Prima della domanda a trabocchetto, eri andata alla grande in quel colloquio di lavoro
Avevi saputo gestire l’ansia da colloquio e dimostrare di essere qualificata, padrona della materia, parlavi come un' esperta del settore: le tue risposte precise, autentiche, impeccabili avevano impressionato il recruiter

Ti avrebbe assunto all'istante, e tu l'avevi capito. "Appena finisce questo colloquio di lavoro vado a festeggiare la proposta di assunzione", dici a te stessa mentre il recruiter valuta l'ultima domanda da farti. 

"Una formalità", pensavi con l'assertività da chi non si è mai fatta prendere di sorpresa. Ma è proprio all'ultimo miglio, proprio quando vedevi la fine del percorso tracciato da quattro colloqui di lavoro, un test tecnico e un test attitudinale, che il recruiter esibisce l'asso della manica la classica domanda trabocchetto che non ti aspettavi: per quale motivo un collega non vorrebbe lavorare con te ? 

Il senso di agitazione e un pronunciata espressione di disagio prendono il sopravvento sul tuo viso e fanno emergere i punti deboli che neppure tu conoscevi: la capacità di improvvisare, di navigare in acque sconosciute, di mantenere self-control mentre elabori una risposta sensata. "Meglio non dire nulla o rovinare la mia impeccabile performance con una risposta non all'altezza delle aspettative che mi fa perdere tutti i punti guadagnati durante il colloquio di lavoro?, ti chiedi.  
Spoiler: la risposta la troverai in questo articolo. 

contenuti di questo articolo:

uomo che fa un colloquio di lavoro online
uomo che fa un colloquio di lavoro online

cosa sono le domande a trabocchetto?

Le domande a trabocchetto sono richieste di informazione inaspettate, astute e fuorvianti poste dai selezionatori durante il colloquio di lavoro al fine di testare la sincerità dei candidati e valutare la capacità di pensare in modo critico, autentico, rapido e lucido in situazioni in cui il livello di improvvisazione può far emergere delle qualità che nel curriculum vitae non sono evidenti. Ma anche l'opposto: con le loro domande vogliono verificare che le skill e le doti elencate nel cv siano veramente in linea con le aspettative e rispecchino l'esperienza effettiva.

Tra le domande più frequenti durante un colloquio di lavoro, potresti incappare in due tipi di quesiti a trabocchetto:

  • le domande che ruotano intorno alla sfera personale / caratteriale sono poste per valutare la personalità, l'etica professionale e la capacità di gestione dell'ansia del candidato. 
  • la categoria di domande a trabocchetto declinate ad hoc alla posizione a cui ci si candida sono invece mirate a valutare l'adeguatezza del candidato per il ruolo in termini di competenze, conoscenze e esperienza specifica. 

perchè vengono fatte le domande a trabocchetto?

I recruiter fanno domande a trabocchetto durante i colloqui di lavoro per diversi motivi:

  • Valutare la reazione dei candidati sotto pressione: le domande a trabocchetto possono mettere il candidato in una situazione di tensione, consentendo al reclutatore di osservare come il candidato reagisce in situazioni inaspettate. Questo può offrire una visione di come il candidato gestirebbe circostanze simili sul luogo di lavoro.
  • Valutare la sincerità del candidato: domande come "Qual è la tua debolezza più grande?" o "Puoi darmi un esempio di un fallimento professionale?" mirano a valutare la sincerità e la trasparenza del candidato riguardo alle sfide passate. Un candidato che risponde in modo onesto dimostra un maggiore livello di autenticità.
  • Scoprire quello che non è scritto sul cv: le domande a trabocchetto possono essere sfruttate per approfondire ulteriormente le esperienze e le qualifiche del candidato, ottenendo dettagli che potrebbero non emergere da domande più specifiche e che non sono state evidenziate nel cv
  • Testare la preparazione del candidato: i recruiter possono utilizzare domande a trabocchetto per valutare quanto il candidato abbia studiato l'azienda, la posizione e ragionato su come le proprie capacità siano compatibili con le esigenze dell'azienda. 
  • Selezionare il candidato migliore: alla fine, l'obiettivo del reclutatore è selezionare il candidato migliore per la posizione. Le domande a trabocchetto aiutano a distinguere i candidati che hanno le competenze, l'esperienza e la personalità adatte per il ruolo.

come prepararsi alle domande trabocchetto? 

Per affrontare con successo le domande a trabocchetto in un colloquio di lavoro, è fondamentale prepararsi in anticipo. Fai pratica con un amico, un familiare o un collega. Chiedi loro di farti domande inaspettate per simulare un'esperienza di colloquio di lavoro. 

Tuttavia, non bisogna essere ossessionati nella preparazione. Ci sono delle domande a trabocchetto impossibili da prevedere. La maggior parte delle volte, l'intervistatore vuole vedere come rispondi con lucidità e autorevolezza a una domanda che ti coglie di sorpresa. 
Se non hai la risposta  pronta, quello che può salvarti è la capacità di mantenere il flusso comunicativo su uno standard convincente, autorevole e assertivo. In altre parole: non è quello che rispondi, ma come rispondi. Essere in grado di cavarsela in situazioni inaspettate è una skill rara e di valore. Il tuo famoso tratto distintivo emerge quando sei messo sotto pressione e sei fuori dalla tua comfort zone. 

La performance top è il giusto bilanciamento tra la preparazione e la spontaneità, tra risposte studiate a tavolino e quelle improvvisate rispondendo a braccio con nonchalance.

