consigliabile parlarne in anticipo con il proprio datore di lavoro. Informarlo della situazione aiuta a prepararlo all’eventuale richiesta di congedo per lutto e a organizzare meglio il lavoro in propria assenza.
Quando la perdita di un familiare avviene improvvisamente, è importante comunicare tempestivamente l’evento al proprio datore di lavoro. In molte aziende, è sufficiente una breve comunicazione verbale o telefonica per avvisare dell’assenza.
È buona norma informare anche i colleghi della propria assenza per agevolare l’organizzazione del lavoro. Se possibile, sarebbe utile coordinarsi con loro per garantire la continuità delle attività aziendali nei giorni di congedo.
Dopo aver comunicato la necessità di assentarsi, il dipendente deve presentare una richiesta formale di congedo per lutto. Le modalità di richiesta possono variare da un’azienda all’altra, quindi è sempre consigliabile consultare il proprio CCNL o confrontarsi con il reparto HR per conoscere le procedure previste.
In genere, la richiesta può essere inviata tramite una lettera cartacea o e-mail, specificando chiaramente la necessità di usufruire del permesso per lutto. Questo documento deve contenere alcune informazioni essenziali, tra cui:
- data della richiesta;
- numero di giorni di permesso richiesti;
- riferimenti della persona deceduta;
- eventuale reperibilità durante l’assenza;
- data prevista per il rientro al lavoro.
Alcuni contratti collettivi prevedono che, al rientro in servizio, il dipendente presenti il certificato di morte del familiare. In assenza di tale documentazione, l’azienda potrebbe decidere di considerare i giorni di assenza come ferie o di scalarli dai permessi ROL disponibili (scopri qual è la differenza tra ROL e permessi).
Una volta ricevuta la richiesta, il datore di lavoro o il reparto HR la esamineranno e comunicheranno l’approvazione al dipendente.
Nel caso in cui il dipendente abbia bisogno di ulteriore tempo per elaborare la perdita del familiare o occuparsi di questioni burocratiche legate all’evento luttuoso, può combinare il congedo per lutto con un congedo non retribuito per motivi personali.
Inoltre, consultando il piano ferie aziendale, può verificare la disponibilità di eventuali ferie residue e utilizzarle per estendere il periodo di assenza. In alcuni casi, può anche chiedere una riduzione temporanea dell’orario di lavoro o optare per lo smart working, laddove previsto dall’azienda.
Conoscere le disposizioni di legge e le regole previste dal proprio CCNL sui permessi e il congedo per lutto è fondamentale tanto per i dipendenti, che devono poter affrontare la perdita di una persona cara senza ulteriori preoccupazioni, quanto per i datori di lavoro, che devono garantire il benessere dei propri collaboratori e gestire le richieste nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.