La busta paga arriva lo stesso giorno, ma lo stipendio è diverso. Stiamo parlando del divario retributivo di genere, un fenomeno che persiste ancora nel mercato del lavoro italiano.

Il gender pay gap, ovvero la differenza salariale tra uomini e donne nel sistema privato, ha raggiunto i 7.922 euro nel nostro Paese. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, la parità in busta paga tra uomini e donne è prevista per il 2154. Si tratta di 131 anni a partire dal cedolino di dicembre 2023. 

L’alternativa è trasferirsi in Islanda, paese con la maggiore parità di genere al mondo per il 14° anno consecutivo. In più, è l’unico paese ad aver colmato oltre il 90% del suo divario salariale tra uomini e donne. L’Italia è al 79esimo posto, tra l’Uganda e la Mongolia. 

colleghi dibattono circa il gender pay gap
colleghi dibattono circa il gender pay gap

cos’è il gender pay gap?

Tradotto come divario retributivo di genere, il gender pay gap è la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini in una determinata area geografica, settore o azienda a parità di performance e di responsabilità. 

Esistono due categorie di gender pay gap: il divario retributivo “non rettificato” (unadjusted pay gap) e quello retributivo "rettificato" o "inspiegabile" (adjusted pay gap).

Il divario retributivo non rettificato misura la differenza media di retribuzione tra uomini e donne all'interno di un'azienda.

Quello rettificato calcola la differenza di retribuzione tra donne e uomini che svolgono un lavoro simile o equivalente. In questo caso, il calcolo tiene conto dei fattori che determinano la retribuzione, come il ruolo lavorativo, l'istruzione e l'esperienza.

divario retributivo di genere: i dati  

Secondo i dati elaborati dall'ultimo Osservatorio INPS sui lavoratori dipendenti del settore privato, la retribuzione media annua complessiva è di 22.839 euro; per il genere maschile è di 26.227 euro contro i 18.305 euro del genere femminile. Quasi 8 mila euro l'anno in meno per le donne. Oltre il danno, c’è anche la beffa: il gender pay gap è addirittura in aumento rispetto al 2021 quando era pari a 7.908 euro, mentre nel 2022 è salito a 7.922. 

Se l'Italia piange, l'Europa non ride. Le donne nell’Unione Europea continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio di genere nell’UE pari al 13%. Ciò significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna percepisce solo 0,87 euro. A differenza del trend italiano, il divario retributivo di genere in Europa è diminuito di 2,8 punti percentuali nell’ultimo decennio. 

gender pay gap, quali sono i fattori che contribuiscono al divario ?

La disparità salariale di genere tra uomini e donne nel lavoro ha diverse ragioni:

  • Come evidenziato dall’ INPS, uno dei principali motivi è rappresentato dalla predominante presenza di lavori a tempo parziale tra le donne. Nel corso del 2022, il numero di donne impiegate con contratti part-time è stato di 3.584.665, in netto contrasto con i 2.066.260 uomini nella stessa situazione.
  • In media, le donne sono anche più coinvolte in attività di lavoro non retribuito, come prendersi cura dei figli o gestire le mansioni domestiche. Questo si traduce in una disponibilità di tempo inferiore per svolgere un lavoro retribuito. In generale, se si considerano sia il lavoro retribuito che quello non retribuito, emerge che le donne lavorano più ore a settimana rispetto agli uomini. Tuttavia, la forte persistenza del gender gap penalizza maggiormente le lavoratrici dal punto di vista economico.
  • Le promozioni sono più agevoli per gli uomini, il che si traduce in una maggior presenza maschile in ruoli di gestione e supervisione. In Italia, mentre la metà delle donne ricopre posizioni entry-level, solo il 35% ha ruoli manageriali e un quarto ruoli C-Suite.
  • Il gender gap complessivo è anche attribuito alla presenza predominante delle donne in settori caratterizzati da salari relativamente bassi, come ad esempio assistenza, sanità e istruzione.
  • Tema rilevante è anche quello relativo alla formazione scolastica e al livello di istruzione. Secondo Claudia Goldin, studiosa del gender & tech gap a cui è stato assegnato il premio nobel per l’economia 2023, le scelte educative che plasmano le prospettive di carriera vengono effettuate in un'età relativamente giovane. Quando le aspettative delle donne giovani sono modellate dalle esperienze delle generazioni precedenti, come ad esempio le loro madri che sono rientrate nel mondo del lavoro solo quando i figli sono cresciuti, il progresso sarà rallentato.

più donne al lavoro, più ricchezza per tutti

La riduzione del gender gap salariale non solo stimola la produttività, favorendo l'uguaglianza dei redditi, ma contribuisce anche a diversificare l'assetto economico globale. In altre parole, un aumento della presenza femminile nel settore del lavoro retribuito non solo rappresenta un principio di equità, ma si tradurrebbe anche in vantaggi economici tangibili per tutti.

Secondo le stime dell'Ocse, se il contributo economico delle donne raggiungesse la parità con quello degli uomini entro il 2025, il prodotto interno lordo annuo globale aumenterebbe del 26%, corrispondente a 28 trilioni di dollari. 

Organizzazioni e istituzioni sono, quindi, chiamate ad adottare politiche di diversità e inclusione in grado di ridurre il divario retributivo di genere e favorire l'emancipazione economica delle donne.

come ridurre il gender pay gap?

La trasparenza retributiva, ovvero la divulgazione delle informazioni salariali, è un buon punto di partenza. Sarebbe, infatti, buona norma riportare queste informazioni anche negli annunci di lavoro. Tuttavia, non è sufficiente per fronteggiare il gender pay gap. 

E’ anche opportuno assicurarsi che le retribuzioni siano basate sulle competenze, le responsabilità e le prestazioni. 

Altre strategie includono l'adozione di politiche di congedo parentale retribuite, disponibili sia per uomini che per donne. Questo consentirebbe a un numero maggiore di donne di rimanere nel mondo del lavoro e mitigare il calo dei guadagni comportato dopo la nascita del primo figlio. Queste politiche favorirebbero anche l'uguaglianza delle opportunità di congedo familiare e delle responsabilità di assistenza, indipendentemente dal genere. 

La promozione della diversità e di pari opportunità, attraverso politiche di assunzione e promozione orientate alla diversità di genere, è un'altra strategia chiave. Inoltre, la formazione mirata sulla consapevolezza di genere può sensibilizzare i dipendenti sul tema del gender gap, contribuendo a ridurre gli stereotipi che possono influenzare la retribuzione.

Anche il legislatore può fare la sua parte. Egli può ridurre il gender pay gap implementando politiche a livello governativo che promuovano la parità salariale e incoraggiano le aziende a essere trasparenti riguardo alle proprie pratiche salariali. Ed anche fornendo incentivi alle aziende che adottano politiche di parità di genere.

Un passo in avanti in tema di disparità tra uomo e donna nel lavoro è stato fatto nel giugno 2023. Con la direttiva europea 2023/970 sulla trasparenza retributiva si è rafforzata l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro, o per un lavoro di pari valore.

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