Durante il colloquio, non temere di prenderti qualche istante per pensare prima di rispondere. La risposta più immediata non è sempre la migliore. Se non conosci una risposta o non hai esperienza diretta in una certa area, ammettilo e sii disposta a parlare delle misure che prenderai per colmare le tue lacune.

per quale motivo un collega non vorrebbe lavorare con te ? la risposta giusta alla domanda trabocchetto?

Incominci a ripercorrere le interazioni passate con colleghi e superiori. A parte qualche incomprensione, non ricordi problemi né criticità di natura relazionale o comportamenti professionali fuori dalle righe. Tuttavia, sai che rispondere con la frase "Non vedo alcun motivo per cui un collega non vorrebbe lavorare con me" sarebbe recepita come una risposta banale dall'intervistatore.

Sebbene il recruiter ti abbia colpito, non ti ha affondata. Hai la possibilità di uscire a testa alta. L'ansia da performance non deve prendere il sopravvento sulla tua calma e lucidità. Mentre intrattieni un respiro profondo, opta per la risposta che fa emergere la tua autoconsapevolezza e onestà professionale. Un esempio? "Non escludo che ci siano state delle situazioni che hanno reso problematico il rapporto con alcuni colleghi. E la responsabilità è mia. In alcune situazioni ero talmente concentrata sul raggiungimento degli obiettivi da far passare in secondo piano le esigenze, il tempo e le necessità dei colleghi. Alcune persone potrebbero percepire questa mia determinazione come eccessiva”.

L’intervistatore sarà piacevolmente colpito. Apprezzerà la tua risposta sincera e ben ponderata. Anche se la domanda è progettata per cogliere di sorpresa, questo tipo di risposta dimostra che sai gestire la situazione con professionalità e onestà intellettuale.

Superata la prova, la proposta di assunzione è solo una formalità. 

come rispondere alle domande più frequenti in un colloquio di lavoro.

Vediamo allora alcuni esempi delle domande più insidiose fatte durante le interviste con i recruiter (e qualche consiglio per rispondere al meglio). Ognuna di queste domande viene posta per una ragione specifica. È quindi fondamentale capire cosa i recruiter si aspettino e qual è di conseguenza il modo migliore per affrontarle e rispondere:

mi parli di lei.

Quando si risponde alla fatidica domanda “Mi parli di lei”, ad esempio, si potrebbe essere tentati di parlare della vita personale. In realtà, il recruiter vorrebbe conoscere solamente gli aspetti della personalità che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per l’azienda. 

Bisognerebbe poi evitare di parlare delle proprie ricerche di lavoro in un colloquio. Allo stesso modo, è assolutamente sconsigliato:

  • raccontare i propri problemi lavorativi
  • parlare male del proprio datore di lavoro attuale o di un precedente capo.
  • affrontare nel corso dell’intervista eventuali dissapori con i colleghi attuali.

mi elenchi pregi e difetti.

Un’altra domanda molto frequente che può nascondere diverse insidie è quella sui pregi e difetti del candidato. 

In linea di massima, esistono delle caratteristiche negative che sarebbe meglio evitare di elencare, come:

  • aggressività
  • impazienza
  • irascibilità. 

Molto meglio, invece, soffermarsi su quelli che sono effettivamente dei punti deboli, ma che possono essere anche indice di ambizione e buona volontà come:

  • essere competitivi
  • essere eccessivamente critici verso se stessi.

perché vuole lavorare qui?

Uno studio attento dell’azienda per cui ci si candida è assolutamente funzionale anche a questa tipologia di domande.

Attività nel dettaglio, competitor, grandezza, volume d’affari, valori e mission sono tutte informazioni sulle quali è fortemente consigliato non farsi trovare impreparati nel corso dell’intervista. A questo scopo, prima del colloquio, un’analisi approfondita del sito web aziendale e dei canali social, se presenti, aiuta a farsi un quadro chiaro e a prepararsi una risposta che mostri tutto l’interesse e l’entusiasmo di entrare a far parte di una simile realtà.

come mai vuole cambiare lavoro?

C’è una regola d’oro da tenere a mente quando vengono poste domande di questo tipo: non denigrare il proprio datore di lavoro e non lasciar trasparire sensazioni di rabbia, risentimento o amarezza per la società nella quale si è ancora impiegati. 

Il rapporto negativo con l’azienda per la quale si lavora potrebbe indurre il recruiter a pensare che si abbiano difficoltà nella gestione dei conflitti. Molto meglio, quindi, porre l’accento sul desiderio di crescita professionale e sulla ricerca di nuove opportunità e stimoli. 

perché dovremmo scegliere lei?

La domanda “Perché dovremmo assumere lei?” può risultare più insidiosa di quanto sembri. Reagire con un atteggiamento dubbioso, oppure con una frase standard può essere controproducente. 

Una delle strategie migliori per uscire bene da questo quesito è raccontare le esperienze professionali maturate che siano rilevanti per la posizione per la quale ti candidi, evitando di apparire superbi e mostrandosi sicuri e consapevoli delle proprie capacità.

qual era il suo stipendio?

Un’altra domanda molto frequente che viene posta durante un colloquio di lavoro è quella che riguarda lo stipendio percepito nel lavoro precedente. Mentire su questo aspetto è un errore da non commettere in quanto è molto semplice per il possibile futuro datore di lavoro verificare questa informazione. 

Allo stesso tempo, è necessario essere ben consapevoli che chiedere un aumento di stipendio rispetto all’impiego precedente è assolutamente lecito.

sai come rispondere alla domanda: "dove ti vedi tra 5 anni?"

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