Quello tra vita professionale e personale è sempre un equilibrio molto delicato e precario. Soprattutto quando si è genitori e si devono conciliare lavoro e famiglia. Il diritto di prendersi cura di un figlio ammalato è fondamentale. 

Oltre ai congedi di maternitàpaternità, esistono permessi specifici per le situazioni in cui i bambini necessitano di assistenza a causa di malattie. 

Ma quali sono le normative che regolamentano questi permessi? Come si applicano nella pratica? E quali sono le procedure da seguire per garantire che i diritti siano rispettati senza trascurare gli impegni lavorativi? 

Questo articolo/guida proverà a fornire tutte le informazioni necessarie per navigare tra diritti e doveri, offrendo ai genitori lavoratori gli strumenti per gestire al meglio queste situazioni.

mamma che chiede permesso per malattia del figlio
mamma che chiede permesso per malattia del figlio

come funziona la malattia del figlio?

Quando un figlio si ammala, i genitori lavoratori, inclusi quelli adottivi, hanno diverse opzioni per assentarsi dal lavoro. Sia la madre che il padre possono alternarsi nell'assistenza al bambino. Se il figlio ha meno di 3 anni, i genitori hanno diritto all'assenza per l'intero periodo di malattia. Se invece il bambino ha un’età compresa tra i 3 e gli 8 anni, possono assentarsi fino a un massimo di 5 giorni lavorativi all'anno.

In caso di ricovero ospedaliero del bambino, i genitori possono anche interrompere le ferie in corso per dedicarsi alla cura del figlio. Al di là di queste disposizioni, è sempre possibile utilizzare ferie e permessi personali, che saranno retribuiti, per assistere il figlio malato. Tuttavia, ciò influirà sul saldo complessivo dei giorni di ferie.

Per i genitori dipendenti pubblici,  le normative sono leggermente diverse: i contratti collettivi possono disporre il diritto a 30 giorni retribuiti per la malattia del figlio nel primo anno di età, estendibili per il secondo e terzo anno. Dopo il terzo anno fino all'ottavo, però, i permessi non saranno più retribuiti.

qual è il riferimento normativo? e cosa prevede?

Il diritto dei genitori di assentarsi dal lavoro per curare i propri figli malati è tutelato dalla Costituzione Italiana, che riconosce la necessità di proteggere la funzione genitoriale senza che questa sia penalizzata dalle condizioni lavorative. La Costituzione garantisce, quindi, che madri e padri possano dedicarsi alla cura dei propri figli.

Per quanto riguarda le leggi specifiche, il Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001, noto come "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità", dettaglia le regole relative ai permessi per la malattia dei figli. Questo testo legislativo definisce chiaramente le condizioni e le modalità in cui i genitori possono avvalersi di questi permessi, come già anticipato nelle sezioni precedenti dell'articolo.

permesso per malattia del figlio: quando può essere richiesto?

I permessi e i congedi per la malattia del figlio sono accessibili fino al compimento degli 8 anni di età del bambino e possono essere richiesti in qualsiasi momento in cui la salute del bambino lo richieda. 

Questo include una vasta gamma di circostanze, come emergenze mediche, malattie di varia natura e periodi di ricovero ospedaliero. È importante sottolineare che questi permessi sono concepiti per offrire ai genitori la flessibilità necessaria per prendersi cura del proprio figlio in situazioni di bisogno, garantendo al contempo il diritto alla protezione della salute del bambino.

permessi e congedi: retribuzione del genitore.

Pur non andando a interferire con il rapporto di lavoro in senso stretto e con l’anzianità di servizio, i giorni che il genitore si prende per accudire il figlio malato non sono retribuiti.

È utile sapere che, oltre ai permessi per malattia del figlio, i lavoratori dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, hanno diritto a un congedo straordinario per affrontare gravi situazioni familiari che coinvolgono i figli o altri parenti prossimi (come coniuge, genitori, fratelli, suoceri ecc.). 

Questo congedo può estendersi fino a due anni, da utilizzare in modo continuativo o frazionato nel tempo. Durante il congedo straordinario spetta un'indennità a carico dell’Inps corrispondente alla retribuzione ricevuta nell'ultimo mese di lavoro che precede il congedo.

quando usare il congedo parentale.

Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori, che siano in costanza di rapporto di lavoro, per prendersi cura del bambino entro i suoi primi 12 anni di vita e soddisfarne i suoi bisogni affettivi e relazionali. 

In situazioni dove il figlio malato ha superato l'età di 8 anni, i genitori possono avvalersi del congedo parentale nel rispetto del periodo complessivo spettante tra i due genitori. Questo periodo non può essere superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. 

Il congedo parentale, a differenza dei permessi specifici per malattia, è applicabile anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, offrendo una maggiore flessibilità e supporto ai genitori che necessitano di assistere i propri figli malati oltre il limite di età stabilito per i permessi standard per malattia.

visite fiscali: come funzionano?

A differenza di quanto accade per le assenze per malattia personale del lavoratore, i periodi di congedo per accudire un figlio malato non sono soggetti a controlli attraverso visite fiscali. 

Questo significa che non ci sono specifiche ore o giorni in cui il genitore deve essere reperibile a casa per eventuali controlli. Questa differenza riflette la natura e la finalità del congedo, incentrata sulla necessità di garantire la cura e l'assistenza al bambino malato.

certificato medico.

Per ottenere i permessi e i congedi dedicati alla malattia del figlio, è essenziale fornire la documentazione adeguata al proprio datore di lavoro. 

Questa documentazione include un certificato medico rilasciato dal medico curante del bambino, che attesti la necessità dell'assistenza genitoriale durante il periodo di malattia. In aggiunta, il genitore richiedente il congedo deve presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. 

Quest'ultima è una dichiarazione formale in cui si afferma che i giorni di permesso o congedo richiesti non coincidono con quelli eventualmente richiesti dall'altro genitore, per garantire una corretta gestione delle assenze in famiglia e la piena conformità con le norme vigenti.

interruzione delle ferie.

Quando un bambino si ammala durante il periodo di ferie di un genitore, invece, come bisogna comportarsi? 

La normativa prevede che, in certi casi, sia possibile richiedere l'interruzione delle ferie. Questo generalmente si verifica quando la malattia del bambino richiede un ricovero ospedaliero. 

È importante notare che le specifiche condizioni possono variare a seconda del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato. Pertanto, si raccomanda di consultare le disposizioni del proprio CCNL per una comprensione accurata dei diritti e delle procedure relative all'interruzione delle ferie in tali circostanze. 

giorno di permesso per una visita medica del figlio.

Alcuni contratti collettivi o accordi integrativi aziendali possono individuare permessi, retribuiti o meno, da fruire nelle ipotesi in cui un figlio necessiti di una visita medica.

È importante dunque verificare le specifiche del proprio contratto di lavoro o consultare il datore di lavoro per capire esattamente se e come queste situazioni sono gestite nella propria realtà lavorativa.

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