Per stare al passo con le sfide in rapida evoluzione e sfruttare al meglio le nuove opportunità che si presentano è necessario essere in grado di accogliere e adattarsi rapidamente al cambiamento. Per avere successo in questa sfida le aziende devono investire nello sviluppo delle competenze della forza lavoro. Una parte fondamentale di questo processo sono skilling, upskilling e reskilling ovvero, la riqualificazione delle attuali competenze e l’acquisizione e lo sviluppo di nuove capacità che si riveleranno cruciali per il successo aziendale in un’ottica di lungo termine. 

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skilling, reskilling e upskilling.

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skilling, upskilling e reskilling: cosa sono e perché sono importanti.

Negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato molto rapidamente e le aziende si trovano oggi ad operare in un mercato in continuo cambiamento, che richiede loro agilità e continua adattabilità per rispondere alle numerose nuove sfide.

Queste trasformazioni, sempre più rapide, non possono essere gestite ricorrendo unicamente alla ricerca e alla selezione di personale esterno in grado di sopperire ad eventuali lacune. Ogni organizzazione, oggi, si trova infatti ad operare in un mercato del lavoro particolarmente complesso:

  • da un lato, un’elevata talent scarcity che rende difficoltoso reperire nuovi talenti qualificati.
  • dall’altro, i fenomeni della great resignation e della yolo economy, nonché le crescenti aspettative  nei confronti del proprio lavoro, che spingono i dipendenti ad abbandonare l’azienda se non vengono soddisfatti i propri bisogni o se non vi è un allenamento a livello di valori e cultura. 

La soluzione, in questo caso, risiede  nella formazione e nello sviluppo, orizzontale o verticale, delle risorse  interne e, quindi, nella gestione della forza lavoro aziendale come un'entità flessibile,  grazie alle possibilità offerte da percorsi mirati di formazione e crescita.  Ecco perché si parla di skilling, upskilling e reskilling.

Con i termini skilling, reskilling e upskilling si fa infatti riferimento ad un concetto semplice ma fondamentale. Ovvero, l’apprendimento di nuove competenze specifiche e l’acquisizione e/o l’aggiornamento di conoscenze, siano esse hard o soft skills, legate alla trasformazione digitale e a tutti quegli aspetti e tematiche utili a garantire lo sviluppo, la crescita professionale e una costante impiegabilità dei lavoratori.

In altre parole con questi termini ci si riferisce alla necessità di mantenere i dipendenti sempre aggiornati, attraverso l’erogazione di una  formazione continua, per prepararli ad affrontare nuove sfide lavorative , nuovi ruoli all’interno dell’azienda o, ancora, un lavoro totalmente nuovo. 

Tali attività non sono solo necessarie per garantire all’azienda di rimanere competitiva nel tempo, ma, allo stesso tempo, rispondono anche a quella che è una richiesta specifica dei dipendenti, potenziali o attuali. Secondo quanto emerge dall’Employer Brand Research 2022 di Randstad, infatti,  il 65% dei lavoratori ritiene molto importante che il datore di lavoro offra possibilità di crescita professionale. Ancor più se si considera coloro che hanno meno di 35 anni e chi possiede un livello di istruzione elevato (75% ciascuno).

Inoltre, in Italia, l’80% dei lavoratori ritiene molto importante che il datore di lavoro offra la possibilità di riqualificazione e/o/miglioramento delle competenze e il 72% dei dipendenti afferma che molto probabilmente rimarrà con il proprio datore di lavoro se verranno offerte tali opportunità

Le attività di skilling, upskilling e reskilling, dunque, devono essere considerate come prioritarie per qualsiasi azienda che voglia riuscire ad attrarre e fidelizzare i migliori talenti.

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